La donna ti accoglie? E tu?

Dalla rubrica  info/psiche lui, Io Donna, allegato al Corriere della Sera, 28/06/03. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

 

Alcune donne rifiutano, più o meno consciamente, di accogliere il corpo maschile. Un timore che l'uomo deve capire. Offrendo una contropartita sul piano dell'affettività e della relazione.

«Non   riesco  a vivere la storia d’amore con la mia ragazza come vorrei. Ho 25 anni e sono fidanzato da due con una ragazza di 23. La amo, tanto. Un anno fa le manifestai il desiderio di fare l’amore. Lei mi rispose di non essere pronta. Decisi di non metterle fretta. Dopo mesi, in un viaggio lontano da casa, ricevetti la stessa risposta. Questa volta ne parlammo. Mi dichiarò che i suoi sentimenti per me erano forti, ma mi spiegò di aver paura e di non riuscire a pensare il rapporto se non come un’invasione dell’uomo nel corpo della donna. Prima di metterci insieme, lei mi chiese quanto contasse per me il sesso. Le risposi che per me il sesso è un modo, non l’unico, per declinare l’amore in una coppia, per sentirsi uno. Mi sono reso però conto che neanche se ne può fare a meno, del sesso. Dopo il secondo “no” pensai che potessimo superare quel problema “per tappe”, con un avvicinamento lento dei nostri corpi. Non volevo forzature. Ingiuste per lei, mortificanti per me. Ma, quando le ho proposto momenti di maggiore intimità, ho incontrato solo rifiuti. Lei spera col tempo di vincere la sua paura. Io, però, non so cosa fare, come andare avanti. La amo ancora, e tanto.  Non mi va di metterla di fronte ad una sorta di aut aut, ma vorrei che questa situazione cambiasse».

Lettera firmata

Caro amico, il timore della sua fidanzata di essere “invasa” dal corpo maschile riproduce, nel mondo di oggi, un problema profondo, ed antico, nella relazione tra uomo e donna.  Esso affonda le sue radici, prima ancora che nel corpo, nella psiche dei due generi, quello femminile, e quello maschile. La presenza, in tutte le religioni, anche le più libertine, di figure femminili “vergini”, rappresenta appunto questa posizione psicologica, e la preoccupazione che essa esprime.  In un rapporto d’amore, come il vostro, l’unirsi dei due corpi esprime, e simboleggia, l’unione delle due anime, o, per usare un termine più tecnico, e più parziale, delle due personalità. In quell’unione, vissuta appunto come espressione d’amore e non come semplice ricerca di un momento di piacere, la donna offre al maschio una grandissima esperienza  di ospitalità: lo accoglie addirittura in sé. Di solito é proprio quando questo aspetto, psicologico,   dell’incontro sessuale non viene sufficientemente riconosciuto a livello conscio, che nella donna insorge la paura di essere invasa, al di là di specifiche patologie organiche, o psichiche, che possono esserci, ma anche no. Ed é, specularmente, ancora la rimozione, o sottovalutazione, di quest’aspetto centrale dell’incontro, che fa sì che nell’uomo si sviluppi spesso il timore di invadere, di usare in qualche modo violenza, anche se non lo vorrebbe affatto.  Il fatto é che la questione dell’accoglimento femminile nei confronti dell’uomo, deve essere portata nella coppia a un pieno livello di consapevolezza, per allontanare paure e risentimenti che altrimenti facilmente l’accompagnano, e per dare tutti i suoi frutti sul piano affettivo e della relazione. Della piena presa di coscienza dell’ospitalità femminile fa anche parte, naturalmente, la riflessione sulla sua contropartita da parte maschile. Lei ad esempio, caro amico, che ospitalità offre alla sua fidanzata, alla persona cui chiede di accoglierla dentro di sé? Intende ospitarla nella sua vita con la stessa pienezza? E in che progetto di vita si tradurrà questo accoglimento? Intende, per esempio, sposarla? Sembrano domande antiquate, e per questo, nella coppia, spesso non si osa più neppure  pronunciarle. Ma questo non migliora affatto le cose, dato che continuano a corrispondere, invece, a bisogni profondi. Si crea così una situazione ambigua, in cui aspetti del tutto naturali della relazione non vengono chiariti, e questo alimenta, nella donna, ma anche nel profondo dell’uomo, il timore di una “violenza” maschile. Che può invece dissolversi, con un leale impegno di piena e affettuosa ospitalità, verso la donna che l’accoglie.

Claudio Risé

   

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