Perché non ci siamo parlati prima?        

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera". 

"Mentre mia moglie era via coi bambini m’è capitato in mano un suo quaderno-diario, recente, con  tappe ed episodi di un’amicizia sentimentale con un conoscente comune. Niente di sessuale, sembra. Ma un’intimità, emozioni, interessi, con me mai condivisi. Stiamo insieme da 25 anni, tre figli: ora mi sento sconfitto, e incapace di conquistarla veramente. Ho anche pensato di andarmene. Lei dice che è solo un’amicizia, diventata importante anche perché, sempre al lavoro, l’ho lasciata molto sola".

Caro amico, i percorsi del maschile hanno, come ogni cosa, dei loro costi che prima o poi ci vengono rivelati. Nella sua lettera mi racconta come, nel matrimonio, iniziato quando era ancora molto giovane, lei si sia buttato a corpo morto nella costruzione del benessere economico, che considerava importante per la sua famiglia. A quanto mi racconta c’è  riuscito; ma a prezzo di giornate che non finivano mai, al termine delle quali (come moltissimi mariti e padri) tornava a casa stanco, silenzioso, poco disponibile a raccontare, ed anche ad ascoltare. Questo modo di vivere il matrimonio non va bene, perché la moglie si sente sola, per certi versi lo è davvero, anche se tutta questa fatica l’uomo la fa anche per lei, e per i bambini che nel frattempo arrivano. E’ il vecchio istinto di procacciatore di cibo, che nel maschio spesso prende il sopravvento sulla figura dell’amante, ed anche, per solito, del padre attento.  Non va bene, e tuttavia non è neppure completamente priva di valore e di senso, come ora le sembra, paragonandola all’intimità sentimentale che il conoscente sembra avere con sua  moglie. Lei ha goduto di un altro tipo di intimità: quella delle cose della vita quotidiana, l’altro che ti  siede  di fronte a tavola, e accanto nel letto, i bimbi che crescono intorno, le scelte di vita, le cose silenziosamente amate,  i medici, i preti, i nonni, insomma i giorni della vostra vita. A cui sua moglie,  attribuisce, giustamente, un’enorme importanza, chiedendole di non far sciocchezze, e di restare. Certo anche il mondo delle idee, dei gusti, spesso più immaginati che vissuti,  le divagazioni dalla realtà, se condivise, possono costituire un’intimità, ed essere emotivamente importanti. Ma non sono mai “tutto”, e, per solito, neppure la parte più importante nella vita di una persona. Che si fonda, anche per le donne, su una solida e continua trama che lega insieme realtà e immaginario, cose ed idee, gesti ed immagini. Anziché andarsene, che sarebbe in fondo un modo di continuare a non cimentarsi sul terreno degli scambi più “sottili”, su cui si è specializzato l’amico di sua moglie, è piuttosto venuto anche per lei il momento di mettere insieme questi due piani, anche nello scambio affettivo e verbale con la donna che ama. Del resto, ormai è sempre più spesso alla sua età, verso la cinquantina, avanzando nella seconda metà della vita, che l’uomo finalmente riesce ad affrancarsi dalla coazione all’affermarsi nelle “cose”, ed a ritagliare un maggior spazio alla ricognizione, e dichiarazione, dei sentimenti.

Claudio Risé

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