GLI ORGANI NELL’ABBAZIA DI MONTECASSINO

di Graziano Fronzuto

 

Note Storiche

San Benedetto fondò la “Badia Montis Casini” (Abbazia del Monte di Cassino) nel 529, dove scrisse la “Regula” per i monaci, che è tuttora osservata in tutti i monasteri cristiani del mondo. Fu seppellito nella chiesa abbaziale, ma la sua tomba fu talmente occultata che nel medioevo fiorì una leggenda secondo la quale il corpo era stato trasferito nella “Badia Florensis” (Abbazia di Fleury, nota anche come S. Benôit-sur-Loire).

Il monastero fu costruito su una posizione inaccessibile, che domina la Valle del fiume Liri e la Via Casilina (strada costruita dai Romani nel 350 a.C. e che fu sempre una delle strade più importanti tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli), perciò fu al centro di aspre battaglie per il controllo della regione e dei traffici commerciali, così i monaci furono costretti a costruire attorno all’abbazia mura e torri di difesa.

Nel 577 i Longobardi distrussero l’abbazia; ma i monaci ne ricostruirono una più grande (589) cje divenne sempre più ricca grazie alle donazioni ricevute da pellegrini ma anche papi, imperatori, re e nobili. La “Terra Sancti Benedicti” (il patrimonio di San Benedetto) consisteva in un gran numero di campagne, fattorie, vigne, chiese e palazzi in tutte le città della zona: Frosinone, S. Germano (attuale Cassino), Gaeta, Capua ed anche le isole di Ponza e S. Stefano! Montecassino divenne soprattutto un importantissimo polo artistico e culturale con una famosa biblioteca ed una vasta chiesa.

I Saraceni distrussero il monastero (883) che fu nuovamente ricostruito in stile Romanico; due terribili terremoti (1231 e 1349) lo danneggiarono così fu ancora ricostruito in stile Gotico. Pochi anni dopo, l’abate fu anche insignito del titolo di Vescovo di Cassino (da allora in poi tutti gli abati di Montecassino sono stati anche i Vescovi di Cassino): da quel momento la chiesa abbaziale fu elevata al rango di Cattedrale di Cassino.

Il Rinascimento fu un periodo di pace e prosperità; i monaci vollero ampliare l’abbazia e ne affidarono il progetto a Donato Bramante e ad Antonio da Sangallo; successivamente (1625) incaricarono il famoso architetto Cosimo Fanzago di ristrutturare l’antica chiesa gotica con marmi, affreschi e decorazioni barocche.

* [Foto 1: veduta dell’Abbazia di Montecassino in epoca barocca, riproduzione di antica incisione, coll. priv., Napoli] *

 

Tutti gli artisti più celebri del regno di Napoli furono chiamati a Montecassino: Nicola Malinconico, Francesco Solimena, Giovanni Lanfranco (dipinti sugli altari laterali), Luca Giordano (affreschi sulle volte e sulla cupola, 1675–80; dipinto sull’ingresso “S. Benedetto fonda l’abbazia”, 1701), ancora Cosimo Fanzago (sculture e l’Altare Maggiore, in collaborazione con Jacopo Làzzari e suo figlio Dionisio Làzzari, 1645).

Il magnifico coro ligneo intagliato fu realizzato nel 1635 e, subito dietro l’altare maggiore come tradizione, vi fu collocato un organo positivo (1656) costruito dall’organaro napoletano Giuseppe de Biase sul quale è attestato un intervento successivo di Giovanni Schibone [originario di Pàstena, paese nella Ciociaria noto per le grotte calcaree]. Alla fine del XVII sec. l’architetto Lorenzo Vaccaro disegnò la splendida cantoria fondale e la cassa monumentale del sovrastante organo, che fu costruito dall’organaro Cesare Catarinozzi da Subiaco (1696) e che fu ampliato in vari interventi successivi.

Alla fine del XIX sec., fu ritrovato il corpo di San Benedetto sotto la cripta rinascimentale, che fu così decorata con mosaici realizzati dai monaci tedeschi della “Badia Burana” (abbazia di Beuron, quella dove furono conservati i famosi “Carmina Burana”).

Nota: l’antica Abbazia di Montecassino appare in molte fotografie storiche in bianco e nero; i suoi magnifici colori sono visibili in almeno due dipinti:

* [Foto 2: “Organo Monumentale di Montecassino”, fotografia del 1930 circa, per gentile concessione della coll. priv. della Fam. Caruso, Gaeta - Napoli] *

 

La processione del Corpus Domini nell’Abbazia di Montecassino” (1858), dipinto dal pittore Pasquale Mattei (Gaeta [o Mola di Gaeta, attuale Formia], 1813-Napoli, 1879), conservato nel Palazzo Reale di Napoli, XXV Sala.

