Quando l'amore rinasce

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 10/12/05. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

«Quindici anni fa ho sposato una donna che mi sembrava straordinaria. Due anni dopo eravamo separati. Ora, dopo molte storie naufragate, siamo entrambi soli. Ogni tanto andiamo al cinema, mi accorgo che lei mi guarda, a me piace ancora. Mi piacerebbe rimettermi con lei; ha tenuto bene, è cresciuta. Temo però di essere ridicolo a proporglielo. E poi, leggo sempre commenti negativi a proposito delle minestre riscaldate»

Agostino, Roma

 

Caro amico, le minestre riscaldate, se gli ingredienti sono buoni, sono le migliori. Come sanno i bravi cuochi, che si cucinano minestre abbondanti, in modo da potersele mangiarsele ancora, riscaldandole appunto, quando rientrano la sera tardi, dopo il lavoro. Anche nelle vicende postmatrimoniali la “vecchia” minestra è spesso garanzia di qualità, che il tempo ha arricchito di sapori. Negli Stati Uniti  fu fatto tempo fa un sondaggio su coppie che dieci anni prima avevano dichiarato uno stato di crisi grave, ma avevano tenuto duro. Dieci anni dopo la grande maggioranza di loro  era convinta di aver fatto un’ottima scelta, e di essere contenti di ritrovarsi col partner “di partenza”.  Loro non si erano, è vero, separati; ma, anch’essi, si erano “ritrovati” dopo una crisi, e ne erano contenti. Quando invece la separazione c’è stata, ma il rapporto di amicizia, stima, e desiderio rimane, questo fatto va adeguatamente valorizzato da parte di entrambi, come prova dell’autenticità, e forza del rapporto. Naturalmente, come  in ogni relazione affinatasi  negli anni, questo sentimento non avrà più, come anche lei mi racconta, quelle caratteristiche passionali che erano invece presenti nel primo incontro. Il quale però non aveva retto, proprio perché “accecato” dalla passione, che, per entrambi,  aveva finito col coprire aspetti dell’altro, il cui svelamento aveva poi portato alla crisi del rapporto. Così funziona infatti la passione: nasconde ciò che dell’altro non ti piace vedere, ed esalta invece degli aspetti che magari in lui sono marginali, ma che tu ami, appunto, appassionatamente, e quindi metti testardamente al centro della scena, per potertela godere secondo i tuoi gusti. Questa rappresentazione teatrale però, che tu stesso hai messo in scena, come ogni recita prima o poi finisce: si spengono le luci abbaglianti, finiscono gli effetti speciali, e ognuno vede l’altro così com’é. E spesso non regge alla fine delle illusioni.  Nel rapporto d’amore adulto invece, a differenza da quello passionale, che esprime una psicologia adolescente, l’altro viene invece apprezzato per quello che è veramente. Ed averlo visto muoversi nella vita, nelle spesso travagliate e difficili vicende che seguono una rottura matrimoniale, te lo mostra con particolare chiarezza.  Per questo alla stima, al desiderio sopravvissuto a una navigazione pericolosa (ed a volte triste, come anche lei mi scrive), va attribuito un particolare valore. Ri/conoscere l’altro nel suo autentico valore, che era sfuggito nei giochi di scena della fine dell’adolescenza, non è affatto ridicolo: è, invece, molto bello. Un sentimento da rispettare, e a cui dare fiducia.

Claudio Risé

   

Torna all'Archivio Psiche Lui Anno 2005

Vai al sito www.claudio-rise.it