La fidanzata bella         

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 04/08/07. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

"La mia ragazza è bellissima. A me, 20 anni, piace che lei si mostri. La sua bellezza, ogni volta, mi entusiasma e mi attrae. Però mi piace anche che la vedano gli altri, mi sembra  generoso da parte nostra, sia mia che sua, invece di tenere solo per noi tutto questo ben di Dio. Ho però visto le critiche di politici e altri alle donne pin up e simili, e anche lei mi ha chiesto: non è che per te io sono una donna oggetto? Ma io amo lei, e la sua bellezza. O sbaglio qualcosa?"

Lettera firmata 

Caro amico, credo che quasi tutto, tra un uomo e una donna, cominci dall’ammirazione di lui per la bellezza di lei. Anche quella fisica, che col resto (il cuore, l’intelligenza, lo charme), forma un misto inscindibile. A meno che sia colto da una grave forma di avarizia, o di acuta insicurezza, l’uomo è naturalmente spinto ad onorare questa bellezza, assecondando il piacere di lei nel mostrarla, per suscitare il piacere negli altri, che la ammirano. Questa dinamica, delle bellezza che si mostra, e così facendo genera il piacere, è propria dell’umano nei suoi aspetti più alti: è la stessa che spinge masse di persone a sobbarcarsi viaggi e code per ammirare un bel quadro, o un bel palazzo. Anch’essi “oggetto” di ammirazione, ma proprio per questo soggetti che attivano nelle persone che le ammirano un processo di crescita e di maturazione. Oltre che di piacere: elemento positivo ed indispensabile in una vita umana felice. E’ giusto dunque fidarsi nel proprio piacere per la bellezza della persona amata, ed apprezzare il desiderio di lei nel mostrarla. In tutto ciò non c’è nulla di narcisistico, ma piuttosto, come lei dice, una generosità, che è indice di  sicurezza, apertura agli altri, ed equilibrio. Ogni discorso contro la bellezza ed il suo apprezzamento, contiene in sé qualcosa di antivitale, in quanto penalizza uno degli aspetti più forti della libido (intesa come energia complessiva) dell’essere umano: appunto la sensibilità alla bellezza.  Di solito ciò nasconde una certa dose di sessuofobia, di timore per il desiderio suscitato dalla bellezza. Spesso, il disprezzo per la bellezza, con la sua ostilità e paura per il corpo e la sua  attrazione, si accompagna ad un’ipervalutazione della mente, come se si trattasse di qualcosa di contrario alla bellezza.  L’associazione tra la “bella” e l’ “oca”, fa parte di questa ostilità alla bellezza, ed è una delle forme del timore per la potenza del femminile, di cui la bellezza è una delle manifestazioni più evidenti. Se quest’ostilità ha dunque  uno sfondo psicologico ossessivo, mentale ed anticorporeo, l’entusiasmo per il corpo femminile deve diventare consapevole della profondità delle energie da esso mosse, per non scadere in un concretismo reificante, che rischia appunto di ridurlo ad oggetto. Il modo più efficace è mantenere uniti attrazione e affetto, vivendo fino in fondo la misteriosa profondità della bellezza e del corpo. E seguendo con attenzione gli interessi di solito mossi da quella bellezza, che tendono ad elevare, come sapeva già il mondo classico, dal “bello” al “buono”.

Claudio Risé

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