La ricerca del diverso         

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 7/04/07. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

   

"Si legge e si sente spesso che molti uomini vanno con i transessuali, o/e i travestiti. Cosa spinge un uomo ad andare con una donna-uomo? Secondo me vuole nascondere a se stesso  una omosessualità latente ed andando con un trans, si giustifica, come se andasse con una femmina che femmina non è. Sbaglio?"

Adriano


Caro amico, la sua ipotesi è molto chiara. Anche troppo. Il fatto è che  la società postmoderna è liquida, mutevole, senza forme prefissate, e identità sicure. Quando queste cose le dice il sociologo Zygmunt Baumann tutti sono d’accordo, ma quando poi c’è da spiegare un comportamento come gli uomini (ma anche le donne) che vanno con trans e travestiti, ecco rispuntare i vecchi personaggi del secolo scorso: l’omosessuale, l’eterosessuale, l’omosessuale latente, con i relativi teoremi per spiegare tutto. Non che, naturalmente, omosessuali ed eterosessuali siano spariti. I primi hanno guadagnato in visibilità, e popolarità, ed i secondi, nel confronto con quella che prima era una minoranza discriminata, stanno ritrovando un’identità forse più autentica, anche se meno prevaricante di prima. Tra queste due identità certe (o quasi) però, si sono sviluppate una quantità di “posizioni intermedie”, mobili, transitorie, cangianti nella vita delle persone, che si rivelano  con particolare evidenza nei comportamenti cui si riferisce la sua lettera. Nei quali, tra l’altro, l’aspetto sessuale vero e proprio si coniuga con altri lati e interessi: quello spettacolare, quello dell’immaginario, quello culturale. E, alla fine, non è sicuro che la spinta sessuale sia sempre la più importante (e in qualche caso non c’è per niente).  Le ragioni per le quali un uomo va con un trans, o un travestito sono moltissime, ma quella che lei propone, è una delle più deboli. Se vuole andare con un uomo, perché non lo fa direttamente, che è anche meno trasgressivo e pericoloso? In realtà, molto spesso, dietro questo comportamento ci sono altre spinte, bisogni e desideri, diversi per ognuno, ma tutti caratterizzati dalla loro (per solito) non persistenza, dal loro carattere esplorativo, e dal loro forte contenuto immaginario. Uno degli aspetti riguarda la ricerca da parte dell’uomo di immagini femminili ormai scarsamente reperibili nella vita quotidiana. Il trans rappresenta molto spesso una sorta di iperfemminile, di femminile fortemente sottolineato nei suoi tratti distintivi, che la donna emancipata non esprime quasi più, ma di cui l’uomo sente nostalgia. Basta pensare a Vladimir Luxuria, percepita correntemente come più femminile della maggior parte delle sue colleghe donne. Un altro aspetto centrale nel transessuale è la ricerca dell’incontro con un archetipo dell’inconscio collettivo, quello dell’androgino, oggi disponibile sui viali delle città. Simbolo di totalità, ma anche di indifferenziazione, esso compare (anche nei sogni) in momenti di estrema regressione, o di improvviso, anche se caotico cambiamento. Tutto questo, ed altro ancora, si agita nella mente dei cercatori di trans.

Claudio Risé

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