Magico incontro        

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 09/06/07. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

   

"Ho 30 anni, fulminato da una ragazza, e lei da me. Bellissima. All'inizio era solo attrazione fisica. Poi ho scoperto un essere dolce e forte. Lei, però, mi ferma: sotto la cintura, nulla. Ha paura che la  consideri una tra le tante. Se mi desidera, perché dubita di me? Cosa vuole da me? La stessa domanda, posta a me stesso, mi imbarazza. Cosa voglio io da questa ragazza? Ma come faccio a saperlo, se non si lascia andare? Tuttavia, mi sento "chiamato" a prendermi cura di lei, come se mi chiedesse aiuto". 

Giuseppe.

Caro amico, fin  dall’inizio lei parla della fortissima attrazione sessuale di questo incontro, probabilmente reciproca. Racconta infatti: “Un incontro magico, visto che lei mi aveva notato la sera prima in un cinema (io l'avrei "guardata in un modo fantastico", ma, in tutta onestà, non ne ho memoria...) per poi incontrarmi casualmente il giorno dopo all'Università, lei studentessa, io dottorando”. Lei, dunque, era stato attratto da subito, tanto da lanciare lo sguardo “fulminante”, e la ragazza è stata colpita dalla sua attrazione. Poi, certo il rapporto è cambiato, si è approfondito. Però, evidentemente, la sua amica continua a percepire il suo desiderio come qualcosa che potrebbe prevaricare il vostro incontro “di anime” (per usare l’espressione da lei utilizzata nel titolo della lettera: anima, e corpo), o, semplicemente, di cuori. E, forse, non ha tutti i torti, se lei si chiede come potrebbe sapere cosa si aspetta da questa relazione, se la ragazza non le si “abbandona completamente”.  Lei è molto probabilmente innamorato di questa ragazza. Lo prova il fatto che si senta “chiamato” ad aiutarla: questa è appunto  la profonda spinta che il maschio sente verso il “prendersi la responsabilità” per una donna, quando la ama. Contemporaneamente, però, pensa che solo dopo che l’amica le avrà “ceduto completamente”, lei davvero saprà cosa vuol fare con lei. E’ come se l’aspettativa sessuale si mettesse di mezzo ad un incontro tra voi che, in realtà, è già avvenuto. Di fronte a quest’amore condizionato (abbandonati, e saprò se ti amo), è naturale che l’altra pur percependo l’amore, si renda però conto che quell’attrattiva irresistibile del primo incontro, col suo implicito programma di semplice conquista sessuale che lei racconta nella sua lettera, non abbia ancora lasciato il campo ad un incontro complessivo, ad un’accettazione dell’altro per come è. E’ come se lei (come accade a molte persone), confondesse il desiderio con l’amore e con l’intesa assoluta con l’altro. Si chiede infatti: “Se mi desidera, perché dubita di me”? Ora, il desiderio è un aspetto essenziale dell’amore, senza di esso è difficile che avvenga un pieno incontro tra due persone. La sua presenza, tuttavia, non risolve tutto, perché non garantisce un amore pieno. Esperienza che è invece assicurata dalla disponibilità individuale al dono di sé all’altro, senza contropartite, e prendendolo per come è. Sia lei dunque a donare davvero sé stesso, gratuitamente, e il vostro incontro potrà realizzarsi.

Claudio Risé

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