L'ombra dell'altro

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 17/04/04. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

Raccontare all'innamorato vizi e virtù dell'ex è tipico di chi non ha superato la fase adolescenziale. In cui si mescolano desiderio di possesso e paura di darsi. 

"Ho vent'anni e sono molto innamorato della mia ragazza, la prima davvero importante. C'è però un fatto che mi fa soffrire: lei continua a parlarmi del suo ex ragazzo, delle sue scarse qualità e dei suoi molti difetti. Insomma questo tipo - che non conosco - è sempre tra i piedi. Insieme ad altri ragazzi che lei ha avuto in precedenza e di cui mi racconta i particolari più noiosi: come si vestivano, che macchina avevano i loro genitori. La cosa strana è che poi, con gli amici, la mia ragazza non mi sembra tanto spigliata, ma piuttosto timida, chiusa e anche un po' gelosa: insiste per avere una "stretta" vita di coppia, io e lei contro il resto del mondo. Come mai, pur essendo intelligente e innamorata, si comporta in questo modo? Io mi sento invaso e annoiato da questi onnipresenti".

 

Caro amico, questo non la consolerà affatto, ma la situazione è molto più comune di quanto lei creda. A giudicare dalle lettere che ricevo e da quanto vedo in terapia, c'è un esercito di giovani angustiati dalle puntigliose e non richieste confidenze che le loro ragazze e fidanzate fanno sui rispettivi ex, tanto da farli diventare un argomento di conversazione centrali della coppia. Da quanto ho potuto vedere, la tipologia della "ragazza con ex al seguito" è di solito simile a quella che lei descrive. Non si tratta cioè di ragazze leggere, realmente incerte tra la relazione attuale e la precedente. Sono invece ragazze fortemente insicure che usano più o meno consciamente i "fantasmi" degli ex per difendersi dalla nuova relazione verso la quale hanno fortissime richieste di dipendenza e che temono si concluda con una delusione o addirittura con l'abbandono. Da una parte, insomma, c'è un desiderio tipo: "Ti voglio tutto per me, solo per me". Dall'altra una posizione di profonda debolezza e bisogno, che viene mascherata con la narrazione fantastica e insistita delle storie degli ex. Come dire: "Guarda che però non sono solo tua e dovrai faticare molto per liberarti della mia ricca vita sentimentale". Sono due messaggi apparentemente contraddittori: se il ragazzo ti prende sul serio, rischia di stare molto male, come sempre quando si ascoltano indicazioni opposte. In realtà, al di sotto di queste comunicazioni contrastanti, possesso e rifiuto, dipendenza e autonomia, c'è in genere un universo affettivo ancora adolescenziale, se non infantile, nel quale tutto ruota intorno alla propria immagine onnipotente. La quale fantastica di divorare l'altro (ti voglio tutto per me), senza però darsi veramente (non sono neppure tua, come dimostrano le storie dei miei ex). Questo doppio messaggio permette al narcisismo adolescenziale di conservarsi (anche molti maschi un po' femminei usano lo stesso stratagemma), evitando di entrare davvero nella relazione. All'interno della quale, invece, il benefico rapporto con l'altro, il "tu" autentico, rischierebbe di porre fine al gioco dell'onnipotente Ego dell'adolescente, pervasivo e insieme profondamente insicuro. Per uscire da questo vicolo cieco, dunque, è necessario aiutare l'altro a prender coscienza del suo gioco e smascherare, affettuosamente, la sua fantasia di essere al centro della situazione, con il mondo che gli gira attorno. Un'immagine che nella realtà, dopo l'infanzia, non ha alcun futuro. Se non  patologico.      

Claudio Risé

   

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