La moglie incinta

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 4/12/04. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

 La "pancia" spegne il desiderio maschile? In realtà la prospettiva di un figlio costringe a un salto di maturità. E non tutti gli uomini sono pronti ad accettarlo

"Ho 37 anni, sono al settimo anno di matrimonio. Tra noi è andato sempre tutto bene, c'è sempre stato (fin dal liceo) affetto e tenerezza. Adesso lei è incinta, da quattro mesi, e sono costretto a riconoscere che questo ha cambiato per me molte cose. Mi sento affettivamente quasi più freddo, più distante, e non me lo so spiegare. Inoltre, fisicamente, la desidero molto meno. Mi dico che è per via della pancia, che non è poi così attraente, ma non so se è veramente così. Mi accorgo che il suo sesso, più aperto e visibile, mi turba. Ne ho parlato con un mio amico che mi ha rassicurato dicendomi che è del tutto normale non essere attratto dalla propria moglie incinta, e che del resto meno sesso è meglio anche per il bambino. Ma io non sono completamente convinto. Temo di volerle meno bene, e mi sento un po'un mostro".

Luca, Padova

Caro amico,  il fatto è che lei sta attraversando un passaggio molto delicato, di cui è bene che riconosca lucidamente  tutti gli aspetti. Eviti di banalizzarlo con luoghi comuni tipo "crisi del settimo anno", o "donna incinta=calo del desiderio". Non farebbe che rimuovere nell'inconscio gli aspetti più profondi delle sue difficoltà, che sempre dall'inconscio verrebbero poi a disturbare la sua vita, come gli inaspettati problemi di erezione cui accenna nella sua lettera. La verità è che la sua amica del cuore, la ragazza con la quale ha vissuto tutta la giovinezza, è diventata una donna, e sta diventando madre. Di suo figlio. Con la conseguenza, che sembra banale e scontata ,ma non lo è affatto, che lei smetterà di essere quel simpatico ragazzo che fin qui è stato, per diventare padre. Si tratta di cambiamenti non da poco. Il primo né il cambiamento di un rapporto a metà tra quello di due bravi camerati e di due fidanzatini alla Peynet, in una coppia coniugale, adulta, dove il sesso non è più mascherabile dietro la tenerezza, ma diventa assolutamente visibile come, appunto, in ogni donna incinta. Ciò turba quegli uomini che preferiscono il rapporto tra il cameratesco e l'intenerito,  a cui evidentemente lei appartiene. Questi uomini preferiscono lasciare in secondo piano il "lato forte" della relazione coniugale, e cioè la sessualità piena, la procreazione, la matura genitalità  della propria compagna, perché ciò consente loro di continuare a  viversi più come dei ragazzi, magari un po' cresciuti, che come mariti-padri. Identità impegnativa quest'ultima, che richiede un'assoluta adesione al mondo maschile vissuto come proprio, e che, tuttavia,  fatalmente si avvicina a grandi passi da quando la pancia della moglie comincia a crescere.  E' per questo che da quel momento in molti uomini, come lei, l'attrazione sessuale tende a spegnersi. La cosa viene spiegata con mille razionalizzazioni bislacche, autentici "miti maschili": il sesso nuoce al bambino, la donna incinta è meno attraente, ha meno desiderio sessuale (anche se, come nel caso di sua moglie, è lei stessa a smentirlo, come mi racconta nella sua lettera). La verità è un'altra: noi sentiamo che "lei" non sarà mai più la verginale compagna di banco, che noi amiamo ormai da moltissimi anni. E' diventata una vera  donna che ci chiede, e sempre più ci chiederà, di essere uomini.  Non solo ma quel bambino che le gonfia la pancia ci annuncia un'altra difficile verità: che non saremo più noi il suo bambinotto amato, l'oggetto delle sue coccole. Che andranno, le sue e le nostre, innanzitutto a questo nuovo personaggio, misterioso, e inequivocabilmente destinato a prendere posto (molto, probabilmente) tra noi due.    

        Claudio Risé

   

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