L'ombra della suocera         

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 24/02/07. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

   

"A quarant'anni ho trovato il grande amore. Sei mesi fa è arrivato un bimbo, siamo felici. Ma.. viviamo in un appartamento nella sua casa di famiglia, accanto alla sua simpatica madre, e due sorelle. La nonna interviene su tutto. Anch’io ho una grande casa con giardino, sempre in centro città. Mi piacerebbe realizzare lì qualcosa di più nostro, ma lui non vuole lasciare la casa "dove è nato". Temo invece che non  voglia "abbandonare" la madre, che trattiene i figli a sé. Come fare?" 

Lisa, Firenze

Cara amica, se, come scrive, lei non può scegliere neppure la marca della lavatrice, perché la suocera ne consiglia un’altra, credo che la dipendenza del marito dalla madre sia oltre il livello di guardia. Comunque, il suo vissuto, oggi, è certamente influenzato da un’esperienza traumatica: l’aver passato i delicatissimi mesi successivi al parto nella situazione che mi descrive nella sua lettera.  Una situazione di invasione continua, nella quale “ogni tanto, in preda a una mezza depressione, uscivo di soppiatto, magari solo per un'ora, col bambino, per sfuggire alle loro asfissianti attenzioni”. Ma anche queste piccole fughe non le erano consentite, tanto che la cognata “ha disapprovato, consigliandomi di lasciare il bimbo tutto il giorno alla baby-sitter, con la supervisione della nonna paterna, perché il bambino "ha bisogno del suo ambiente" (più che della mamma, evidentemente)”. Lei oggi è divisa tra la simpatia che prova per la personalità della suocera, l’affettività che comunque c'è nella famiglia, e la pesante negazione della sua identità di moglie e madre, ricevuta dalle altre donne del clan del marito. Questa difficile esperienza richiederà un po’ di tempo per essere elaborata, e consentirle di trovare una posizione equilibrata, rappresentativa di tutte le sue componenti affettive, e non soltanto reattiva nei confronti di quello che è stato (anche più di quanto lei oggi si renda conto) un vero e proprio trauma. Tuttavia, la forma che avete dato alla vostra vita di coppia e di famiglia, schiacciata in questa comunità femminile dominata da una madre onnipotente, è certamente rischiosa per lei, per la vostra coppia, ed anche per il bambino. Che ha bisogno soprattutto di una madre e un padre adulti, cioè (anche) autonomi dai genitori, e non di una nonna ottantenne dalla personalità carismatica e schiacciante. Figure di questo tipo, col loro contorno di figlie non cresciute e adoranti, non sono positive per il bimbo, che percepisce da subito la loro influenza infantilizzante sul padre (che quindi ai suoi occhi fatica ad acquistare il necessario prestigio), e delegittimante sulla madre, che viene cortesemente spinta fuori di casa. Un’operazione cui lei, pur protestando, rischia in parte di accondiscendere, anche per il suo interesse per il suo lavoro di professionista, ed il suo profilo di donna autonoma e realizzata. Avanti dunque col progetto di una vostra casa, senza madri attorno. L’amore tra voi ha bisogno di libertà e futuro, più che di nostalgie delle origini.

      Claudio Risé

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