Nuovi pudori

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 25/09/04. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

 

Ci sono giovani che rifiutano la "monarchia del sesso". E proteggono i loro sentimenti con un'inedita ritrosia. Dettata da ragioni di sopravvivenza emotiva.

 

«Francesco é il mio migliore amico. Condividiamo interessi, viaggi, amicizie. Lui evita però di parlare di sentimenti, passioni, sessualità. Ho provato  a parlare  delle mie relazioni, dei miei sentimenti, ma il discorso mi sembra talmente  a senso unico che poi rinuncio. Ho pensato che lo turbasse la mia omosessualità, ma il nostro rapporto non è cambiato, anche dopo che anni fa gliene ho parlato. Non si confida neppure con altri ragazzi o con amiche.  Gli ho chiesto se si è mai innamorato, ed è emerso che non ha mai provato altro che simpatie. Sembra estraneo ad ogni  desiderio, sentimentale o erotico. La sua perenne calma, il suo esser sempre  il bravo ragazzo, sempre a studiare,  a volte mi fanno venir voglia di "svegliarlo" da questa situazione. Sento questa come una distanza che cresce, dovrei  parlargliene?» 

Massimiliano, Palermo

Caro amico, forse Francesco è effettivamente "bloccato" nella sua sessualità, e nelle sue manifestazioni e comunicazioni. In questo caso il suo silenzio e la sua ritrosia finirebbero per rappresentare un "minus", una sottrazione di energia alla vostra relazione, che a lungo andare la indebolirebbe. C'è però anche un altro modo di guardare a questa vicenda  di voi due amici.  Lei, fortemente sessuato, nel suo immaginario e nei suoi comportamenti. E l'altro, Mauro appunto, angelicamente indifferente alla carne ed alle sue passioni. Innanzitutto c'è un aspetto di compensazione, che è una delle ricchezze dell'amicizia: ognuno può dare all'altro quello che ha, anche senza insistervi verbalmente. Lei "passerà" al suo amico la sua conoscenza di passioni e desideri, anche senza raccontarle, perché nell'amicizia autentica tutto passa attraverso la comunicazione inconscia, profonda appunto. E Mauro le passerà un po' della sua capacità di "costruttore": di edifici, come lei mi racconta nella sua lettera, ma anche degli aspetti "strutturali", solidi, della vita: gli esami di ingegneria, la laurea, la professione. C'è però anche un'altra possibilità, che arricchirebbe il vostro rapporto con un nuovo punto di vista. Quella cioè che Mauro appartenga al sempre più numeroso gruppo di giovani che di fronte al dilagante "discorso sessuale", che nell'attuale stile di comunicazione ha ormai completamente assorbito anche il discorso sui sentimenti, se ne protegge sviluppando una forma di  nuovo pudore. Che si manifesta senza opporsi platealmente alle comunicazioni sessuali che arrivano dall'esterno, ma non partecipandovi. Presentando invece un diverso atteggiamento verso la vita ,  che evita di frequentare, nel proprio stile di comunicazione, "la monarchia del sesso"  come la chiamava Michel Foucault. Questo atteggiamento sempre più frequente, testimoniato anche da molte lettere dirette a questa pagina, è essenzialmente motivato da un timore, a volte legato a rigidità nevrotiche, ma sempre più spesso dettato da ragioni, chiamiamole così, di "sopravvivenza sentimentale".  Si tratta della consapevolezza, ormai istintiva prima che intellettuale, che molti giovani hanno dell'effetto "tritacarne" che la moltiplicazione delle comunicazioni sessuali finisce con l'avere sui loro sentimenti, sulle loro relazioni, e alla fine, sulla loro integrità emotiva e sentimentale. Di fronte alla constatazione che "così non va", non funziona, il giovane, sempre più spesso "fa in un altro modo", si ritrae in una posizione più riservata e più cauta. Per non gettare in una comunicazione "di consumo" qualcosa che percepisce  come molto importante per la propria vita.

         Claudio Risé

   

Torna all'Archivio Psiche Lui Anno 2004

Vai al sito www.claudio-rise.it