L'amante e il senso della vita    

Dalla rubrica  "Psiche lui" di Claudio Risé, in Io Donna, allegato al "Corriere della Sera", 2/09/06. E’ possibile scrivere a Claudio Risé, rubrica Psiche lui, Io donna, RCS Periodici, via Rizzoli 4, 20132, Milano; oppure collegandosi al sito www.claudio-rise.it  

"Ho cinquanta anni e da uno ho una relazione con una collega. Fino ad allora assoluta fedeltà alla donna che ho sposato 25 anni fa, poco dopo essere subentrato nell’azienda di famiglia a mio padre, morto improvvisamente. Mia moglie mi ha molto aiutato nel lavoro, nello sforzo di provvedere a mia madre e ai miei fratelli. Ma sembra pensare che la riuscita professionale, e la famiglia (due figli) siano tutto. Invece io ho interessi, curiosità inquietudini, che   condivido con quest’altra. Che però non so se amo".

Giacomo, Verona

Caro amico, il fatto è che nella seconda metà della vita si cambia. Non tanto perché, come sua moglie le rimprovera, agli uomini piacciono donne più giovani, e per quelle lasciano le precedenti compagne. Anche nel suo caso, la differenza d’età tra la sua amica e la moglie è minima: due anni, dunque non è quello il punto. Il fatto è piuttosto che una volta raggiunta l’affermazione personale, l’agiatezza, e una certa tranquillità, l’interesse va ad aspetti più sottili della vita. Che riguardano, sempre, la questione del senso dell’esistenza, della sua fatica, ed anche dei suoi successi. Lei insiste, ad esempio, nella sua lettera, sul fatto di aver in un certo senso “dovuto”, anche per ragioni economiche, subentrare nell’azienda del padre, di aver fatto un’enorme fatica per portarla in buone acque, e di chiedersi, oggi, se non abbia così finito a vivere una vita non sua. Di questa questione, mi racconta, alla moglie, che l’ha aiutata a reggere quelle fatiche, e che tiene molto al successo ottenuto, non importa nulla, e la  liquida come fantasticherie da adolescente viziato. Mentre invece l’amica, imprenditrice come lei, capisce, e si pone problemi simili. Naturalmente, il suo sforzo ha avuto un enorme significato (e lei gradualmente lo scoprirà), ma lei deve appunto riuscire a riconoscerlo, ed è importante che chi è accanto a lei legittimi, e non svaluti, questa ricerca, indispensabile per andare verso una vecchiaia serena e risolta. Più spesso di quanto si creda, all’origine di molte crisi matrimoniali nella mezz’età c’è da parte maschile un bisogno  di condividere una ricerca sul senso dell’esistenza, più che un’improvvisa smania sessuale. Purtroppo spesso la moglie si rifiuta di capire quest’esigenza, e qualifica come regressione infantile ciò che è invece il suo contrario. Vale a dire il bisogno che la tua compagna la smetta di farti da mamma nutriente e sdrammatizzante, e  affronti invece con te gli interrogativi più inquietanti dell’esistenza. Incominciando, naturalmente, dalla morte, che da quando comincia a profilarsi cambia l’intero orizzonte di vita di una persona sana, sufficientemente coraggiosa da voler guardare in faccia alla realtà. Dalla sua lettera appare chiaro che lei ama ancora sua moglie, e non ha, per ora, nessuna intenzione di buttare all’aria il suo matrimonio e la sua famiglia. Ha però bisogno di essere riconosciuto per l’adulto in ricerca che lei è ora, e non per il ragazzo volonteroso che la moglie ha generosamente supportato nel suo farsi strada nel mondo.

Claudio Risé

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