Anno 2001: “Odissea nello spazio!”

E invece no! Che succede?

Mi imbarco su un galeone … è il mitico “ESTATE RAGAZZI” e così mi ritrovo su un’isola chiamata “ORATORIO”. Pirati da ogni parte! Bene ,divento pirata anch’io!

E qui dovrei trovare un “TESORO” come ogni avventura dei pirati, che conclude una storia.

L’ho trovato? Ma certo! E che tesoro! Un baule pieno di valori: amicizia, collaborazione, fantasia, allegria, che nascono da piccoli gesti e qualche ora trascorsa insieme.

Ma questa storia, da qui continua …

IL PIRATA FEDERICA

Racconto inventato da Federica Baral – anni 8

 

In un noioso e monotono giorno d’inverno, una grossa nave pirata sta solcando il placido oceano in cerca di qualcosa che non si vede.

A poppa e a prua i 5 marinai che compongono l’equipaggio sonnecchiano e cominciano a chiedersi il perché si siano fatti convincere da quel pazzo di pirata ad andare in cerca di un’isola su cui dovrebbe esserci un tesoro del tutto particolare.

C’è Federico, Francesco, Manuele,Daniele e Matteo: che brutte facce!

Che sia una nave pirata?

Sulla cima del pennone, appollaiato sul cassero, infatti, un pirata non sonnecchia e non sbadiglia, ma scruta attento e vigile l’orizzonte.

Il nulla, ma ad un tratto qualcosa si staglia laggiù in fondo e la vedetta salta in piedi ed urla: “ Ci siamo. Terra a babordo!”

Una scossa fa vacillare la “Regina dei mari” e tutti i marinai si precipitano al parapetto della nave per vedere se ciò che il compagno urla è vero.

“Sì, sì. E’ proprio la nostra isola!!!” Esclamano in coro.

“No, è la mia isola!” precisa il pirata che sceso dal pennone sorride soddisfatto.

Ma che cosa ha di strano questo pirata: non ha la barba incolta, non ha uno sfregio in volto, non ha una gamba di legno, ma indossa un’elegante gonna a quadretti bianchi e rossi, una camicia nera in fantasia; porta lunghe trecce azzurre e la testa è coperta da un buffo cappellino verde con una farfallina che lo decora.

E sì, perché il nostro eroe è una bella e dolce, ma decisa fanciulla: Federica.

Figlia  e nipote di pirati ha avuto in eredità una mappa di un tesoro che fino ad ora i suoi antenati non sono riusciti a trovare.

Ammainata la vela, fatta scendere l’ancora e caricate le pale su una scialuppa, i 5 uomini con Federica in testa lasciano la Regina dei mari e remando velocemente raggiungono la riva.

“… ancora tre passi a destra ed ecco, questo è il punto esatto. A nord c’è la roccia del serpente, qui a sinistra c’è la palma di datteri e qui c’è il tesoro. Su uomini, al lavoro.”

Senza aspettare altro i cinque amici si mettono a scavare e in meno che non si dica la pala di Matteo batte contro qualcosa di metallico: la cassa del tesoro.

Ancora con più entusiasmo gli uomini allargano il buco, mentre Federica li guarda soddisfatta e sorridente.

La cassa viene posata di fianco allo scavo e i 5 pirati si spostano silenziosi per lasciare a lei l’onore di aprire la sua eredità.

Con mano ferma Federica fa saltare la serratura ed alza il coperchio.

Il forziere non è pieno di dobloni o di oro, ma sul fondo si trova solo una bambola.

Lo stupore è tanto, ma Federica, che è un’ottima osservatrice, invita i compagni a guardare meglio e che cosa appare ai loro occhi?

Alle orecchie ci sono diamanti montati a grappolo, al collo molte collane di perle e pietre preziose, alle braccia monili d’oro e di zaffiri …

Sul petto un cuore di rubini.

E’ una bambola appartenuta ad una principessa dei mari del sud che la stessa ha regalato  come ricompensa ad un pirata buono e generoso che l’ha salvata da uomini cattivi.

Federica, decide all’istante che una simile eredità non può essere solo sua, ma vuole dividerla con i suoi inseparabili amici, che non solo l’hanno aiutata ma che soprattutto hanno creduto in lei.

Tanta è l’allegria che circonda i nostri sei personaggi che più ricchi, anche di sentimenti, tornano cantando alla Regina dei mari che in balia delle onde dell’oceano li sta aspettando per ripartire per una nuova avventura.

   

LA NAVE DEI 7 MARI

Racconto di Martina, Giulia, Chiara S., Silvia

 

In mezzo al mare, ma ancorata presso un’isola deserta, ondeggia la “Nave dei 7 mari”.

Il cielo si fa sempre più buio e nuvole minacciose cariche di grandine stanno per scatenarsi.

A bordo, in un angolo del ponte, sonnecchia placido e tranquillo, il pirata Luccio sognando di nuotare in un mare di oro e dobloni che i suoi compagni sono andati cercare sull’isola deserta.

