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ERNEST HEMINGWAY

 

Vorrei specificare che la mia preferenza per Hemingway è essenzialmente dovuta ad un mio particolare interesse per il romanzo psicologico  ed è stata influenzata dalla mia curiosità nei confronti di quella corrente letteraria conosciuta come “Decadentismo”.

Anche se il termine “Decadentismo”potrebbe essere associato ad un significato negativo, in realtà esso rappresenta un grande fatto storico ricco di molti aspetti positivi; esso infatti è l’estremo punto di arrivo della concezione romantica della poesia come pura interiorità e i suoi elementi caratterizzanti sono: la scoperta dell’inconscio, il simbolismo, l’estetismo, la funzione evocatrice della parola musica, l’angoscia esistenziale.

Alcuni caratteri fondamentali del Decadentismo li ho ritrovati nei romanzi più famosi dello stesso Hemingway: “Il vecchio e il mare”, “Fiesta” e “Addio alle armi”.

Nel primo romanzo, “Il vecchio e  il mare”, mi ha colpito molto la lotta estenuante che si intraprende tra il vecchio e il pesce, lotta che dura ben tre giorni, che vuole rappresentare la crudele ed eterna lotta per l’esistenza e che dimostra come il valore di un’azione non è determinato tanto dal suo esito, quanto dalla costanza, dalla forza e dal coraggio impiegati per portarla a fondo. Mentre in questo romanzo il protagonista prova un sentimento di affetto e di pietà nei confronti del suo nemico, in “Fiesta” emerge il tema della violenza e della morte intesa come ribellione e odio. Qui ci viene raccontata la corrida, sport che riscontra gli apprezzamenti della folla, ma anche il contrasto di alcune persone che ritengono una follia morire per divertimento. Per Hemingway la vita è intesa come divertimento, avventura, non emerge il valore della stabilità effettiva della famiglia. Infatti in  “Fiesta” viviamo la storia contorta di un gruppo di amici; al centro dell’attenzione di tutti c’è un’unica donna, Lady Brett, donna fragile e insicura.

L’amore è trattato in modo diverso nell’ultimo da me letto, “Addio alle armi”, nel quale il protagonista Henry, che cercherà di fare attenzione a non innamorarsi, finirà con l’amare veramente Catherine e col sentirsi intrappolato perché la donna aspetta un bambino. Il tema dell’amore si alterna alla freddezza, violenza e crudeltà della Prima guerra mondiale, presentata in tutta la sua crudezza. Nell’amore Henry ritrova la sua ragione di vivere e quindi decide di disertare per raggiungere la sua donna e vivere con lei il resto della sua vita. Purtroppo però emerge il tipico finale alla Hemingway: Catherine morirà di parto; ma Henry ha scoperto che nella vita c’è qualcosa per cui valga la pena di vivere: l’amore.

Un altro elemento che mi ha colpito nei romanzi di Hemingway è che il finale non è mai dato per scontato, ed io infatti ho potuto interpretare i romanzi letti secondo le passioni del momento, dando spazio alla mia immaginazione e ai miei gusti.

 INDICE DEGLI ARGOMENTI

1) Breve storia di Hemingway, in relazione alla corrente letteraria e all’inquadramento storico.

2) La violenza nei romanzi di Hemingway: la corrida e la guerra.    “Fiesta” e “Addio alle armi”

3) Evoluzione del tema dell’amore da “Fiesta” ad “Addio alle armi”.

4) Dall’odio alla pietà nei confronti del nemico: “Il vecchio e il mare”.

  BIBLIOGRAFIA

E. Hemingway,    FIESTA,  Milano,  Mondadori,  1970

E. Hemingway,   ADDIO ALLE ARMI,  Milano,  Mondadori,  1946

E. Hemingway,   IL VECCHIO E IL MARE,  Milano,  Mondadori,  1952 

G. Cecchin,  INVITO ALLA LETTURA DI HEMINGWAY,  Milano,  Mursia,  1975

 

ERNEST HEMINGWAY

Nato a Oak Park, Illinois, nel 1898; morto a Ketchum, Idaho, nel 1961.

