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1. IL LUPETTISMO

 

1.1. LORD BADEN POWELL[3]

 

Non si può parlare di Lupettismo senza accennare al suo fondatore, Lord Baden Powell (B.P. nel gergo scout), e alle motivazioni che l’hanno spinto a fondare i Lupetti. B.P. nasce a Londra nel 1857, uno degli ultimi di dodici fratelli. Intraprende la carriera militare e come ufficiale partecipa a missioni in India, in Afghanistan, a Malta, in Africa, fino alla battaglia di Mafeking (con i Boeri) che gli merita il titolo di Eroe di guerra e la nomina a Generale. Rientrato in patria entra in crisi di fronte al vagabondaggio crescente dei giovani inglesi e decide di fare qualcosa per loro. Dopo un breve esperimento nel 1907 presso l’isola di Brownsea, nel 1908 pubblica l’esito dei suoi esperimenti e le sue idee nel libro “Lo scoutismo per i ragazzi”[4]. Dopo aver lasciato la carriera militare per dedicarsi totalmente allo scoutismo, si sposa  e nel 1916 pubblica “Il manuale dei lupetti”. Muore nel 1941 in Kenya. Riguardo ai bambini aveva scritto:

 

“Delle tre branche del movimento (scout) personalmente considero la branca dei lupetti la più importante. Dico questo in ragione della psicologia del ragazzo. Penso che siate colpiti dal mio uso della parola “psicologia”, perché io stesso non l’ho mai studiata: i libri di psicologia li trovo così pieni di paroloni che li evito con cura. Ma ho studiato i rapporti della polizia e i giornali, e persino le statistiche della criminalità, ed é stato interessante scoprire che la delinquenza giovanile comincia tra i ragazzi inglesi all’età di 10 anni e raggiunge il suo punto culminante a 12 anni. Vi sono più giovani delinquenti fino all’età di 12 anni che fino all’età di 18 anni. Quindi la sola conclusione possibile é che i loro animi cominciano a volgersi in quella direzione e a formarsi al bene o al mele all’età di 8 o 9 anni. Se dunque prendiamo i ragazzi solo all’età di 12 anni come esploratori non possiamo impedire loro del tutto di scivolare nel male, ed é meglio prenderli in più giovane età, prima che le loro tendenze si volgano alla direzione sbagliata. A quell’età sono anche più malleabili, controllabili e indirizzabili nella giusta direzione[5].

 

1.2. RK + BP = il Lupettismo[6]

 

Baden Powell per lo scoutismo aveva adottato un’opera di Kipling, “Kim”,  e aveva presentato la vita avventurosa di questo ragazzo come un esempio da imitare per ricreare in “reparto”[7]l’atmosfera adatta. Ma “l’utilizzazione di questa storia di Kipling non fu però sottolineata da BP in nessun modo particolare, mentre per quanto riguarda “il libro della giungla”, egli espresse all’autore il ringraziamento per avergli concesso di tirare l’opera, che definisce ”inimitabile”.”(p.42). 

Il manuale dei lupetti si apre con un brano del Libro della Giungla di kipling, ma si allarga poi a ventaglio su altri episodi, tanto che possiamo ritenere il libro di kipling, per quanto riguarda racconti, giochi, lavoretti, disegni, tecnica, canti, danze, mimiche, solo una delle fonti. Dove invece il Libro della Giungla é la “sola, unica, insostituibile fonte di spirito giungla è nella creazione del tono del Branco”(p.43). I personaggi, la morale, le idee, i principi da Kipling ispirati sono vissuti dal bambino in modo spontaneo e sono così universali “da potere essere accolti e utilizzati dallo stesso cristianesimo”(p.43).  IL libro della Giungla è  perciò certamente, insieme alla “Famiglia Felice”, uno dei due filoni portanti di tutta la metodologia del “Lupettismo”.

 

1.3. L’AMBIENTE EDUCATIVO SECONDO LO SCOUTISMO

 

 

Lo scautismo propone un ambiente semplificato, a misura di colui che deve apprendere e tale da risultare emblematico e rappresentativo di situazioni ambientali più complesse. Si organizzano e si propongono situazioni simili a quelle reali, ma rispetto a queste, assai più protette e garantite, tali da favorire una acquisizione più rapida e sicura delle capacità di comprensione e manipolazione della realtà. L’ambiente educativo simula l’ambiente reale (e per questo è educativo) rendendolo più comprensibile e attenuando le conseguenze delle decisioni adottate rispetto a quelle che si manifesterebbero nell’ambiente reale.

Il divario tra ambiente reale e ambiente in scale si attenua man mano che si sale con l’età e si avanza verso i livelli terminali della formazione. La genialità di B.P. sta proprio nell’aver ideato la scala giusta[8]per la riduzione del mondo reale a livelli di comprensibilità e accettabilità.

