Gli organi del conservatorio "Santa Cecilia"      di Roma

di GRAZIANO FRONZUTO

Premessa

Quando si parla di organi, vengono subito in mente vaste chiese con acustica misticamente riverberante; ma gli organi possono avere altre collocazioni, dalle piccole cappelle fino ad ambienti del tutto diversi (quali salotti privati, Sale di Pubbliche assemblee, teatri e financo palazzi del ghiaccio e edifici per grandi magazzini…). Un caso tipico è la Sala da Concerti, o Auditorium, un ambiente concepito per eseguire musica strumentale e sinfonica e la cui acustica è pulitissima, priva di ogni riverbero, cosa che pur penalizzandone la voce, non ha mai impedito la collocazione di organi a canne. Organi raffinati e di grande interesse si trovano in Sale da Concerti, ed in particolare in quelle dei Conservatori vi sono strumenti di insostituibile ausilio didattico. Non è questa la sede per parlare in generale degli organi dei conservatori italiani (o per disquisire di quale tipo essi debbano o non debbano essere), ma intendo solo far conoscere quello che può a ragione essere ritenuto uno dei migliori strumenti esistenti in Italia, con una storia interessantissima, e che in origine è stato preso ad esempio per il movimento ceciliano e per tutti gli organi a scopo didattico realizzati nel XX sec.: l’organo del Conservatorio di Roma, intitolato, non a caso, a Santa Cecilia.

Roma: dal martirio di Santa Cecilia alla nascita del Conservatorio

La giovane Cecilia fu condannata a subire il martirio dopo la decapitazione di suo marito Valeriano e di suo cognato Tiburzio (che lei stessa aveva convertiti); come recita l’antico martirologio “mentre risuonavano gli strumenti musicali” in cuor suo intonava la preghiera. La frase virgolettata è la traduzione letterale del testo Latino: cantantibus organis, un ablativo assoluto che indica la concomitanza della sua preghiera con la produzione di suono da parte di non meglio identificati strumenti musicali. Sta di fatto che ciò bastò per i musicisti di ogni tempo ad invocare Cecilia come protettrice, ed ai pittori per raffigurarla addirittura come organista, alla tastiera di un piccolo portativo (il cui mantice è spesso azionato da un angelo…).

* [foto 1: Santa Cecilia all’organo dipinto di Carlo Sellitto, 1610, custodito a Napoli – Museo di Capodimonte] *

 

Il corpo della Santa fu scoperto, incorrotto, nelle catacombe romane nel 1599 esattamente nella posa quasi dormiente in cui la ritrasse, subito dopo la scoperta, lo scultore Stefano Maderno (la statua è oggi nella chiesa di Santa Cecilia in Trastevere a Roma).

* [foto 2: Santa Cecilia martire scultura di Stefano Maderno, 1599, custodita a Roma – Basilica di Santa Cecilia in Trastevere] *

 

In Roma il culto di Santa Cecilia è molto antico, ma riunioni di musicisti invocanti la Santa sono documentate solo a partire dal XVI sec. con la virtuosa compagnia de’ musici, poi “Congregazione de’ Musici” (1565). Con la protezione papale, la Congregazione divenne Pontificia Accademia ma non fu mai una vera e propria scuola di musica, anche se non mancarono proposte in tal senso (nel 1839–40 la scuola fu effettivamente fondata ed affidata alla direzione di Gaspare Spontini, ma non si riuscì a renderla operante).

Nel 1869 il pianista Giovanni Sgambati (allievo di Franz Liszt e valente didatta) e, poco dopo, il violinista Ettore Pinelli organizzarono nella sede dell’Accademia alcuni corsi pubblici gratuiti per studenti meritevoli ma non abbienti; con decreto del Cardinale Camillo di Pietro (23 maggio 1870) furono ufficialmente aperte le due classi con dieci scolari ciascuna. Il 20 settembre 1870, con la “presa di Porta Pia” finiva il potere temporale del papa ma l’Accademia proseguì la propria attività riuscendosi a porre sotto la protezione del re (divenendo “Regia Accademia di Santa Cecilia”) e ad avere il rango di Scuola (“Liceo Musicale”) con sovvenzionamenti pubblici nel 1875.