Coro e Organo di Montecassino” (1910 ca.), di Domenico Battaglia, noto pittore della “Scuola di Posillipo”, appartenente ad una collezione conservata a Napoli.

* [Foto 3: “Coro e Organo di Montecassino dipinto da Domenico Battaglia, foto del dipinto, coll. priv., Napoli] *

 

L’ultima distruzione e la ricostruzione

Quanti furono i monumenti religiosi in Europa che furono distrutti durante la prima e la seconda guerra mondiale? Probabilmente non lo sapremo mai con esattezza.

Con l’armistizio (8 settembre 1943), l’esercito tedesco fermò gli alleati sulla “Linea Gustav” che includeva la collina di Montecassino. La furiosa battaglia di Cassino proseguì per molti mesi finché i bombardieri americani distrussero praticamente tutti i paesi della zona e, il 15 febbraio 1944, anche questo splendido e inimitabile monumento barocco, uno dei più importanti simboli del mondo cristiano.

Forse il comando tedesco conosceva in anticipo le intenzioni degli Americani così ordinò all’abate S.E. Ildefonso Rea e ai monaci di lasciare l’abbazia. In quell’occasione fu girato un documentario di propaganda bellica dai soldati tedeschi (essi volevano mostrare “la barbarie dell’esercito alleato”): fu registrato anche il suono dell’organo, che suonò per l’ultima volta (dall’organista Padre Luigi De Sario, segretario dell’abate). L’abate ordinò di conservare i dipinti, le statue amovibili, gli ornamenti degli altari nelle caverne sotto l’abbazia, poi –come il capitano di una nave che affonda– volle coraggiosamente restare nell’abbazia con pochi monaci fedeli e pochi altri uomini cui ormai la guerra aveva levato ogni cosa e per i quali l’abbazia rappresentava l’unica speranza di vita.

* [Foto 4: Montecassino nel 1945 a Guerra finita] *

 

Nota: il documentario di propaganda bellica girato dai soldati Tedeschi nel 1944 è stato utilizzato nel film “Montecassino nel cerchio di fuoco”, diretto da Arturo Gemmiti (1946, edito nuovamente nel 1961), con Zora Piazza, Ubaldo Lay, Fosca Freda [musica dai vari autori e del Rev. Luigi De Sario, suonata dallo stesso De Sario sull’antico organo Catarinozzi, prima che fosse distrutto dalle bombe americane).

 

Dopo il bombardamento, l’abate e i pochi altri sopravvissuti miracolosamente lasciarono i rifugi sotto la cripta e si ripromisero di impiegare “gli anni di vita che il Signore ancora concedeva” per  ricostruire l’abbazia “com’era e dov’era”.

Così Montecassino non fu edificata in stile moderno (come per esempio la Cattedrale di Coventry, la chiesa imperiale di Berlino ecc.) ma fu meticolosamente ricostruita restaurando tutti i capolavori che erano stati conservati e ricomponendo i frammenti e le rovine delle decorazioni barocche. Purtroppo le volte e la cupola di Cosimo Fanzago, i favolosi affreschi di Luca Giordano, il magnifico organo di Cesare Catarinozzi erano perduti per sempre.

Il Governo Italiano finanziò la ricostruzione, che fu compiuta quanto prima possibile: convento (1948), chiesa (1950) ed il nuovo organo (costruito da Vincenzo Mascioni nel 1953). Le volte e la cupola rimasero senza decorazioni; solo nel 1977 il noto artista Pietro Annigoni (autore anche dei ritratti ufficiali della regina Elisabetta II d’Inghilterra) dipinse nuovi affreschi nella cupola.

Un altro organo fu costruito nel 1957 nella Sala detta “Coro interno del Monastero”. Nel 1977 le Suore Benedettine del Monastero di Teano donarono all’abbazia di Montecassino uno splendido positivo napoletano costruito da Giuseppe de Martino (1710), che fu restaurato da Mascioni e conservato nella stessa Sala.

Oggi Montecassino è un monumento barocco perfettamente restaurato, e merita una visita di tutti gli Europei. La chiesa, la cripta, la presenza del protettore d’Europa S. Benedetto e di sua sorella S. Scolastica, le innumerevoli tombe di tutti quei soldati che morirono qui nel 1944 sono elementi inseparabili dell’abbazia, scrigno delle sofferenze e delle speranze dell’Umanità.

