Il padre smarrito

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 26/6/04. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

Dietro la fragilità di molte donne, alla perenne ricerca di approvazione maschile, c'è spesso un genitore debole. Con la cui "assenza" è inevitabile fare i conti

"Lei spesso sostiene che nelle donne l'autostima  dipende (in larga misura), dal rapporto con il padre. E quando il rapporto col padre, è stato mancante, é possibile rimediare? Mio padre? Spiegando la sua figura in famiglia in una frase sola, potrebbe essere "Non mi sento bene". I suoi problemi di ansia suggerivano a noi figlie una visione delle cose angosciosa e deprimente. Oggi, le amicizie maschili che ho, e alle quali tengo moltissimo, mi fanno soffrire. Ogni parere contrario, che viene da questi amici per me significa  un "non ti voglio", "mi deludi". Come si può riparare, si può crescere tanti anni dopo?"

Giovanna, Modena

Cara amica, in effetti in analisi (ma anche nella vita), è abbastanza usuale ritrovare un padre assente, o svalutante, dietro a una donna fortemente insicura. Che magari copre la sua scarsa fiducia in sé stessa con un atteggiamento prepotente. Così come dietro la donna tranquilla e sicura del proprio valore c'è quasi sempre una figura  paterna  che a suo tempo  ha saputo trasmettere un messaggio di calma, e calda, fiducia. Spesso  neppure  verbalizzato, ma trasmesso attraverso lo sguardo, e significativi gesti di conferma. L'approvazione di un padre autorevole ha questa potente efficacia perché egli  è la prima figura significativa,  dell'altro da sé che la bimba incontra, dopo essere uscita dal rapporto fusionale con la madre. La sua approvazione non avviene più all'interno di una relazione di rispecchiamento, come in parte rimane quella tra la madre e la figlia, ma è il sigillo di una conferma intima ma assieme anche esterna, che viene dal mondo. Al quale la figura e l'energia simbolica del padre rimanda, ed al quale conduce. Che fare dunque quando, come nel suo caso,  quell'approvazione forte e autorevole non c'è stata? E lei stessa scopre nel suo desiderio di consenso da parte dell'uomo  una somiglianza (come  dice nella sua lettera) col  comportamento delle "bambine, quando smaniano e si dimenano per farsi notare dal papà, e la mamma nemmeno la vedono"? Innanzitutto già la presa di coscienza del problema, l'accorgersene ed il collegarlo all'esperienza  negativa col padre, mette in moto un'attenzione, conscia ed inconscia, alla questione, che "lavora" per la sua guarigione. Come quando ci accorgiamo di una ferita prima ignorata, o trascurata: corpo e psiche si alleano naturalmente per guarirla.  Ma la presa di coscienza non basta. E' necessario anche ricostruire l'intero quadro familiare, e, la complicità  tra l'azione del padre e quella della madre. E' difficile infatti che un padre faccia tutto da solo; per solito c'è un sistema familiare che lo accompagna. Nel suo caso , per esempio, a quanto racconta nella sua lettera,  la malinconia della madre confermava, la visione negativa del padre. Nel suo cercare, oggi, l'approvazione incondizionata dei maschi, c'é  dunque anche l'ansia di sfuggire alla depressione materna, che le fa chiedere, inconsciamente, agli  uomini, di sottrarla  al mondo infelice della madre e delle sorelle. Il padre buono e positivo, comunque, ogni donna lo può trovare dentro di sé, nell'inconscio in cui il padre  negativo, o assente,  lo ha ricacciato. La via più praticata per ritrovarlo è quella della psicoterapia, ma anche l'esperienza  religiosa, e quella creativa, ci possono fare incontrare il padre. E, soprattutto, la relazione con gli altri: nella quale ognuno di noi, uomo o donna che sia, può ritrovare il padre amoroso smarrito, per diventarlo verso qualcuno che ha bisogno del nostro affetto, e fiducia.

       Claudio Risé

   

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