Nel maggio 1876 il Liceo ebbe una nuova sede all’interno dell’ex monastero delle Suore Orsoline di via dei Greci (una traversa della centralissima via del Corso) che era stato espropriato l’anno prima. La biblioteca dell’Accademia fu arricchita dal prestigioso fondo musicale Orsini (che Alessandro Orsini aveva venduto allo Stato).

Nel 1881 fu incaricato l’architetto Pompeo Coltellacci di trasformare uno dei chiostri del convento in sala da concerti, che disegnò nel sobrio stile neoclassico tuttora visibile. Vi fu collocato un grosso organo e solennemente inaugurata nel 1895 dalla regina Margherita (la quale, com’è noto, era un’abile pianista ed aveva avuto lezioni di pianoforte e di organo da Filippo Capocci). La nobile madrina, che fu sempre una generosa mecenate di iniziative artistiche, aveva anche contribuito alla costruzione con una personale donazione di ben 10.000 lire dell’epoca!

Nel frattempo (1886), sotto la direzione di Filippo Marchetti (in carica fino al 1902), era stato approvato lo Statuto e ufficializzati i programmi dei corsi (composizione, canto, organo, pianoforte, violino e viola, violoncello, contrabbasso, flauto, oboe, clarino, fagotto, corno, tromba e trombone, arpa, strumenti a percussione, solfeggio, storia ed estetica musicale, diritti e doveri, declamazione e gesto, letteratura poetica e drammatica, lingua italiana, latina e aritmetica, lingua francese e altre lingue estere viventi, geografia e storia, paleografia musicale). Da notare che la classe di declamazione e gesto diretta da Virginia Marini si distaccò nel 1893 (divenendo una scuola di recitazione che fu prima intitolata ad Eleonora Duse, nel 1935 diventò Accademia Nazionale d’Arte Drammatica oggi intitolata a Silvio d’Amico che ne fu il primo direttore).

Nel 1911 il Liceo Musicale, diretto da Stanislao Falchi (in carica tra il 1902 e il 1915), divenne Ente Morale; ma solo nel 1919, sotto la direzione di Marco Enrico Bossi (1915-1922), fu statalizzato e definitivamente distinto dall’Accademia di Santa Cecilia, che proseguì autonomamente la propria attività. Con il Decreto n. 2123 dell’ 11 dicembre 1923 (per il riordino degli istituti di istruzione artistica) il Liceo ebbe finalmente denominazione e rango di Conservatorio di Musica mantenendo l’intitolazione storica a Santa Cecilia. Il direttore era Ottorino Respighi (fino al 1925) cui successe Giuseppe Mulé (fino al 1943). Finite le incertezze del dopoguerra, il Conservatorio prosegue tuttora la propria attività sotto la prestigiosa guida dei direttori che si sono succeduti.


L’organo della Sala da Concerti: da Oskar Walcker a Giovanni Tamburini

Come abbiamo detto, la Sala da Concerti fu progettata da Pompeo Coltellacci che aveva previsto anche l’organo, disegnandone l’inserimento sulla parete fondale della sala e l’estetica nelle sue linee generali. La cosa appare ovvia, per un architetto che si occupa di spazi in cui debba anche trovare alloggiamento un organo, ma che oggi sembra essere dimenticata: basta guardare la maggior parte delle moderne chiese italiane (nel cui progetto l’organo non è nemmeno ipotizzato lontanamente) ma anche delle moderne sale da concerto italiane (proprio a Roma il recente caso dell’auditorium è emblematico).

