Il Narciso gentile    

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 8/12/07. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

"Ho 42 anni. Il mio carnefice, Don Giovanni, 26. Capelli da rasta, camper VW anni '80, ostenta povertà, affetto solo per il suo cane, vive in uno scantinato. Ma nella casa dei genitori, dove segue rituali giornalieri rassicuranti. Sembra il Don Juan, narcisista perverso, di cui lei ha scritto. Però ostenta inesperienza sessuale, fingendo di non saper slacciare un reggiseno, anche se la sua potenza sessuale è fortissima. E' possibile dunque che anche la sua sessualità sia una parata, magari costruita apposta per me, vista la differenza di età?"

Una lettrice

Cara amica, nella sua lettera lei mi racconta anche che il suo amico “rifiuta il consumismo, ma poi  compra vestiti di qualità, fingendo di averli rubati”. E’ questa continua finzione, tra l’altro, che le interessa e l’intriga. Il fatto è che il suo ragazzo è un versione postmoderna del classico Don Juan, col quale condivide, è vero, lo stile della messinscena. Di quell’archetipo maschile, tuttavia, gli manca,   fortunatamente, la carica distruttiva. Don Giovanni vuole distruggere la legge del padre, le donne che cadono nella propria trappola, e anche se stesso: non a caso Mozart lo getta in bocca al diavolo. Il suo amico sembra invece piuttosto uno studiato, anche se originale, metrosexual: attento alle mode, alla forma fisica, coi suoi  precisi riti per rimanere in buona salute, ed in fondo per far star bene, o il meno male possibile, anche lei. A differenza del Don Giovanni originale è un tipo sessualmente beneducato che, a letto, la stupisce “chiedendomi come deve fare una tal cosa, se può fare quell’altra, sembrando impacciato in una determinata posizione”. Insomma non è un demone del seicento che travolge la donna di cui appena si accorge, come Don Juan, ma un buon amante del nostro tempo di insicurezze maschili, che nella relazione con lei sta forse ancora imparando delle donne qualcosa che ancora non sa. Diligente, è quindi anche meno ansioso di Don Juan: “non soffre di eiaculazione precoce” come lei scrive, “e dimostra invece un  talento, che io recepisco attraverso il modo di muoversi, di parlare, di toccare.... Non vuole mai raggiungere l'orgasmo prima di me”. E’ diverso da Don Juan anche nella riservatezza. Se quello conquista per raccontarlo, di questo, mi dice: “anche i suoi amici  non conoscono le sue avventure sentimentali”. Tuttavia, proprio come Don Giovanni, è lui che prende e che lascia:“ Tra un incontro e l'altro  passano anche 6/8 mesi. Torna quando decide lui, e il pathos è alle stelle. Sparisce, rifiuta bruscamente i contatti immediatamente successivi, mi evita in pubblico, per poi lanciarmi un sms, rifiutarmi se abbocco, e così  via fino a riapparire in modo inatteso e spettacolare”. Sadismo dongiovannesco, che, come lei dimostra, trova ancora oggi le sue fan. Non si tormenti invece, chiedendosi se la sua maestria sessuale (anche se mischiata a goffaggine e insicurezza) sia una parata inscenata per lei : nelle risposte del corpo maschile ai giochi d’amore, la recita non funziona. Meglio credere a quel che appare.

Claudio Risé

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