Affinché l’ambiente educativo (l’ambiente in scala) sia fatto per imparare, deve presentare  - rispetto all’ambiente reale- cinque caratteristiche:

1.    Essere rappresentativo dell’ambiente reale in modo tale che gli apprendimenti  che si realizzano possano essere produttivamente trasferiti ed utilizzati nelle situazioni reali. In caso contrario occorrerebbe parlare di incentivo al disadattamento.

2.    Essere fatto in scala e su misura, per favorire al massimo la realizzazione di apprendimenti compatibili con le capacita’ e  le motivazioni di chi apprende. Ciò comporta inevitabilmente una scelta di elementi e l’eliminazione di elementi o aspetti o distinzioni sottili.

3.    Essere ambiente protetto, cioé organizzato secondo un progetto e tenuto sotto controllo in modo da ridurre al minimo o addirittura sfruttare in positivo l’insuccesso e l’errore. Rischi opposti: eccessiva cautela e protezione/non direttività.

4.    Ambiente dinamico e in progressiva evoluzione

5.    Stimolare un gioco di simulazione

 

 

!.3.  L’AMBIENTE FANTASTICO

 

 

·      Per Ambiente Fantastico si intende: giocare con continuità un tema in cui è immersa l’attività di formazione dei bambini nel Branco e nel Cerchio.

·      L’ambiente fantastico caratterizza il metodo di Branca L/C[9]. E’ una scelta pedagogica irrinunciabile e fondamentale.

·      Caratteristica fondamentale dell’AF è la stabilità e continuità pedagogica dell’ AF. La continuità impegna i bambini nella scelta di vivere un ambiente, e ciò risulta importante sul piano educativo. E’ educativo avere una matrice fantastica su cui un gruppo di bambini possa costruire una propria storia, una tradizione pedagogica stabile in cui riconoscersi. Per B.P.  ciò che stimola la creatività è il giocare con continuità un tema che coinvolge a fondo e in cui le attività servono da innesco.

·      L’AF non esclude, ma anzi esige la presenza di altre “ambientazioni fantastiche” riguardanti singole attività diversamente ispirate rispetto al tema fantastico di base.

 

I Requisiti che rendono un Ambiente Fantastico “occasione educativa” per il bambino/a e per chi ha il compito di  educare, sono:

1.    Rispetto della psicologia dei bambini. Questo comporta conoscere la psicologia dei bambini[10], tener conto della loro esigenza del meraviglioso[11]

2.    contenuto morale e formativo

3.    Riferimento alla progressione personale e di gruppo.[12] E’ necessario che i bambini nel riferimento all’AF di fondo abbiano la possibilità di individuare, interiorizzare e verificare i valori proposti dall’adulto ed il proprio ritmo di acquisizione

4.    La natura è un’occasione pedagogica che caratterizza e differenzia lo scoutismo da altre metodologie educative

5.    Dia la possibilità concreta all’adulto di inserirsi con un proprio ruolo ed una propria figura educativa nella trama del “tema giocato”.

6.    Sia trasferibile alla “dimensione gioco” del bambino.[13]

1.4. LA FAMIGLIA FELICE[14]

 

 

Per “Famiglia Felice” si intende un determinato modo di impostare e reggere lo spirito di comunità nei bambini in età lupetto. In questa età non sono rari gli attriti, il desiderio di primeggiare anche a scapito di altri, le incomprensioni. Il clima di famiglia felice tende a creare quell’armonia che permette di predisporre i bambini alla reciproca tolleranza e alla comprensione. E’ fatto di cordialità, gioia e allegria, attenzione alle piccole cose, generosità e accoglienza dell’altro. Viene creandosi attraverso giochi opportunamente scelti, momenti di conoscenza reciproca, piccoli traguardi richiesti in particolare ai più grandi, valorizzazione dei talenti di ciascuno a vantaggio di tutti, presenza costante e attiva degli adulti perché nessuno venga scartato, valorizzazione degli sbagli a scopo educativo. Male intendono lo “spirito di famiglia felice” coloro che lo intendono in modo settoriale, magari legato ad una età o ad un periodo dell’anno (generalmente i primi mesi di un anno di “attività”, quando sopraggiungono nelle “unità” scout i nuovi ragazzi), senza rendersi conto che questo spirito deve allargarsi alle famiglie e dare completezza allo spirito scout, a tutti i livelli e in tutte le età.