L’organo, privo di vera e propria cassa ma con le canne liberamente protese verso il cielo inanellate da sobrie decorazioni dorate, fu l’archetipo –non a caso– di quel modo di intendere l’estetica dell’organo che fu detto “ceciliano”. Il progetto fonico fu stilato, con evidenti influssi d’oltralpe, da Remigio Renzi (Roma, 1857–1930, titolare della cattedra d’organo, armonia e contrappunto dal 1887 alla morte) e, secondo alcuni, con la collaborazione di Filippo Capocci (Roma, 1840 – 1911) [Renzi era stato allievo di questi e di suo padre, Gaetano Capocci (1811–1898)]. Nel 1894 la costruzione fu affidata alla ditta di “Eberhard Friederich Walcker” di Ludwigsburg, diretta dal suo discendente Oskar Walcker e lo strumento fece sentire la sua voce (insieme però al coro e all’orchestra) con l’inaugurazione solenne della sala nel 1895.

In quegli anni molte industrie tedesche ottenevano commesse di ogni tipo in Italia, e si disse che era dovuto al clima politico (con la “Triplice Alleanza” l’Italia di re Umberto I si era avvicinata alla Germania ed all’Austria, e la regina Margherita era molto stimata dagli imperatori di quelle nazioni), ma bisogna innanzitutto ricordare che esse erano all’avanguardia in ogni campo e, nel nostro caso, la fama di Oskar Walcker era davvero indiscussa e super partes tanto è vero che proprio nel 1894 aveva costruito un organo per la basilica di San Pietro (più piccolo –due tastiere– e contenuto in una grossa cassa mobile su ruote): le sue canne sono tuttora esistenti all’interno dell’organo Tamburini e la sua cassa contiene l’attuale corpo sinistro.

L’organo della Sala da Concerti di Santa Cecilia, opera 538 anno 1894 della casa tedesca, era uno dei migliori mai realizzati: aveva tre tastiere di 56 note, pedaliera di 30, trasmissione pneumatica, ed era alimentato inizialmente da grandi mantici (poi da elettroventilatori) collocati in una grande sala appositamente realizzata dietro l’organo stesso.

Grande Organo E F Walcker (op. 538, anno 1894)
Sala da Concerti del “liceo musicale” di Santa Cecilia di Roma

Registri

[disposizione fonica d’archivio che mi è stata cortesemente inviata da Gerhard Walcker–Mayer nel maggio 2002]

I – Grand’Organo (C–g’’’)

Principal 16’

Principal 8’

Bourdon 8’

Viola di Gamba 8’

Flauto Armonico 8’

Tromba 8’

Ottava 4’

Clarone 4’

Doublette 2’

Ripieno 5 file

 

II – Positivo [aperto] (C–g’’’)

Principale Aperto 8’

Lieblich Gedackt 8’

Flauto Dolce 4’

Flautino 2’

Clarinette 8’

Salicionale 8’

Dulciana 8’

 

III – Espressivo (C–g’’’)

Bourdon 16’

Viola di Gamba 8’

Flûte Traversière 8’

Voce Celeste 8’

Flauto Ottaviante 4’

Ottavino 2’

Oboe–Fagotto 8’

Tromba Armonica 8’

Ripieno 3 file

Voce Umana 8’

Pedale (C–f)

Contrabbasso Aperto 16’

Bordone 16’

Flauto 8’

Violoncello 8’

Bombarda 16’

Accessori a pedaletto – sinistra

I – Ped.

II – Ped.

III – Ped.

III – II

II – I

III – I

 

Pedale d’espressione al III Man.

Accessori a pedaletto – destra

Plein-Jeu

Tremolo al III Man.

Superottave al II man.

Copulae Omnie

Forte al Pedale

Forte al I Man

Forte al II Man

Forte al III Man

 

Attorno al 1920, per iniziativa di Marco Enrico Bossi, l’organo fu affidato a Giovanni Tamburini che ampliò le estensioni delle tastiere, fece alcune aggiunte e lo dotò di nuove trasmissioni elettriche con una nuova consolle (con tutti gli accessori ed i ritrovati della tecnica del tempo). Questo strumento, sempre con l’estetica originale, sopravvisse fino ai giorni nostri praticamente invariato fino alla fine degli anni ’60.

