D.O.P. : diagrams, origami-models, articles and photos by David Derudas

D a v i d &

O r i g a m i


Mi chiamo David Derudas, sono nato il 19 Ottobre del 1970 a Sassari, in Sardegna, dove attualmente vivo. Ho cominciato a fare Origami a partire dagli undici anni, grazie alla "gru che batte le ali", modello che un vecchietto piegava e regalava a tutti i bambini in una piazza nella quale mia madre mi portava a giocare da piccolo insieme ai miei fratelli.

Nel 1994 mi iscrissi al Centro Diffusione Origami Italiano (C.D.O.), e da allora è cominciata la mia collaborazione con questa associazione.

Nel 1997 il C.D.O. mi dedicò un quaderno peciale della serie "Quaderni del Quadrato Magico" intitolato "L'Origami per David"
Fui invitato all'Internationaler Paperfaltkongresse organizzato dalla Origami Munich Association a Monaco nel Settembre del 1998; nel Maggio del 1999 anche dall'M.F.P.P. (associazione origamistica francese) per "Les Rencontres de Mai"; nell'Agosto del 1999 ho partecipato al 5° Convegno dell'
Origami Tanteidan a Tokyo, grazie al Fondo Issei Yoshino, una borsa istituita in memoria del grande autore, creatore fra le altre cose del famoso "Scheletro di Tirannosaurus Rex".

Nel Settembre del 1999, una settimana dopo il convegno giapponese, ho partecipato anche all'Intenational Origami Butterfly Exhybition, organizzato dall'Origami Sverige, classificandomi primo insieme a Lionel Albertino: il premio per il primo posto è stata la partecipazione al secondo convegno svedese.

Nel Settembre del 2000 sono stato ospite dell'associazione spagnola (A.E.P.) che ha tenuto il suo convegno a Saragoza. In quella occasione la A.E.P. ha realizzato uno speciale libretto monografico sulla wet-folding e gli autori che ne fanno uso: "La técnica del papel humedecido", una sezione del quale è dedicata al mio lavoro.

A Giugno del 2001 ho partecipato come ospite speciale al convegno dell'Origami Usa.

A Settembre 2001 sono stato ospite della British Origami Society, in occasione del suo ultimo convegno.

Oltre che alla creazione di modelli mi dedico alla redazione di articoli per il Q.M. (Quadrato Magico), il bollettino della associazione italiana. Di tanto in tanto collaboro, insieme al mio gruppo di piegatura (F.O.L.D., acronimo per "Facciamo Origami La Domenica") all'organizzazione nella mia città di piccole esposizioni o dimostrazioni, corsi ecc.

Per naturale curiosità mi attrae qualunque genere e stile di Origami, anche se naturalmente ho le mie preferenze: non mi piace molto l'Origami "ipercomplesso". Al contrario apprezzo molto lo stile semplice ed essenziale che si può ammirare in autori come per esempio Luigi Leonardi, La Fosse, Yoshizawa: di questi artisti amo soprattutto la naturale capacità di sintesi.

Autori che hanno influito particolarmente sulla mia formazione sono stati Dave Brill (in particolare ricordo l'impatto con la tridimensionalità "strutturale", cioè ottenuta non con il semplice modellamento dell'origami piegato, ma con un reale procedimento di costruzione della struttura tridimensionale), e Herman Van Goubergen, del quale mi attira lo stile limpido e originale.... oltre, ovviamente, alle sue geniali idee.

La cosa più importante per me è che i miei modelli mi comunichino emozioni: se ottengo questo, generalmente riesco a comunicarle anche agli altri, e questo per me è fondamentale: più importante delle tecniche e dei materiali, che in realtà sono solo uno strumento, un mezzo, cui ci si avvicina per propria naturale predisposizione.

Per questo motivo, quando riproduco soggetti naturali, non cerco modelli reali a cui riferirmi, come foto, disegni, riproduzioni tridimensionali ecc., anzi lo evito, confidando nei miei "ricordi": immagini impresse nella mia memoria che mi diano l'idea immediata di ciò che sto osservando. Il cervello umano filtra naturalmente le caratteristiche fondamentali che ci attraggono nella natura ( la leggerezza delle ali di una farfalla, la bocca aperta di un ippopotamo, l'aggressività di un cobra), lasciando da parte tutto ciò che è contorno. Mi piace ascoltare e assecondare questa specie di istinto che sembra essere così caratteristico dell'animo umano.

Sono assolutamente convinto che l'Origami non sia solamente studio, sperimentazione, metodo, tecnica, ma anche (soprattutto) sentimento.

Non solo mi piace "fare" Origami, ma anche "pensare" Origami: si può piegare a qualunque livello e, indipendentemente da questo, fare dell'Origami uno stile di vita, quasi una filosofia. Questa forma di espressione coinvolge non solo i miei sentimenti, ma anche il mio modo di pensare, e il mio modo di affrontare la vita.