Scrittore statunitense; svolse studi regolari e fu giornalista e corrispondente a Parigi del quotidiano STAR di Toronto. Allo scoppio della Prima guerra mondiale si arruolò volontario in un reparto di sanità dell’ esercito francese, per passare quindi al fronte italiano. Viaggiò in Medio Oriente e soggiornò per un certo periodo a Parigi; fu tra gli esponenti più noti e autorevoli della generazione di giovani scrittori e intellettuali americani espatriati in Francia. Lasciata l’ Europa, fece in un secondo tempo ritorno in Spagna dove seguì da vicino lo svolgimento della guerra civile.

Il primo genere letterario in cui Hemingway si cimentò fu quello del racconto: agli inizi della sua carriera risale un’ interessante raccolta di racconti intitolata IN OUR TIME (1924, Nel nostro tempo), opera giovanile in cui si delinea la tematica caratteristica della sua opera successiva: figura dell’ eroe, provato e intelligente, impegnato in un’ operazione continua di confronto con la realtà che lo circonda, la dicotomia uomo “libero” e “civilizzato”, paesaggio urbano e non, in situazione di conflittualità permanente. Agli anni successivi risalgono due romanzi: THE SUN ALSO RISES (1926, Il sole sorge ancora, noto anche come Fiesta) e FAREWELL TO ARMS (1928, Addio alle armi), che può essere defi Entrambi affrontano il tema della tragedia dell’ uomo deluso e sconfitto dalla realtà che lo circonda, perennemente impegnato in un processo di chiarificazione che lo porta alla lucidità e lo condanna alla follia e all’ impotenza.

Nel 1927 ci fu un secondo volume di racconti, dal titolo MEN WITHOUT WOMEN (Uomini senza donne); nel 1938 pubblicò un’ edizione comprendente anche i primissimi racconti e intitolata THE FIRST 49 STORIES.

Tra le opere successive si ricordano DEATH IN THE AFTERNOON (1932, Morte nel pomeriggio) e GREEN HILLS OF AFRICA (1935, Verdi colline d’ Africa), una specie di diario di battute di caccia in Africa, in cui Hemingway coglie l’ occasione per esporre le sue teorie critiche sull’ opera di alcuni scrittori.

Nel 1937 apparve TO HAVE AND TO NOT HAVE (Avere e non  avere), seguito nel 1940 da FOR WHOM THE BELL TOLLS (Per chi suona la campana), romanzo ambientato in Spagna durante la guerra civile, che riprende il motivo della contrapposizione tra vitalità dell’ uomo “primitivo” sano e incorrotto e la stanchezza e l’ esaurimento del protagonista, eroe “borghese”americano svolto, da Hemingway nella produzione anteriore.

L’ ultima opera, che valse a Hemingway il premio Nobel nel 1954, è THE OLD MAN ANDTHE SEA (Il vecchio e il mare), romanzo che chiude il ciclo della narrativa hemingwayana e, circolarmente, rimanda all’ impostazione tematica dei primi racconti: l’ uomo a confronto con il paesaggio naturale, la lotta, destinata al fallimento, tra l’ individuo e le forze della natura che l’ uomo non è in grado di controllare.

Altre opere: A MOVEABLE FEAST (1964, Una festa mobile), ISLANDS IN THE STREAM (1970, Isole nella corrente) e alcuni racconti inediti inseriti in THE NICK ADAMS STORIES (1972).

Che la vena di Hemingway fosse esaurita era apparso già evidente con il romanzo ACROSS THE RIVER AND INTO THE TREES (1950, Oltre il fiume e tra gli alberi).

Ampia popolarità arrise allo scrittore anche dalla trasposizione cinematografica di molti suoi romanzi e racconti (Per chi suona la campana, Addio alle armi e Il vecchio e il mare).

     [Donatella]