Liberarsi dallo spinello         

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 8/09/07. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

"Il mio terzo figlio, 23 anni, spinella da quando ne aveva 15. Intervenendo siamo solo riusciti a creare intervalli nell’assunzione. E’ stato in psicoterapia, interrotta quando ha cominciato a lavorare. Ora regge il  lavoro, ma non ha smesso l'uso. Lo psicologo valuta positivamente che lavori e che abbia un rapporto migliore con noi. Anche se sono spesso io a dare l'allarme, mio marito è presente e attento e abbiamo sempre sofferto e valutato insieme".

Lettera firmata

Cara amica, il peggio potrebbe essere passato. Il rischio più elevato nell’uso dei derivati della cannabis è infatti legato all’assunzione precoce, prima dei quindici anni, ed alla grave crisi, di tipo psichiatrico, che questo può provocare nel quinquennio successivo, come è stato dimostrato da una serie di ricerche molto ampie condotte nel mondo negli ultimi 10 anni. Questa crisi si accompagna, ed è spesso annunciata, da mutamenti nella personalità, tra i quali, molto significativo, il passaggio da una sorta di dipendenza dal gruppo (in cui matura l’abitudine dello spinello), ad una posizione di tipo paranoide, con isolamento dagli altri che vengono caricati di contenuti ostili e persecutori. Il tutto è accompagnato dai tipici effetti dell’uso di cannabis: diminuzione della memoria breve, della volontà, e della determinazione nell’individuare e raggiungere degli obiettivi. Questo processo, peraltro, tende a manifestarsi soprattutto in assenza di attenzione e cura familiare, ed in situazioni caratterizzate da carenze affettive più o meno marcate. La presenza di una coppia genitoriale unita e affettuosamente presente nel seguire l’adolescente che assume cannabis, è considerata da ogni ricerca uno dei fattori di evoluzione positiva del problema. Sia come possibilità di evitarne i rischi maggiori, come appunto gli sviluppi  psichiatrici conseguenti ad assunzioni precoci, sia come premessa per una possibile uscita dalla dipendenza dalla sostanza, tanto più insidiosa in quanto liposolubile, assorbita nei grassi del corpo, e quindi rivelatrice solo in tempi lunghi dei sintomi dell’intossicazione prodotta.  Nel caso di vostro figlio probabilmente le vostre attenzioni affettuose e preoccupate, i cui risultati vi sembrano modesti rispetto alle vostre aspettative, hanno avuto invece conseguenze molto importanti. Le interruzioni provocate dai vostri interventi dissuasori hanno forse avuto effetti decisivi proprio nel momento di maggior pericolo: quando il ragazzo aveva 15 anni, ed il suo cervello ancora in formazione era più danneggiabile da un uso continuativo di tetraidrocannabinolo, il principio attivo contenuto nei derivati da cannabis. Ciò ha anche permesso che tutto l’ambito della volizione, tipicamente il più danneggiato da questa sostanza, non fosse gravemente compromesso, tanto che il ragazzo ha trovato un lavoro, e ne regge l’impegno. Decisivo infine l’aspetto affettivo: sentirsi amati, e seguiti, è infatti determinante nello spingerti, nei tempi e modi che la tua personalità sarà in grado di sviluppare, in un percorso di crescita .

Claudio Risé

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