Il mare si ingrassa, la furia del vento comincia a far rollare la nave, le onde sbattono i fianchi , ma Luccio continua a sognare e non si accorge che l’ancora viene strappata dal fondo e che l’imbarcazione comincia a muoversi.

Sull’isola si trovano 5 loschi personaggi che, divisi in due gruppi, stanno cercando il luogo dove potrebbe essere stato sepolto il tesoro della leggenda del Pirata Barbagialla.

Triglia e Balduccio che stanno operando la loro “ricerca” passeggiando lungo la riva e parlando del loro futuro, notano che qualcosa non va sulla nave, anzi che la nave se ne sta proprio andando e danno l’allarme.

I tre compagni accorrono per vedere che cosa sta succedendo e vedono,

anzi non vedono più la loro nave che sta diventando un puntino sempre più piccolo laggiù all’orizzonte.

Che fare? Come richiamare l’attenzione di Luccio?

Il capitano Manuel prova ad urlare con tutta la voce che ha in corpo, ma è un tentativo vano: la furia del vento e lo scroscio d’acqua coprono ogni rumore.

Completamente inzuppati ed infreddoliti i 5 amici decidono di andare a cercare un riparo asciutto dove accendere un fuoco per scaldarsi ed attendere che il sole riappaio e per preparare un piano di fuga dall’isola deserta.

A che vale un tesoro se poi non si può tornare a casa per goderselo?

La leggenda dice che durante un viaggio difficile, il pirata Barbagialla abbia nascosto un favoloso tesoro proprio su quell’isola, all’interno di una grotta, con l’intenzione di tornare a riprenderselo, ma il destino ha deciso, per lui, diversamente, per cui da tanti anni tale tesoro sarebbe rimasto senza padrone.

I nostri eroi si sono imbarcati proprio per poter ritrovare questa fortuna, ma in questo momento stanno tremando per il freddo ed anche un po’ per

la paura.

L’isola sarà veramente deserta? Sarà possibile tornare a casa? Luccio saprà governare da solo la grossa nave? Tornerà a prenderli?

Dopo un po’ Triglia inizia a guardarsi attorno e vede che la grotta in cui si sono rifugiati è a forma di teschio e che laggiù in fondo una strana luce, non prodotta da una fessura, va e viene.

La sua curiosità è troppa, per cui incurante dei pericoli si avvicina.

“Ma è proprio qui!” esclama

“E’ proprio qui che cosa?” chiedono i compagni in coro

“Il tesoro!” risponde Triglia

Lo scatto dei quattro uomini è quasi felino e in un attimo sono attorno a Triglia con le loro pale ed i loro picconi.

Semi interrato c’è un baule, che fatto riaffiorare, i due più forzuti del gruppo, Kizio ed Erozio, afferrano per le maniglie e lo portano alla luce, all’ingresso della grotta.

Il bagliore visto da Triglia è prodotto da un grosso smeraldo circondato da rubini incastonato sul coperchio del forziere.

Con mani tremanti, tutti assieme, sollevano il coperchio ed ai loro occhi appaiono diamanti, collane preziose, corone, anelli, orecchini, bracciali, molti dobloni e lingotti d’oro.

Felici, ma un po’ preoccupati portano al riparo il tesoro e decidono di riposarsi.

Il mattino seguente, di buon ora, il capitano Manuel decide di realizzare una zattera per tentare di raggiungere la terraferma.

Con lena gli uomini lavorano e in poco tempo sono in mezzo al mare a fruttare le correnti favorevoli.

Dopo qualche giorno di navigazione scorgono un faro. Sono arrivati a casa.

Luccio, nel frattempo, sostenuto da molta fortuna, è riuscito a portare la nave in porto e con costanza è rimasto di vedetta ad aspettare gli amici.

Li vede in lontananza e salta a bordo di una scialuppa e va loro incontro.

In mezzo al porto, dopo essere tutti saliti a bordo della piccola imbarcazione, si abbracciano mettendo bene in mezzo a loro il forziere del pirata Barbagialla.  

SUL MARE

Racconto di Giulia  

La nave del capitano Mortimer naviga sul mare aperto dove l’acqua è molto profonda.

Al timone del “ Tuono degli abissi “, il capitano dirige la nave verso un’isola deserta che

ha scoperto studiando le mappe degli oceani, per nascondere il tesoro che ha rapinato
alla nave dei Corsari Verdi.

La vedetta scorge l’isola ed informa il suo comandante.

Arrivano verso la spiaggia e gettano l’ancora.

Scendono a terra ed iniziano a scavare sotto una palma che si trova in mezzo all’isola e
nascondono il forziere che contiene diamanti.

Ma perché nascondono questo tesoro invece di goderselo?

Perché i mari sono infestati da pirati cattivi e corsari feroci.

Mortimer ed il suo amico disegnano una mappa dell’isola e segnano il punto esatto dove

hanno sepolto il tesoro; poi, tornati a bordo della loro nave, la nascondono in un luogo

sicuro e riprendono il viaggio.

 

A.A.A. TESORO CERCASI

Racconto di Silvia

Tanti anni fa, c’era una nave guidata da un pirata che voleva trovare a tutti i costi un tesoro.

