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Dinamiche
di gruppo e processi di socializzazione Per
gli studiosi, il termine “gruppo”: assume significati discordanti. Il
tipo di interazione faccia -a- faccia: è una caratteristica dei piccoli gruppi Secondo
una definizione di tipo soggettivo, un gruppo esiste quando: due o più
individui si percepiscono come membri della stessa categoria sociale. La
teoria che presuppone una “mente di gruppo”: è stata contestata da
Allport. L’applicazione
diretta delle teorie sul comportamento interpersonale a contesti di gruppo: non
risulta efficace Un
soggetto che entra a far parte di un gruppo: modifica la percezione di sè. Nella
fase di iniziazione di un soggetto alla vita di gruppo, l’aspetto del sè che
viene più rapidamente evocato dipende: dal contesto L’ingresso
di un individuo nel gruppo viene sancito da cerimonie o rituali che: hanno un
carattere meno formale se minore è il grado di istituzionalizzazione del
gruppo. I
riti di iniziazione di tipo “spiacevole” rivestono una funzione: di tipo
simbolico. La
teoria della “dissonanza cognitiva” si basa: sulle cerimonie di iniziazione
di tipo spiacevole. Secondo
il pensiero di Lewin, l’elemento costitutivo di un gruppo è rappresentato da:
l’interdipendenza del destino. Ai
fini di una maggiore coesione nel gruppo, risulta particolarmente significativa:
l’ “interdipendenza” del compito. Nella
realizzazione del compito da parte di un gruppo, il comportamento di tipo
“strumentale”: è diretto allo svolgimento del compito. Un
comportamento di tipo “estressivo”: riveste carattere socio-emozionale. Durante
lo svolgimento del compito, la fase detta “orientamento”comporta:
l’acquisizione delle informazioni per risolvere il problema. Col
termine “norma” siamo soliti intendere: una scala di valori. Il
processo di acquisizione delle “norme del gruppo” comporta per il singolo
individuo: l’interiorizzazione del proprio comportamento di standard di gruppo
preesistenti. La
così detta “latitudine di accettazione” di una norma riguarda: la
definizione della gamma di comportamenti accettabili. La
posizione di un individuo all’interno del gruppo è determinata: dal grado di
adesione dell’individuo verso la norma stabilita. In
relazione alla definizione che è stata effettuata dalla struttura del gruppo
come “rete interdipendente di ruoli e status gerarchici” possiamo affermare
che: tra ruolo e status esiste una differenza di valore. In
base ad una distinzione dei “ruoli”, lo “specialista del compito” è
quel soggetto più capace nella produzione di idee. Le
attività “dirette al compito” e le attività “socio-emozionali”: non
sono sempre incompatibili. La
teoria che si basa sull’ “ipotesi della somiglianza”: viene utilizzata nel
confronto sociale. Secondo
lo stile di direzione detto “autocratico”: il leader organizza le attività
del gruppo. Secondo
una leadership di tipo “permissivo”: la produttività aumenta in assenza del
leader. Tra
gli stili di direzione esaminati è emerso che i membri di un gruppo,
abitualmente, preferiscono: lo stile di direzione detto “democratico”. Il
limite maggiore di un “accentramento”dei processi direzionali nelle
organizzazioni: è di natura cognitiva. Secondo
la teoria di Fiedier, sulla “favorevolezza”
della situazione emerge che: l’elemento determinante è la relazione
leader-membri. In un gruppo disposto in modo “centralizzato” (rispetto ad un gruppo “decentralizzato”) si verifica che: per i compiti più complessi si registra una prestazione inferiore. |