1.5. CONCLUDENDO

 

Mi rendo conto che le tematiche fin qui espresse meriterebbero molto più spazio, come pure sottolineo la mancano di molti aspetti del Lupettismo, quali ,ad esempio: il valore della Legge, il Motto e la Promessa, Le due stelle e le specialità, la strutturazione del “Branco” in sestiglie di età diversa, la divisa, i filoni educativi di B.P., le “Vacanze di Branco”,...

Questo perché era mio interesse dare solo il quadro entro cui ci muoviamo, rimandando ai sussidi indicati un eventuale approfondimento.

Senza il discorso fatto fin qui ritengo sarebbe stato veramente difficile ad un estraneo al mondo scautistico comprendere l’incisività che un libro come quello della Giungla di Kipling ha in un determinato ambiente e tutte le conseguenze che questo fatto comporta. Quello che mi sembra questo punto di poter sottolineare è che senza la Giungla ( o un libro equivalente[15]), molte delle cose fin qui dette avrebbero difficilmente avuto gli esiti che hanno avuto nel lupettismo.[16]

   

 

[1]Educare con una favola, p.14-16

[2]Per comodità ( e un po’perchè questo è il modo di chiamare Baden Powell all’interno dello scautismo) d’ora in poi abbrevieremo il nome con B.P.

[3]Educare con favola, pp.20-38

[4]In italiano si può rintracciare presso: Baden Powell, Scautismo per ragazzi, Ancora,Milano

[5]Tacquino, p.144

[6] Per “lupettismo” intendiamo il Metodo scout seguito dai lupetti (vedi nota 6) .

Le idee e le citazioni sono prese da “Educare con una favola”, pp.42-43

[7]Si dice “Reparto” il gruppo degli scout di età 12-16 anni, diviso in piccoli gruppetti, le

“squadriglie”, che svolgono delle attività dove l’autoeducazione ha un posto rilevante.

[8]Pista per i bambini, Sentiero per i ragazzi, Strada per i giovani. Per approfondire i motivi di questa terminologia, si vedano le opere : ASCI - Branca Lupetti, Piste - Idee e esperienze del Lupettismo, Ancora, Milano;   LEON BRAUN, Il sentiero del caposquadriglia, Ancora, Milano;  LORD BADEN POWELL, La strada verso il successo, Ancora, Milano.  Per il tema della “Strada”.

Si veda anche Educare con una Favola,  pp. 51-52.

[9]Chiameremo d’ora in poi con questa “terminologia tecnica” i bambini, detti “LUPETTI” e le bambine, “COCCINELLE”, da 8 a 12 anni, facenti parte dell’Associazione Scout.

[10]Si pensi qui anche all’importanza del “simbolismo in questa età. Per approfondimenti vedi anche: Educare con una favola, pp77-78

[11]Esigenza che si manifasta nel non sapere vivere la realtà separandola dal personale mondo fantastico.

[12]Nello scoutismo si stabiliscono con ogni ragazzo, e per tutti i ragazzi insieme, delle mete educative per un  cammino personalizzato rispondente alla singola crescita umana, secondo le indicazioni di B.P. Questi itinerari si dicono “Progressione personale e di Gruppo”. Per approfondire cosa B.P. intende per “crescita umana” si veda anche l’APPENDICE II del Manuale dei Lupetti (op.cit),pp.290-292.

[13]Ogni trattato che abbia come oggetto il bambino o il gioco parla di questo. Mi limito qui solo a richiamare che per il bambino il gioco rappresenta un po’ quello che dovrebbe essere il lavoro per l’adulto e cioè una dimensione essenziale e totalizzante della persona. La capacità dell’educatore consiste nel trasferire in questo linguaggio valenze educative non “immediatametne appetibili” dal bambino, in quanto “impegnative” e nello stesso tempo necessarie ad una sua crescita armonica. Questa operazione fa sì che il bambino desideri vivere quei valori che in altro tipo di linguaggio risulterebbere in qualche modo imposti.

[14]Educare con una favola, pp: 46-48

[15]Ma finora, malgrado i numerevoli esperimenti in particolare negli anni ‘70 e le critiche che si sono levate contro il libro di Kipling (critiche che analizzeremo a termine del nostro lavoro), non si è trovata una favola alternativa.

[16]Basti pensare che le intuizioni di B.P. vennero fatte (e sono fatte) loro dai regimi sia di destra che di sinistra, i quali imposero sempre lo sciglimento dello scoutismo, sentendolo come un forte rivale. Ma a differenza dello scoutismo queste associazioni, che basavano sull’ideologia il proprio scopo educativo, non ottennero mai quei risultati tanto sperati. Inoltre anche altri movimenti cattolici affini allo scoutismo, quale ad esmpio l’Azione Cattolica, adottano molti dei principi fin qui elencati con i propri gruppi di bambini, ma non hanno sui bambini la medesima incisività.