Se siete persone troppo sensibili, non venite in questa chiesa e soprattutto non ascoltate il suono dell’organo: non potreste riuscire a trattenere le lacrime.


GLI ORGANI

Ringrazio sinceramente il rev. Padre Luigi De Sario (organista onorario dell’Abbazia, egli fu l’ultimo a suonare l’organo Catarinozzi ed il primo a suonare l’organo Mascioni; ma fu anche assistente particolare di S.E. Ildefonso Rea, abate di Montecassino e Vescovo di Cassino, che sopravvisse alla guerra e fu l’animatore della ricostruzione) per le notizie che mi ha fornito sull’organo storico monumentale e sugli organi attuali, con inimitabile cortesia.

Ringrazio anche l’arch. Furio Luccichenti che, con particolare gentilezza, mi ha fornito sue indicazioni sulla famiglia Catarinozzi (cfr. anche: Furio Luccichenti «I Catarinozzi, famiglia di organari» estratto da RECERCARE rivista per lo studio e la pratica della musica antica IX 1997).

 

ORGANI STORICI

I – Organo Monumentale del XVII sec.

Cantoria e cassa monumentale, in legno intagliato e dorato (“meccato”), realizzate su disegno di Lorenzo Vaccaro (allievo di Cosimo Fanzago e padre del famoso artista Domenico Antonio Vaccaro);

Organo costruito da Cesare Catarinozzi da Subiaco (1696, il suo strumento consisteva nei registri di “Ripieno” della tastiera principale), ampliato da Quirico Gennari da Ancona (1830; aggiunta dei registri da “concerto”), Pietro di Benedetto Saracini da Alvito (1880, che aggiunse il manuale inferiore); modificato e riformato da Pacifico Inzoli da Crema (1913; egli rimosse alcuni registri ottocenteschi e aggiunse le Viole) – distrutto il 15 febbraio 1944.

registri (al momento della distruzione):

II – Grand’Organo

 

“Ripieno”

          Principale                         16’      bassi

          Principale Soprano         16’      soprani

          Principale                           8’

          Ottava                                4’

          XV                                      2’

          XIX

          XXII

          XXII

          XXVI

          XXIX

          XXXIII

          XXXVI

“Concerto”

          Unda Maris                       8’      soprani

          Flauto Traverso                8’

          Flauto in Ottava               4’      bassi

          Flauto in Ottava               4’      soprani

          Flauto in XII               2’2/3’

          Viola                                   8’      bassi

          Viola                                   8’      soprani

          Cornetta                       II file      bassi

          Cornetta                      III file      soprani

          Tromba                              8’

          Flauto                                 8’      soprani

 

I – Espressivo

 

“Ripieno”

          Principale                           8’      bassi

          Principale                           8’      soprani

          Ottava                                4’

          XV                                      2’

          XIX

          XXII

          XXII

          XXVI

          XXIX

“Concerto”

          Traverso                            8’

          Flauto in ottava                4’      bassi

          Flauto in ottava                4’      soprani

          Cornetta                      III file      soprani

          Viola                                   4’      bassi

          Viola                                   4’      soprani

 

 

Pedale

          Contrabbasso                 16’

          Basso                                 8’

          Violoncello                        8’

 

II / P – I / II

 

Estensione: tastiere 56 note; pedaliera 27 note

 

II – Organo Positivo del XVII sec.

Costruito da Giuseppe de Biase da Napoli (1656), con interventi successivi di Giovanni Schibone da Pàstena (ante 1696) e, probabilmente, degli altri organari che hanno lavorato sull’organo monumentale – distrutto il 15 febbraio 1944.

N.B. probabilmente nei secoli scorsi vi furono altri strumenti (piccoli positivi) utilizzati all’interno del monastero, ma non vi sono dati certi per poterne identificare la storia.

 

ORGANI ATTUALI

Attualmente l’abbazia conserva tre organi di indubbio interesse: l’organo maggiore rimpiazza degnamente l’antico organo monumentale, del quale occupa la collocazione, nonché l’antico positivo, il cui posto è occupato dalla consolle attuale.

1 – Organo maggiore

Cassa monumentale, in legno intagliato e dorato (“meccato”), priva di cantoria, realizzata su disegno dell’ing. Ignazio Breccia–Fratadocchi e del rev. Padre Francesco Vignanelli (apprezzato pittore e scultore, fratello del famoso organista Ferruccio Vignanelli); il disegno complessivo è una reinterpretazione libera della cassa antica, anche se la Mostra è stata articolata su 5 campi invece che 3 (cosa alquanto “fuori stile” poiché tutti gli organi monumentali napoletani del periodo barocco napoletano aveva le mostre articolate in 3 campi).