* [foto 3: Sala da Concerti del Conservatorio di Roma, fotografia del 1965, coll. priv., Roma; l’organo, sullo sfondo della sala, appare ancora come l’avevano voluto Pompeo Coltellacci, Oskar Walcker e la regina Margherita] *


L’organo della Sala da Concerti: il progetto di Fernando Germani

Alla fine degli anni ’60, su progetto della massima autorità organistica del tempo, Fernando Germani, l’organo fu completamente ristrutturato e portato alle dimensioni attuali (quattro tastiere e pedaliera, ma con un numero più che triplo di registri); da notare comunque che l’organo preesistente è stato incorporato nel nuovo (i registri del Grand’Organo, del Positivo, dell’Espressivo e del Pedale sono rintracciabili rispettivamente nei corpi d’organo II, IV, III e Ped.).

L’organo fu inaugurato nel 1974 e la sua disposizione fonica apparve particolarmente ricca, sia per le esigenze didattiche che concertistiche, e risente di un certo “gigantismo” che in quegli anni era in voga.

Ne è risultato un imponente strumento che è senza dubbio una delle opere più importanti ed impegnative della Ditta Tamburini e presenta una indiscutibile coerenza artistica e stilistica. Le parti interne dell’organo costituiscono una eloquente dimostrazione della formidabile abilità costruttiva, elettrotecnica e soprattutto organaria del Costruttore, all’apice della sua evoluzione tecnica ed artistica.

Visitando i complessi interni dello strumento, si nota la lavorazione accurata ed il notevole impegno tecnico profuso in questo lavoro (da notare il complesso sistema di alimentazione, l’uso di cavi rivestiti di seta, i meccanismi di Tremolo con motorini elettrici con biella e manovella, le combinazioni libere elettromeccaniche ecc.); da notare anche la sistemazione di un organo così ricco in uno spazio esiguo e compresso (peraltro egregiamente sfruttato in ogni centimetro, senza per questo rendere difficoltosa o impossibile l’opera di manutenzione che anzi è enormemente facilitata da passaggi, accessori, corridoi realizzati con chiarezza razionale).

Forse si sarebbero potuti utilizzare Fondi 16’ e 8’ con misure più larghe (magari rinunciando a qualcuno di essi) e con intonazione appena un po’ più robusta, sia per ovviare all’acustica della Sala sia rispetto alla magnifica grinta quasi aggressiva dei ripieni e delle ance (eredità dell’intonazione Walcker originaria); tuttavia si può ritenere che tale scelta fosse stata dettata proprio dal Progettista.

A fronte dell’impegno del Costruttore, il risultato fonico è purtroppo penalizzato a causa della “perfetta” acustica della Sala, priva di qualsiasi eco o riverbero (cosa che esalta sicuramente l’Orchestra, ma asciuga completamente il suono dell’organo) e dotata di un potente impianto di riscaldamento/condizionamento che non aiuta la normale conservazione e tenuta delle parti foniche (canne sia metalliche che di legno) e trasmissive dell’organo.

Nella foto del 1994 si può notare l’imponenza dell’attuale mostra e gli elementi di quella originaria in essa incorporata.

Grande Organo Tamburini (1974)
Sala da Concerti del Conservatorio “Santa Cecilia” - ROMA

Registri

[disposizione fonica attuale rilevata in sito nel maggio 1994]

III Manuale – Recitativo (Espressivo)

 

    1      Bordone                           16’

    2      Principalino                       8’

    3      Bordone                             8’

    4      Salicionale                         8’

    5      Viola Gamba                      8’

    6      Prestante                           4’

    7      Flauto Aperto                   4’

    8      Flauto in XII               2’2/3’

    9      Ottavino                            2’

  10      Decimino                     1’3/5’

  11      Ripieno 5 file                     2’

  12      Cimbalo 2 file                    2’

  13      Fagotto                            16’

  14      Tromba Dolce                   8’

  15      Oboe                                  8’

  16      Musetta                             8’

  17      Rankett                              8’

  18      Chiarina                             4’

  19      Voce Celeste                     8’

  20      Tremolo

 

