Provocante, o rompiballe?

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 12/07/03. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

 

Tentare di conquistare una donna provocante, che ama giocare con i sentimenti, può servire a rassicurare un "cuore semplice". Ma ha come contropartita sacrifici e forzature forse insostenibili. 

«Ho 23 anni. Con le ragazze ho sempre cercato complicità, affetto - per non dire: a-mo-re, prima che sesso. Ho quindi sempre trovato ragazze dolci e sensibili. L'estate scorsa ho invece conosciuto una ragazza  diversa:  provocante. Mi mandava continui segnali con gli occhi, e, presentatomi, confermò il suo interesse. Al dialogo partecipò poco. Nella fase "fisica", lei non mi respingeva, ma pareva più subire che altro. Mi spiegò che le sarebbe piaciuto "giocare" e basta. La cosa si interruppe; ma lei allora riprese l'iniziativa (quasi mi stesse corteggiando da capo, a modo suo) e uscimmo la sera, con amici. Poi, però, fu piuttosto fredda con me e in discoteca si lasciò tranquillamente abbordare dal primo che passò, sotto i miei occhi. Il giorno dopo, e  dopo un mio "addio", dichiarò pentimento e intenzioni serie, che poi  non mise mai in pratica. Finché sparì del tutto. Questo episodio, oltre a rendermi infelice per diverso tempo, ha sollevato in me un dubbio: non piaccio (o risulto noioso) alle ragazze più "spavalde"? Un po' tutti mi hanno detto che non è così, che è stato meglio perderla che trovarla e che la colpa è solo sua, ma io non ne sono convinto. In fondo questa ragazza per me era soprattutto "sesso": ma avrei forse dovuto mostrarmi diversamente? Fingendo anche di non avere sentimenti, di essere, una persona che non sono?»

Un affezionato lettore

Caro amico, forse lei deve chiarirsi l'idea che ha di sé. Mi sembra infatti giusto che lei non finga di essere quel che non è. Ma, appunto, chi è lei? L'uomo che cerca amore, come si descrive nelle prime righe della sua lettera, o quello che cerca soprattutto sesso, colui insomma che  ha condotto, e perso, la battaglia con la bella provocante? Nella relazione infatti, come in quasi tutte le cose della vita umana, ci sono delle vocazioni, degli stili, delle competenze; ed ognuno ha le sue. Se lei cerca l'amore e il sentimento, come dichiara, e si mette con una ragazza che cerca invece di far colpo e di giocare sul confine tra emozione e sesso, è difficile che la cosa vada bene. State infatti cercando due cose diverse. Lei chiede "intenzioni serie", ma l'altra vuole giocare. Vede caro lettore, il modo più sicuro di rendersi la vita infelice, come lei ha fatto in questo caso, è inseguire dei modelli che non ci appartengono. Spesso lo si fa per rassicurarci. La conquista della donna "provocante" è di frequente  vissuta dall'uomo come una "prova" che dovrebbe certificarne  la capacità di "vincere" nelle tenzoni d'amore. E' un'idea che ha origini lontane, ed anche nobili. Nel Parsifal, ad esempio, prima che l'eroe possa diventare re del Graal, il suo amico Galvano (che è poi una specie di "doppio" del protagonista), deve conquistare la bella Orgogliosa, una che, come la sua Provocante, chiede una cosa e poi ne fa un'altra. Dietro quest'idea  c'è la convinzione che l'aggressività femminile, quella appunto che  rende provocante, o orgogliosa, la donna, deve essere piegata. Ammesso che ciò sia vero (e non ne sono così sicuro), si tratta comunque di un'impresa che richiede un sacco di energia, e motivazioni saldissime. Se è necessario per diventare Re del Graal, o qualcosa di simbolicamente equivalente ci si può anche provare (anche se Parsifal, in persona, non ci pensa neppure, e lascia volontieri che della Bella se ne occupi l'amico). Ma se si tratta di passare un'estate piacevole, e vivere un'amicizia sentimentale, domare l'aggressività della donna che vuole provocare è certamente un obiettivo sproporzionato, e molto probabilmente destinato al fallimento. Anche perché, per vincere l'aggressività della "provocante", bisogna averne almeno altrettanta. Ma lei, a quanto scrive, non cercava di provocare, né di aggredire. Si raccontava, è vero, di volere "solo sesso". Ma in realtà  cercava, come nelle sue altre storie sentimentali, un'intesa, possibilmente un amore. E quindi, non poteva che perdere, con la bella che voleva invece solo provocarla.

Claudio Risé

   

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