Tradimento spiato 

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 14/05/05. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

"Qualche settimana fa, passando in macchina per una via poco raccomandabile, vidi mia moglie che entrava in un portone. Incaricai un investigatore che documentò tutto con foto e registrazioni: aveva un amante, extracomunitario e disoccupato, nella casa. Le dissi della scoperta, lei pianse, disse che era una dipendenza sessuale, che mi amava, di non lasciarla. Anch’io la amo, abbiamo due figli. Non so che fare".

Giovanni, Torino

Caro amico, lei, come mi racconta nella sua lettera, è ferito, ed anche spaventato dal comportamento di sua moglie. Tuttavia,  è difficile chiudere una storia ancora vitale. Carl Gustav Jung, fondatore della psicologia analitica, sosteneva che  è psicologicamente inopportuno deporre un bicchiere prima di averlo terminato. E la storia con sua moglie non sembra affatto terminata, per nessuno dei due. Certo, c’è questa  ripetuta violazione della fedeltà, inquietante quanto più appare come coatta, obbligatoria, dunque patologica. Ma sua moglie è la prima ad aver riconosciuto la pericolosità della situazione, anche per se stessa, tanto da aver per questo iniziato una terapia, come lei mi scrive. Dunque  dimostra  consapevolezza e desiderio di prendere in mano le cose. D’altra parte lei stesso, così racconta nella sua lettera, non era stato fedelissimo, anche se aveva “ceduto” più per gratificare il suo narcisismo superficiale, che perché costrettovi da una patologia di dipendenza. Dunque converrà riferirsi, piuttosto che ad un’inesistente perfezione coniugale, ai vostri sentimenti (un amore tuttora condiviso), ed ai vostri obiettivi. Che per ora sembrerebbero quelli della crescita migliore possibile dei figli, ed anche vostra, “facendo tesoro” di questa difficile esperienza. A questo proposito mi sembra importante che lei riconosca in sé una qualità che la parte più femminile di ogni donna  desidera e apprezza nel marito: quella di un “custode” forte e amoroso che, adempiendo agli impegni matrimoniali, si prenda cura dell’altra nei momenti difficili. A questa qualità corrisponde anche un forte potere di direzione, incomparabilmente più incisivo di quello (di dirottamento e scompaginamento) esercitato da qualsiasi amante più o meno di passaggio. Eserciti con tranquillità e determinazione questa funzione di guida e direzione, dando fiducia a tutta la famiglia, a cominciare dalla moglie oggi disorientata, e in evidente difficoltà. Senza fare lo psicoanalista di sua moglie, che ne ha già un altro, vale forse la pena che lei si chieda anche il perché del comportamento di sua moglie, abbastanza stravagante rispetto al vostro stile di vita ordinato e borghese. Forse, recandosi in quel luogo di emarginazione, sua moglie sente oscuramente il bisogno di dare spazio a una parte “emarginata” di sé, che non riesce ad esprimersi nella vostra vita borghese quotidiana. Cerchi di capire dov’è l’emarginata/o nella sua compagna, anche per aiutarla a non coinvolgere gli altri in problemi suoi.

         Claudio Risé

   

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