Organo costruito da Vincenzo Mascioni da Cuvio (1953) su progetto fonico dello stesso Vincenzo Mascioni, del prof. Ferruccio Vignanelli e del rev. Padre Luigi De Sario.

* [Foto 5: “Organo Maggiore di Montecassino”, fotografia dell’autore, 1994] *

 

Registri [rilevati in sito allo stato attuale, seguendo la numerazione delle placchette]

I Manuale – Positivo [Espressivo]

III Manuale – Recitativo Espressivo

    1      Bordone                           16’

    2      Principale                           8’

    3      Flauto Aperto                   8’

    4      Bordone                             8’

    5      Viola                                   8’

    6      Dolce                                  8’

    7      Ottava                                4’

    8      Flauto a Camino               4’

    9      Nazardo                       2’2/3’

  10      Flagioletto                         2’

  11      Decimino                     1’3/5’

  12      Decimaquinta                    2’

  13      Ripieno 6 file

  14      Fagotto                              8’

  15      Clarinetto                           8’

  16      Sesquialtera Combinata

  17      Cornetto Combinato

  18      Ripieno Combinato

  19      Tremolo

 

  20      Bordone                           16’

  21      Principale Forte                8’

  22      Principale                           8’

  23      Flutta                                  8’

  24      Bordone Dolce                 8’

  25      Viola di Gamba                  8’

  26      Salicionale                         8’

  27      Ottava                                4’

  28      Flauto in XII               2’2/3’

  29      Silvestre                             2’

  30      Flauto in XIX             1’1/3’

  31      Cornetto 3 file

  32      Decimaquinta                    2’

  33      Ripieno 6 file

  34      Fagotto                            16’

  35      Tromba Armonica            8’

  36      Oboe                                  8’

  37      Cromorno                          8’

  38      Chiarina                             4’

  39      Celeste                               8’

  40      Coro Viole                         8’

  41      Voce Corale                       8’

  42      Tremolo

 

Sezione Corale [aperta]

Unioni e Accoppiamenti

Sezione Corale: I Manuale

  43      Principale                           8’

  44      Corno di Camoscio          8’

  45      Ottava                                4’

  46      Unda Maris                       8’

Sezione Corale: Pedaliera

  47      Bordone                           16’

 

  48      Unione                     I 8’ Ped

  49      Unione                    II 8’ Ped

  50      Unione                  III 8’ Ped

  51      Unione                        III 8’ I

  52      Unione                         I 8’ II

  53      Unione                      III 8’ II

 

  54      Unione                     I 4’ Ped

  55      Unione                    II 4’ Ped

  56      Unione                  III 4’ Ped

 

  57      Unione                          I 4’ I

  58      Unione                        III 4’ I

  59      Unione                        II 4’ II

  60      Unione                       I 16’ II

  61      Unione                         I 4’ II

  62      Unione                    III 16’ II

  63      Unione                      III 4’ II

  64      Unione                     III 4’ III

  65      Piano Automatico Pedale

 

Annulli

   A      Ancia I Man.

   A      Ancia II Man.

   A      Ancia III Man.

   A      Ancia Ped.

   A      Generale Ancie

   A      Fondi 16’ I e III Man.

   A      Ripieni

   A      Mutazioni

   A      Accoppiamenti [Unioni 16’ e 4’]

   A      Unioni Tastiere

   A      Unioni Tastiere al Pedale

   A      Organo Corale

 

 

II Manuale – Grand’Organo

Pedaliera

  66      Principale                         16’

  67      Principale I                        8’

  68      Principale II                       8’

  69      Flauto Traverso                8’

  70      Corno Dolce                      8’

  71      Dulciana                            8’

  72      Ottava I                              4’

  73      Ottava II                            4’

  74      Flauto Dolce                     4’

  75      Duodecima                 2’2/3’

  76      Decimaquinta                    2’

  77      Ripieno Grave 3 file

  78      Ripieno Acuto 4 file

  79      Tromba                            16’

  80      Tromba                              8’

  81      Voce Umana                      8’

 