II Manuale – Grand’Organo

 

  21      Principale                         16’

  22      Principale                           8’

  23      Flauto Traverso                8’

  24      Corno di Camoscio          8’

  25      Ottava                                4’

  26      Flauto in VIII                     4’

  27      XII                                2’2/3’

  28      XV                                      2’

  29      XVII                             1’3/5’

  30      XIX                              1’1/3’

  31      XXII                                   1’

  32      Fiffaro                                8’

  33      Ripieno Grave 5 file          2’

  34      Ripieno Acuto 4 file 1’1/3’

  35      Sesquialtera 2 file (2’2/3’– 1’3/5’)

  36      Cornetto Combinato

  37      Tromba                              8’

  38      Chiarina                             4’

  39      Tromba Orizzontale          8’

 

 

I Manuale – Positivo (Aperto)

 

  40      Quintadena                       8’

  41      Corno di Notte                  8’

  42      Principale                           4’

  43      Flauto a Camino               4’

 

  44      Nazardo                       2’2/3’

  45      Principale                           2’

  46      Flauto a becco (sic)         2’

  47      Terza (sic)                   1’3/5’

  48      Flauto in XIX (sic)     1’1/3’

  49      Piccolo                               1’

  50      Acuta 3 file (sic)               2’

  51      Cimbalo 3 file                    1’

  52      Musetta                           16’

  53      Cromorno                          8’

  54      Tremolo

 

Unioni ed Accoppiamenti del Pedale

 

  55      Unione                      I – Ped

  56      Unione                     II – Ped

  57      Unione                   III – Ped

  58      Unione                   IV – Ped

  59      Sopra                         I – Ped

  60      Sopra                       II – Ped

  61      Sopra                      III – Ped

  62      Sopra                      IV – Ped

 

Unioni ed Accoppiamenti del I Manuale

 

  63      Unione                         III – I

  64      Unione                         IV – I

  65      Grave                           III – I

  66      Grave                                    I

  67      Annullatore Unissono      I

  68      Sopra                                    I

  69      Sopra                           III – I

  70      Sopra                           IV – I

 

Unioni ed Accoppiamenti del II Manuale

 

  71      Unione                          I – II

  72      Unione                       III – II

  73      Unione                       IV – II

  74      Grave                             I – II

  75      Grave                          III – II

  76      Grave                          IV – II

  77      Grave                                  II

  78      Annullatore Unissono     II

  79      Sopra                                  II

  80      Sopra                             I – II

  81      Sopra                          III – II

  82      Sopra                          IV – II

 

 

Unioni ed Accoppiamenti del III Manuale

 

  83      Unione                      IV – III

  84      Grave                                 III

 

  85      Annullatore Unissono    III

  86      Sopra                                 III

  87      Sopra                         IV – III

 

Unioni ed Accoppiamenti del IV Manuale

Richiamo gruppi di unioni

  88      Unione                       II – IV

  89      Grave                                 IV

  90      Annullatore Unissono    IV

  91      Sopra                                 IV

 

          Unioni Tastiere

          Unioni Espressivi

          Pedale – G.O.

 

 

Annulli

 

   A      Ance Pedale

   A      Ance I Man.

   A      Ance II Man.

   A      Ance III Man.

   A      Ance IV Man.

   A      Ripieni

  A      Registri 16’ [ai Manuali]

  A      Mutazioni

  A      Unioni al Pedale

  A      Unioni Tastier

  A      Ottave Gravi

  A      Ottave Sopra

 

IV Manuale – Eco (Espressivo)

 

  92      Principale Forte                8’

  93      Flauto Mirabilis (sic)       8’

  94      Principale                           4’

  95      Flauto da Concerto          4’

  96      Ottavina                             2’

  97      Ripieno 4 file              1’1/3’

  98      Cornetto 3 file            2’2/3’

  99      Tromba a squillo              8’

100      Corno di Bassetto            8’

101      Tremolo

 

