Niente di scontato

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 29/5/04. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

Un gioco di sguardi. Un certo tono di voce. L'arte del corteggiamento va coltivata anche nelle unioni più salde. Perché al sentimento servono conferme.

"Ho quarant'anni e sono innamorato di mia moglie. Siamo sposati da 9 anni, abbiamo 3 figli, a me sembra che tutto vada bene. Lei, però, è nervosa con me, e si lamenta perché non la "corteggio". E' anche vero: ora sono sicuro del suo affetto, e mi sembra un po' innaturale fingere di doverla conquistare, visto che siamo sposati, e che anche lei dice di amarmi. Inoltre, sono impegnato fin sopra ai capelli col lavoro, che mi costringe spesso ad uscire e vedere gente. La cosa che desidero di più, la sera, è essere accolto dagli affetti familiari. E poi, sono fedelissimo, e non mi ricordo neppure più come si corteggia una donna. Però mi rendo conto che il sottrarmi alle sue richieste la fa arrabbiare, e sono preoccupato".

Marzio, Lecce 

Caro amico, dover corteggiare la propria moglie, che insistentemente lo richiede, o chiaramente lo fa capire, è un tormentone che agita gran parte del genere maschile. E' ben strano, vivere come una fatica e un fastidio il corteggiare una donna che ti piace, cui tieni, e che con la sua richiesta  ti fa capire di desiderare proprio te, senza sostituirti con altri corteggiatori . E invece  moltissimi  mariti innamorati, di fronte a questa richiesta, entrano in crisi. Di solito, anzi, ad entrare più in crisi sono proprio gli uomini come lei, quelli  più innamorati, più fedeli, quelli che mai e poi mai si renderebbero disponibili a un’altra storia, con un’altra donna. Dietro queste difficoltà stanno diversi fattori. Innanzitutto quella specie di tragedia antropologica, e psicologica, che è la scomparsa dell’educazione sentimentale. Nelle nostre società,  che il filosofo Michel Foucault definiva "l'  impero del sesso",  nessuno parla più di sentimento, e  ancor meno lo educa. Ora il corteggiamento, soprattutto di un oggetto d’amore già conquistato, come la propria moglie, richiede  appunto un sottile intreccio di sentimento, ed erotismo. La propria compagna di vita insomma chiede che il marito le dimostri il suo amore, assieme col suo desiderio. Chiede in fondo di interrompere per un attimo la routine familiare con un gioco di sentimento: la rappresentazione, svolta con la maggiore convinzione, fantasia, e autenticità possibili, di una riconquista. Non é un gioco ozioso, anche se a volte é richiesto in modo un po' capriccioso. Ogni situazione importante della  vita umana ha infatti bisogno di rigenerazione, di rinnovamento, e questo è vero anche per il sentimento nel matrimonio. Non perché altrimenti non ci sia, ma perché il rappresentarlo attraverso il rito del corteggiamento, che mette in gioco situazioni nuove, sguardi diversi, parole dette con diverso tono di voce,  lo rende più vivo, più nuovo, lo rigenera. Anche in questo campo, si tratta di un sapere che i cosiddetti "primitivi", i popoli e le comunità tradizionali, conservano con attenzione, mentre noi l'abbiamo buttato come un vecchio straccio. Nelle comunità tradizionali, invece, i riti di corteggiamento (in genere danze, ma anche rappresentazioni più complesse), vengono mantenuti e celebrati nelle ricorrenze previste, non solo tra fidanzati, ma anche tra gli sposi. Quindi, caro amico, e cari lettori, cercate di uscire dalla vostra coltre di stanca pigrizia, e lasciate muovere la fantasia. Interpellate anche la donna che se ne sta nascosta nella vostra anima: dove le piacerebbe essere portata, in che scenario, con quale stile? Ascoltate le risposte, e poi  date inizio alla rappresentazione del corteggiamento. E non siate preoccupati,  divertitevi. E' molto probabile che si diverta anche la vostra amata.

      Claudio Risé

   

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