Quel fascino dark

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 15/5/04. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

Sentirsi attratte da donne borderline, che amano fare (e farsi del male). Capita a molti "bravi ragazzi" che proiettano su di loro le proprie inconsce zone d'ombra.

 

"Quando l'ho conosciuta - avevamo tutti e due ventisette anni - sembrava una ragazza piena di vita. Anche se mi sono accorto presto delle bruciature di sigaretta sulle braccia e delle cicatrici lasciate dalla lama sulle gambe: "Segni di rabbia" mi disse, una storia ormai superata. Non voleva rapporti perché la pillola fa ingrassare. Ma io potevo aspettare: ero deciso a sposarla al più presto. Poi è diventata sempre più insoddisfatta di se stessa, del suo aspetto fisico: andava ogni giorno in palestra, seguiva diete massacranti, scrutava il piatto come fosse un nemico. Infine mi ha annunciato che era finita, non le piacevo più. Del resto lei era malata. E a questo punto mi ha mostrato la coscia piena di nuovi tagli. Tutti mi invitano a dimenticarla. Ma non ci riesco. Senza lei la vita non ha più scopo".

Lettera firmata, Brescia

Caro amico, non si tratta di dimenticare, ma di diventare capaci di ricordare per non ripetere gli stessi errori. Questa storia è la fotocopia di tante altre che mi raccontano lettori simili a lei. Sono giovani, perfetti, "bravi ragazzi" che vengono da realtà semplici, da famiglie tutte lavoro, sacrificio e fedeltà agli impegni. Insomma quelli che gli americani chiamano i "jolly good boys", i ragazzi proprio bravi. E che hanno un incontenibile debole per le "dark girls", le ragazze pericolose. Queste donne rappresentano l'aspetto inquietante del femminile del "bravo ragazzo" che non lo vuole riconoscere e che, quindi, ne viene posseduto a livello inconscio. È tipico di una persona come lei che, come mi racconta nella sua lettera, lavora tutto il giorno e poi la sera ha ancora energia per correre un'ora lungo i prati, scambiare i pesanti segni di autolesionismo sul corpo di una giovane donna, che non è più un adolescente, per una ragazzata. A livello consapevole lei ha un rapporto talmente saldo con la sua fisicità da farle sembrare impossibile che un'altra persona non abbia invece nessuna relazione con il proprio corpo. E abbia piuttosto bisogno di martoriarlo per sentirlo, per toglierlo dall'anestesia. In realtà, è proprio perché una donna così rappresenta il piacere del tormento del corpo (ma non solo di quello), a lei totalmente sconosciuto, che ne è profondamente attratto. Come accade (se non stanno attenti) a gran parte dei suoi simili: i "ragazzi proprio bravi". I quali, infatti, perdono la testa per le ragazze, se non proprio cattive, almeno piuttosto pericolose: per se stesse innanzitutto, ma anche per gli altri. È sempre per la stessa ragione che lei era così affascinato dall'aspetto "intellettuale" della sua ragazza, da quegli interminabili discorsi che non si capiva dove andavano a parare ma che l'ammaliavano "come un labirinto misterioso da cui avrebbe potuto uscire qualunque cosa, forse mostruosa, ma interessante". Una personalità tanto solare e fisica come la sua è attirata dall'oscurità e dal mentale che non riconosce in sé, semplificando fin troppo la propria vita e i propri sentimenti. Per la stessa ragione lei, così legato alla vita nelle sue convenzioni di superficie, ha negato a se stesso il carattere mortifero delle manifestazioni anoressiche della sua amata. Ora non deve dimenticare. Ma anzi capire che questa donna pericolosa rappresenta un suo lato inconscio, negato ma esistente, che questa relazione le ha consentito di frequentare, "proiettandolo" sull'altro. Un lato che lei deve riconoscere dentro di sé per trasformarlo. Ed evitare di correre rischi in altre avventure pericolose. 

Claudio Risé

   

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