L'uomo del mistero

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 21/06/03. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

 

Nasconde emozioni e sentimenti. Forse è depresso. O segretamente omosessuale. In realtà l'uomo che sfugge mette in scena un'abile rappresentazione teatrale. Che affascina e incuriosisce le donne.

«Abito in una piccola città del centro Italia. Un paio d'anni fa, un vecchio amico che non vedevo da anni, si fece vivo per lavoro, e m'invitò a cena. Dopodiché ci frequentammo; ma se chiamavo io, lui non c'era o era occupato o depresso, se chiamava lui dovevo essere pronta  subito. Non disdegnava di farsi vedere con me, ma ogni tanto spariva dalla circolazione per mesi, tanto che ho pensato che sia gay. Viveva in simbiosi con una sua zia alla quale era molto affezionato, e per cui aveva attenzioni che si addicono più a un'amante che a un'anziana parente. La portava in vacanza con sé, le regalava gioielli e altri oggetti costosi, e la invitava sempre quando aveva amici a casa sua. Poi la zia si ammalò gravemente. Lui spese moltissimo denaro ed energie per curarla, rendendosi, come spesso, irreperibile per il resto del mondo. Ora la zia è scomparsa, e lui ha reagito al  crollo dei primi tempi tuffandosi a tempo pieno nel lavoro, e come al solito scomparendo dalla circolazione per gli amici. Non risponde alle telefonate, né ai messaggi e le poche notizie che ho, mi arrivano da alcuni suoi colleghi. Io, come altri suoi amici, sono preoccupata per lui, soprattutto perché ci ha sempre angosciati con le storie sulla sua depressione, ma cosa dovrei fare?»

Giovanna

Cara amica, potrei sbagliarmi, ma forse il suo amico non é così “depresso”. E mi pare anche che non sia questo che la  preoccupa: la depressione di quest’uomo é troppo dichiarata, e   recitata (come lei racconta in parti -anche divertenti- che purtroppo ho dovuto omettere della sua lettera), per essere completamente vera. Mi sembra invece che lei sia  giustamente incuriosita dalla capacità  dell’amico di essere un “uomo del mistero”. Qualità stupidamente  sottovalutata, oggi, nelle relazioni sentimentali, che si svolgono, come ogni cosa, all’insegna dello svelamento, e della spettacolarizzazione. Dimenticando appunto il fascino e l’interesse suscitato dalla distanza, dal silenzio, dal segreto, insomma dal mistero. Che ha  invece animato la vostra “storia improbabile”, come lei l’ha definita nel titolo della sua mail. Una storia che l’ha presa, e interessata, proprio perché  misteriosa. E’ quest’alone di non detto, di strano, che le faceva dire di sì quando, come mi  scrive nella lettera, “a  volte mi invitava a cena a casa sua (sempre con la zia), e dopo mangiato spariva o si sdraiava sul divano, lasciandomi da sola a intrattenerla”. Anche se poi  “io mi fermavo un po' per educazione e tornavo a casa appena possibile”. Ma intanto c’era andata. Presa dalla curiosità per quest’uomo “di notevole cultura, interessante, lontano dalle cose che interessano ai comuni mortali”. Insomma: un personaggio; ed anche un ottimo attore. Un uomo che la incuriosiva tanto di più, quanto preferiva la scena dell’assenza a quella della presenza, il silenzio allo svelamento. Come se non bastasse, l’amico (come molti  bravi attori) aveva poi una “spalla” ideale, la vecchia zia coperta di ori e attenzioni come una fidanzata. Ora che la zia é morta, l’amico, oltre che certamente addolorato, sarà di sicuro in crisi, appunto come gli attori come quando vengono a mancare le loro “spalle”  più fidate. Gli  manca, oltre che un affetto, un sipario prezioso, che gli serviva per mettere una distanza tra sé e la vita della vostra città di provincia: lei, gli altri amici, i vostri riti sociali dove lui dosava presenze e assenze attraverso l’oculato filtro della zia.  E’ questa perfetta costruzione teatrale che non mi convince della depressione dell’amico: ci vuole un sacco di energia, e, a suo modo, anche di gusto per la vita, per allestire una “scena personale” così articolata, e funzionante. Che può nascondere altro, come lei ha sospettato: omosessualità, ma forse anche altre donne, ambienti diversi, nei confronti dei quali probabilmente il vostro amico usa le stesse precauzioni e distanze, come ha fatto con voi. Perché l’”uomo del mistero” lo é con tutti: é questo che gli piace.

Claudio Risé

   

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