          Regolazione Tremolo a pioletto: ( - T + )

 

 

Pedale

 

102      Acustico                          32’

103      Contrabbasso                 16’

104      Principale                         16’

105      Subbasso                        16’

106      Bordone d’Eco               16’

107      Eolina                               16’

108      Basso                                 8’

109      Ottava                                8’

110      Bordone                             8’

111      Bordone d’Eco                 8’

112      Dolce                                  8’

 

113      Quintadecima (sic)           4’

114      Corno                                 4’

115      Ripieno 4 file              2’2/3’

116      Bombarda                        16’

117      Fagotto                            16’

118      Musetta                           16’

119      Trombone                          8’

120      Fagotto                              8’

121      Chiarina                             4’

122      Fagotto                              4’

123      Claroncino (sic)                2’

 

Accessori

8 Combinazioni Libere Generali richiamabili con pistoncini e pedaletti

6 Combinazioni Libere Particolari per ogni tastiera e pedaliera richiamabili con pistoncini e pedaletti

Pistoncini di richiamo unioni 8’

Pistoncini di annullo

Pistoncino di fissatore

Pedaletti (sinistra)

                I-P                           II-P                         III-P                        IV-P                        I-II

C.L.1                       C.L.3                       C.L.5                       III-I                         III-II

                C.L.2                       C.L.4                       C.L.6                       C.L.7                       C.L.8

Staffe

 Staffa Crescendo Generale

 Staffa Espressione III Man.

 Staffa Espressione IV Man.

Pedaletti (destra)

                                R-II                         R-IV                        R                             Tutti

                R-I                          R-III                        R-P                         Ance

C.L.1                       C.L.2                       C.L.3                       C.L.4                       C.L.5                       C.L.6

 

Estensione

Tastiere di 61 note (Do - Do); Pedaliera di 32 note (Do - Sol).

Collocazione

In Corpo unico posto sul fondo della Sala da Concerti del Conservatorio.

Trasmissione

Elettrica anni ’70 del XX sec., Tamburini, revisionata. Consolle "mobile", in genere posta a sinistra del palco, con le spalle verso il Direttore d’Orchestra.

* [foto 4: Sala da Concerti del Conservatorio di Roma, l’autore dell’articolo alla consolle Tamburini per gentile concessione di un amico musicista fotografia del 1994, coll. priv., Roma] *

Mostra

La mostra originaria, disegnata dall’architetto Pompeo Coltellacci e da Oskar Walcker, era composta da tre poderose cuspidi di 16’ di canne molto strette, con bocche “a scudo” con andamento contrario; non c’era cassa ma un basamento neoclassico e curiosi ornamenti “a ghirlanda” in legno dorato davanti alla mostra.

La mostra fu resa più complessa nel 1974: alle tre cuspidi originali ne furono aggiunte altre due (una a destra e una a sinistra, che proseguono anche lateralmente) e gli ornamenti furono staccati dalle tre cuspidi originali e portati avanti, più in basso, a costituire ornamento di un avancorpo composto da 3 cuspidi di 8’ tra quattro cuspidi più piccole (con bocche “a mitria” con andamento orizzontale). Il basamento, ribassato, è stato abbondantemente traforato per aumentarne la trasparenza al suono.

In entrambe le epoche, poche canne di mostra sono suonanti; la maggior parte sono inerti.

* [foto 5: Sala da Concerti del Conservatorio di Roma, dettaglio dell’organo attuale fotografia del 1994, coll. priv., Roma] *

L’organo “da studio” E F Walcker – V Mascioni

Se l’organo della Sala da Concerti ha una degna fama anche al di fuori del Conservatorio, esiste anche un “fratello minore” che purtroppo non è altrettanto fortunato: infatti, sempre nel 1895, Oskar Walcker fornì al “Liceo Musicale” un piccolo organo da studio a trasmissione meccanica, dotato di due tastiere con bella cassa di legni scuri ed elegante mostra a tre campi. La disposizione fonica era la seguente:

