Cuore di maschio       

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 3/11/07. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

"Ho 26 anni. Il ragazzo con cui stavo da quattro anni non vuole più saperne di me. Le incomprensioni sono state molte, io sono gelosa, e anche aggressiva, e ammetto di aver esagerato spesso, con scenate pesanti, che mi davano però una specie di strana eccitazione. Mi sentivo forte e convinta mentre gridavo, vuota e disperata dopo. Ci sono sempre stati però sentimenti forti fra noi, e intesa fisica. Ma lui dice che ora qualcosa s’è spezzato. Si può rimediare?" 

Una lettrice

Cara amica, la sua lettera è simile a molte altre missive femminili, che presentano il suo stesso stupore. “Come mai lui, che sembrava sempre così lucido e presente a sé stesso, quasi impermeabile alle mie scenate, non mi vuole più? Eppure sono sicura che mi ha amato molto, e forse mi ama ancora”. Forse è proprio così come lei, e molte altre lettrici, pensano: “lui”, vi ama ancora. Nel vostro stupore però, e anche nella vostra speranza che le cose si rimettano al meglio, c’è una non comprensione di un aspetto psicologico maschile, piuttosto importante. Ed è la particolare relazione che moltissimi uomini hanno col sentimento. Una relazione “minimalista”, nella quale sembra che i loro sentimenti, poco dichiarati e quasi mai rivendicati, siano per ciò stesso inscalfibili. La donna finisce così col viverli come un dato di fatto: mi ama, nel suo modo silenzioso e tenace, e mi amerà. Molte di quelle scenate sono anzi spesso dovute, più che a vere gelosie (lei mi scrive che sapeva bene di non averne ragione), o incompatibilità (di cui nega l’esistenza), ad un inconscio desiderio di snidare l’altro, di farlo reagire, magari con forza. Ottenendone dichiarazioni, promesse, minacce. In genere però, con questo tipo di uomini (la grande maggioranza), non succede nulla del genere. La loro coscienza, infatti, la loro personalità di superficie, è del tutto identificata con la sfera razionale. Dunque non con emozioni, passioni e sentimenti, ma fatti, cose, episodi. Ti voglio bene, voglio sposarti, avere dei figli con te. Un progetto di vita anche molto affettivo, ma presentato un po’ come un “business plan”, un piano di gestione aziendale. Il sentimento, l’emozione, la paura anche, sono ben custoditi nell’inconscio. Fuori la testa e i nervi saldi, il cuore ben nascosto nel profondo. Tuttavia, come tutte le cose che rimangono troppo a lungo nel profondo, e non si confrontano con le correnti, magari troppo fredde o troppo calde, della relazione quotidiana, la capacità maschile di far fronte ai sentimenti, propri e dell’altro, diventa molto fragile (mentre lui non lascia trasparire nulla di tutto questo). Questi uomini dai nervi d’acciaio finiscono così, continuando a mostrarsi delle corde da ferrata, col diventare più fragili di corde da violino. Ed improvvisamente, quando l’altra meno se l’aspetta, si spezzano. Di colpo, senza aver dato fino ad un minuto prima il minimo segno di cedimento, o almeno di turbamento. Qualche volta ricominciare si può, ma solo se si capisce che quell’uomo di ferro è delicato come il fiore vellutato di una viola. 

Claudio Risé

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