Legami esoterici    

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 15/07/06. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

 

"Come coniugare psicoanalisi e esoterismo? Fin da giovane ho fatto analisi, ma ero anche alla ricerca di una via spirituale. Ho incontrato un medium maschio e una medium femmina alla Statale di Milano, in più ho frequentato  una  via di  yoga di una nota maestra indiana. Ora sono in un pasticcio “esoterico”, che mi fa soffrire. Il  fatto è che l'analisi "scioglie", mentre i medium e la maestra di yoga  creano legami e possessioni. Da 10 anni questa situazione  mi coinvolge completamente, e non mi permette di fare altro". Giacomo

Caro amico, ci si potrebbe chiedere perché lei percorra contemporaneamente una via che come lei dice “scioglie”, diretta a  liberare dai propri legami “complessuali”, non autentici, ed altre che invece “legano” al difficilmente verificabile mondo dell’esoterismo. Questo secondo fa comunque riferimento ad un sapere iniziatico, segreto, a cui si accede attraverso l’”iniziazione” di un maestro che quindi, come lei appunto dice, ci lega. Questa scelta contraddittoria (che lei non è certo il solo a compiere), che da una parte dovrebbe condurre verso una libertà, dall’altra ti ingabbia   in una serie di dipendenze, riflette la contraddittorietà umana verso il problema psicologico  della libertà. Da una parte la vogliamo, il nostro Sé ne ha bisogno, da essa dipende il nostro destino. Dall’altra la temiamo, perché essere liberi significa anche diventare responsabili di ciò che facciamo, e questo richiede l’elaborazione, o l’accettazione, di una visione del mondo, della vita e dell’uomo. Tutte cose che le diverse sette o riti più o meno esoterici ci risparmiano, perché  in esse non c’è che seguire il maestro (guru o medium che sia), ed aderire ai legami che ci ha confezionato. Non c’è, in queste pratiche, la possibilità di una verifica personale a cui invece conduce ogni autentica terapia del profondo, ma anche ogni autentico percorso spirituale, ed educativo. Che ha come scopo la libertà del soggetto, e non la sua schiavitù.  Dal punto di vista psicologico, il percorrere contemporaneamente le due strade, quella analitica e quella delle sette esoteriche, presenta un pericolo di potenziale scissione della personalità. Che, già presente nella contraddittoria scelta iniziale, può però aggravarsi di fronte alle sofferenze di cui lei parla. Spesso acuite dalle difficoltà poste dalle sette ai loro adepti quando cercano di uscirne. Insomma lo scopo  dell’analisi è il benessere psicologico ed affettivo: un obiettivo importante, ma che riconosce tuttavia il proprio limite, lasciando all’analizzando la libertà di decidere sulle questioni più complesse della vita umana (la salvezza, l’aldilà, le visioni metafisiche), sulle quali l’ex paziente si impegnerà, o no, anche con quella maggiore interezza ed equilibrio psichico ed affettivo che l’analisi lo avrà aiutato a trovare.  Le esperienze spirituali e religiose che portano il soggetto verso la libertà della verifica personale,  accompagnano  la ricerca analitica, quelle che invece chiudono il soggetto  in una rete di dipendenze la rendono inefficace, mettendo il paziente nei guai.

Claudio Risé

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