Organo da Studio E F Walcker (1895) del Liceo Musicale di Santa Cecilia di Roma

Registri

[disposizione fonica d’archivio]

I Manuale (C–g’’’)

Ripieno 3 file

Principale 8’

Ottava 4’ (deriv. dal Principale 8’)

Coperto 8’

Gamba 8’

II Manuale (C–g’’’)

Salicionale 8’

Flauto 8’

Ottava 4’ (deriv. dal Salicionale 8’) 

Pedale  (C–f)

Subbasso 16’

Cello 8’

Negli anni ’20 del XX sec., l’organo da studio fu affidato a Vincenzo Mascioni per aggiungere una tastiera intermedia e dotarlo di trasmissioni pneumatiche tubolari e di una nuova consolle con combinazione libera pneumatica.

Eccone la descrizione, gentilmente fornitami dalla Famiglia Mascioni nel maggio 2002:

<

Una delle caratteristiche particolari in quest'organo (che ne rendono inoltre complessa la struttura meccanica) è la promiscuità delle canne del Principale 8' e del Salicionale 8' che servono anche, rispettivamente per Ottava 4 e Ottava 4 (di Salicionale). Per realizzare queste funzioni i somieri sono stati costruiti con apposite condutture d'aria interne, dotate di rispettive valvole direzionali.>>

* [foto 6: Organo da studio Walcker - Mascioni, stato attuale fotografia del 1994, coll. priv., Roma] *

* [foto 7: Organo da studio Walcker - Mascioni, consolle Mascioni fotografia del 1994, coll. priv., Roma] *

Organo da Studio Vincenzo Mascioni (op. 348, anno 1922)

Registri

[disposizione fonica d’archivio che mi è stata gentilmente inviata dalla Famiglia Mascioni nel maggio 2002]

I Manuale (C–a’’’) – Walcker

 

Ripieno 3 file

Principale 8’

Ottava 4’ (deriv. dal Principale 8’)

Coperto 8’

Gamba 8’

 

III Manuale (C–a’’’) – Walcker

 

Salicionale 8’

Flauto 8’

Ottava 4’ (deriv. dal Salicionale 8’)

 

II Manuale (C–a’’’) – Mascioni

 

Flauto 4’

Quintante 8’

Voce Celeste 8’

Principale 8’

 

Pedale  (C–f) – Walcker

 

Subbasso 16’

Cello 8’

Unioni ed accoppiamenti

 

II – I

III – II

III – I

 

I – Ped

II – Ped

III – Ped

8^ alta III – I

8^ grave II – I

 

  Esso fu utilizzato fino agli anni ’60 del XX sec., poi fu accantonato nella sala dietro il Grande Organo (dove c’era la sua manticeria, smantellata non appena lo strumento fu dotato di potenti elettroventilatori) dove tuttora giace in abbandono. Nel 1996 fu chiesto alla Famiglia Mascioni un preventivo dettagliato di restauro, che parve potersi concretizzare nel 1998. Poi, nel novembre 2001, il Conservatorio ha revocato l’intenzione.

A titolo personale, tempo fa ho inviato un messaggio di posta elettronica all’attuale titolare di cattedra, prof. Ottorino Baldassarri, facendo appello alla sua ben nota ed indubitabile sensibilità artistica affinché riesca a salvare questo piccolo ma interessantissimo strumento, che potrebbe essere sicuramente di valido ausilio all’attività didattica del Conservatorio, come lo è stato per oltre un sessantennio… 

giugno 2002 – Graziano Fronzuto

N.B. tutte le fotografie degli organi sono di proprietà di un noto musicista, già brillante allievo del Conservatorio, che me le ha gentilmente fornite il quale, per la modestia che lo contraddistingue e per motivi personali, non vuole essere espressamente citato. Desidero comunque esprimergli tutta la mia gratitudine per l’aiuto fondamentale fornitomi per la stesura di questo testo, grazie ad alcune notizie inedite e con la rilevazione della disposizione fonica attuale dell’organo.