Sedotta da un'e-mail
Dalla
rubrica info/psiche lui, Io
Donna, allegato al Corriere della Sera, 12/04/03. E’ possibile scrivere a
Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli
4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it
Misteriosi.
Affascinanti. Spesso gli amanti virtuali vincono il confronto con quelli reali.
Perché, protetti dall'anonimato della rete, possono proporre un'immagine
idealizzata di sé.
«Sono turbato da cosa accade nella famiglia di mio fratello (due
genitori e tre figli). Da qualche tempo mia cognata Maria Luisa naviga su
Internet e, probabilmente insoddisfatta del suo rapporto con il marito, si fa un
“amante” virtuale. Poi lo incontra, e la cosa continua. Non hanno rapporti
sessuali, ma numerosissimi contatti con SMS e via e-mail. Mio fratello, scoperto
il fatto, si arrabbia, ma poi la lascia libera. Lei comunque gli rovescia
addosso insulti e rimproveri covati per 9 anni di matrimonio. Lui subisce,
annichilito. Noi parenti siamo stupefatti. Io vorrei: 1) Offrire la mia
personale vicinanza ad entrambi senza voler entrare nel merito delle questioni
per fare da "paciere" 2) Sollecitare gli amici uomini a stare vicino a
Luigi (il marito) in modo analogo al mio (senza dare consigli banali) 3)
Invitare alcune amiche a suggerire a Maria Luisa la massima cautela di fronte a
quest’altro uomo, disadattato, o forse peggio. Inoltre, ho chiesto alle amiche
più positive di Maria Luisa di
insistere sulle qualità del marito e non sui difetti. Cos'altro mi suggerisce?»
Caro amico, di famiglie sconvolte dai miraggi
sentimentali di Internet ce n’è sempre di più, man mano che si diffonde la
“rete”. E’ la “chat-mania”, una vera e propria forma di dipendenza
maniacale, in rapido sviluppo (se ne occupa, ad esempio, il libro Perversioni
in rete, di Giorgio Nardone e Federica Cagnoni, uscito da poco presso Ponte
alle Grazie). Si tratta di comportamenti che si appoggiano per solito su un
disturbo narcisistico già presente nella personalità. Il soggetto vuole
presentarsi in modo diverso, per solito più “affascinante” di quanto sia
nella realtà, e lo fa dietro l’anonimato, e le identità “aggiustate”
(anche attraverso i “nicknames”, nomignoli di presentazione) che assume in
rete, dove non compare né il suo vero nome, né il suo vero corpo (la voce, in
alcune chat più avanzate, può invece essere vera). Partendo da questa identità
parziale, per solito almeno in parte idealizzata, e servendosi del gioco di
specchi della realtà virtuale, può così identificare un oggetto d’amore,
un'altra persona, all’altezza delle aspettative grandiose del suo “falso Sé”,
che è poi la bussola sulla quale si orienta la personalità narcisistica. Il
gioco tradizionale dell’amante, che è sempre stato quello di sminuire il
marito, è dunque straordinariamente facilitato da Internet. Qui l’amante è
una specie di “Olandese volante”, che come il personaggio wagneriano, naviga
scegliendosi i mari e le tempeste che preferisce, mentre il marito è braccato
tra ufficio e casa, stanchezza, attenzione ai figli, sconcerto per la moglie
navigante, emotivamente infedele, e pure aggressiva. Per solito gli
innamoramenti da Internet svaniscono al primo incontro, quando ognuno dei due
vede come l’altro è realmente. Qui, invece, non è accaduto, forse anche
perché la relazione continua comunque su un piano virtuale (SMS, e-mail, etc),
dove si può immaginare ciò che si vuole. Di fronte ai tre figli che corrono
pericoli affettivi reali, per via di una storia virtuale, la “strategia” di
contenimento che lei si propone mi sembra appropriata, da completare
eventualmente con una buona psicoterapia per i due genitori. In queste storie
prodotte dall’immaginario, a me sembra sempre importante una tranquilla e
salda valorizzazione della realtà. La vita quotidiana della famiglia, deve
continuare serenamente, e soddisfare i bisogni, soprattutto affettivi, dei
componenti, a cominciare naturalmente dai bambini. Se il comportamento
disturbato della cognata mette questo in pericolo, sarà il fratello, da padre
amoroso, a doversi impegnare appieno perché le tempeste della navigazione in
Internet, non debordino nella vita familiare. Questo saldo ancoraggio alla realtà
sarà anche il più efficace aiuto alla donna per abbandonare le incertezze
grandiose del virtuale, e ri/scoprire la preziosa affettività della vita
quotidiana.
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