  82      Basso Acustico              32’

  83      Contrabbasso                 16’

  84      Principale Violone          16’

  85      Subbasso                        16’

  86      Bordone                           16’

  87      Quinta                       10’2/3’

  88      Basso                                 8’

  89      Principale                           8’

  90      Corno di Camoscio          8’

  91      Bordone                             8’

  92      Violoncello                        8’

  93      Quinta                         5’1/3’

  94      Ottava                                4’

  95      Flauto                                 4’

  96      Ottavino                            2’

  97      Ripieno 6 file

  98      Bombarda                        16’

  99      Tromba                              8’

100      Clarone                              4’

 

Accessori

6 Combinazioni Fisse Generali a Pistoncino

6 Combinazioni Libere Generali a Pistoncino richiamabili con Pedaletti

6 Combinazioni Libere Particolari per ogni tastiera e per la pedaliera

Pistoncini e Pedaletti di richiamo Unioni 8’

Staffa Crescendo Generale

Staffa Espressione al I Manuale

Staffa Espressione al III Manuale

Pedaletti Ripieno I, II [e Ped], III; Ancia, Tutti

 

Estensione

Tastiere di 61 note (Do – Do); Pedaliera di 32 note (Do – Sol).


2 – Organo della Sala detta del “Coro interno del Monastero”

Organo costruito da Vincenzo Mascioni da Cuvio (1957), successivamente modificato, su progetto fonico dello stesso Vincenzo Mascioni e del rev. Padre Luigi De Sario.

* [Foto 6: organo del “Coro interno del Monastero”, fotografia dell’autore, 1994] *

 

Registri [rilevati in sito allo stato attuale, seguendo la numerazione delle placchette]

I – Grand’Organo

 

    1      Principale                         16’

    2      Principale                           8’

    3      Flauto                                 8’

    4      Dulciana                            8’

    5      Ottava                                4’

    6      Sesquialtera                 II file

    7      XV                                      2’

    8      XIX                              1’1/3’

    9      XXII                                   1’

  10      Ripieno Acuto 2 file

  11      Tiratutto Ripieno     IV rgs.

  12      Voce Umana                      8’

 

Unioni

Pedale

  13      Unione                     I 8’ Ped

  14      Unione                    II 8’ Ped

  15      Unione                         II 8’ I

 

  16      Subbasso                        16’

  17      Basso                                 8’

  18      Dulciano (sic)                   8’

  19      Ottava                                4’

 

Accoppiamenti

Espressivo

  20      I 4’ Ped

  21      II 4’ Ped

  22      I 4’ I

  23      II 16’ I

  24      II 4’ I

  25      II 16’ II

  26      II 4’ II

  27      Principale                           8’

  28      Bordone                             8’

  29      Viola Gamba                      8’

  30      Flauto                                 4’

  31      Nazardo                       2’2/3’

  32      Silvestre                             2’

  33      Decimino                     1’3/5’

  34      Voce Celeste                     8’

  35      Tromba Armonica            8’

  36      Tremolo

 

Accessori

6 Combinazioni Libere Generali a Pistoncino richiamabili con Pedaletti

Pistoncini e Pedaletti di richiamo Unioni 8'

Staffa Crescendo Generale

Staffa Espressione al II Manuale

Pedaletti Ripieno, Tutti

 

Estensione

Tastiere di 58 note (Do – La); Pedaliera di 30 note (Do – Fa).

 

2 – Organo Positivo barocco nella Sala detta del “Coro interno del Monastero”

Organo costruito da Giuseppe de Martino da Napoli, organaro della Regia Cappella (1710), per il Monastero delle Monache Benedettine di Teano; cassa finemente intagliata e dorata, con ante dipinte da pittori allievi della scuola di Luca Giordano; restaurato da Mascioni (1977, quando l’organo fu donato all’Abbazia di Montecassino).

* [Foto 7: organo positivo del 1710, fotografia dell’autore, 1994] *

 

Registri, azionati da tiranti a pomello, senza nomi, posti in fila verticale a destra della tastiera

[ Principale            8' ]

 [ Ottava                                ]

 [ XV      ]

 [ XIX    ]

 [ XXII   ]

 [ XXVI                   ]

 [ XXIX                   ]

 [ Tiratutto                ]

 [ Zampogna doppia: Do - Fa]

Estensione: 45 note con prima ottava “corta” senza pedaliera.

 

Note: Giuseppe de Martino da Napoli, organaro della Regia Cappella e del Tesoro di San Gennaro, è l’organaro che costruì (tra il 1685 e il 89) l’ “organo di Alessandro Scarlatti” nella SS. Annunziata di Gaeta, la cui cassa fu disegnata da Dionisio Làzzari.

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