Vagando per il mare arriva ad un’isola e decide di scendere a terra per esplorarla e vedere se c’è un qualche tesoro.

Ma qui non c’è nulla, per cui torna a bordo della sua nave dove l’equipaggio lo aspetta e riparte.

Ad un tratto qualcuno avvista un puntino in lontananza ed il capo decide di andare a vedere.

Ma su quest’isola non c’è nessuno! No, un momento, c’è qualcuno: sono dei fantasmi che 
indossano vivaci abiti sulle loro entità bianche.

Questi fantasmi vogliono catturarli, per impossessarsi della loro nave per poter fuggire.

Ma il capitano intuisce le loro mosse e dà l’ordine di tornare a bordo.

Nella corsa uno dei pirati, sulla riva del mare, inciampa su una piccola roccia.

Cade, impreca, ma massaggiandosi il piede dolorante si accorge di essere incappato in un forziere.

Ecco, ha trovato l’agognato tesoro, ma …

   

I FANTASMI DEL PIRATA NONSO’

Racconto di Martina 

Il pirata Nonsò andò a nascondere un tesoro sull’Isola che Non c’è.

Vagò qua e là, cercò con costanza e finalmente, in una notte piena di stelle, con una luna luminosa come un sole, la trovò.

Esultante di gioia, segnò sulla mappa dei mari il punto esatto, poi disegnò la forma dell’isola per non dimenticarsela.

Scese a terra e cercò il punto ideale per nascondere il tesoro.

Lo trovò, scavò una grossa buca e lo interrò.

Attorno a lui, però sentì degli strani rumori; chi ci sarà mai su quest’isola?

Una strana folata d’aria gli scompigliò i capelli, un rumore di catene lo fece girare di scatto…

Ah! Ma sono i suoi amici pirati annegati durante una tempesta!

Nonsò esultò di felicità e, dopo aver scherzato con loro, li lasciò di guardia al suo tesoro.

Riprese la via del mare e per lungo tempo navigò da un mare all’altro.

Dopo tante avventure il nostro eroe si ricordò del suo prezioso scrigno e diresse la nave verso l’Isola che Non c’è.

Quando vi giunse trovò i suoi amici fantasmi di guardia che lo accolsero

con urla di gioia.

In men che non si dica organizzarono una rumorosa festa, si divertirono e poi versi l’alba si salutarono e Nonsò, con il suo carico prezioso riprende la via del mare per tornare a casa e vivere felice con i suoi ricordi.

   

NELL’ISOLA

Racconto di Chiara S.

Su di un’isola vivevano 8 pirati, alcuni maschi ed altri femmine.

Il capo della ciurma stava controllando la nave e si accorse che l’ancora non era più ancorata a terra.

Chiamò gli altri e li avvertì che la loro imbarcazione stava per andarsene.

Tutti assieme cercarono di fermare la nave.

Tutti assieme?

Ma il pirata Jasmin dov’è?

Naturalmente a cercare il tesoro!

E già, perché i nostri eroi erano sbarcati su quell’isola proprio per questo motivo.

I 7 pirati riuscirono ad attraccare nuovamente la nave, e più tranquilli andarono alla ricerca dell’amico.

Dopo molto camminare lo trovano all’interno di una grotta che sta scavando.

Tutti si dimenticarono le preoccupazioni e lo aiutarono.

Scavarono, scavarono, scavarono…

E dopo molto scavare la loro fatica fu premiata, perché trovarono uno scrigno pieno di gioielli.

I due pirati più robusti lo tirarono fuori dalla buca e lo imbarcarono sulla nave.

Felici di questo ritrovamento cominciano a dividerselo senza litigare e con giustizia; subito dopo, in allegria e soprattutto in armonia, ripresero il largo alla volta delle loro case dove le loro famiglie li stavano aspettando.

   

UNA NAVE IN MEZZO AL MARE

Racconto di Elena e Valentina S.

 

C’era una volta una grossa nave con 5 pirati a bordo che si stavano preparando per salpare da un porto del Portogallo per raggiungere l’isola del tesoro.

Quando erano quasi pronti per partire, videro un’altra nave che batteva bandiera pirata che stava per entrare nel porto.

Era noto a tutti che a bordo di quest’ultima nave c’erano degli uomini che da molto tempo erano in cerca di un tesoro, ma le loro mappe erano tutte sbagliate.

Il capitano della prima nave ebbe un’idea: perché farsi la guerra per cercare il tesoro? Non è forse meglio allearsi e cercare assieme?

Detto fatto l’equipaggio si accordarono e salirono tutti a bordo della nave più grossa.

Quando, dopo qualche ora di navigazione, giunsero in mezzo al mare, il cielo cominciò ad oscurarsi, le onde divennero sempre più alte e sulla nave cadde moltissima pioggia.

Finalmente il cielo  si rasserenò e laggiù in fondo si poteva vedere quella che era l’isola che tanto avevano cercato.

E’ proprio vero che l’unione fa la forza!

 

 

I PIRATI AMICONI

Racconto di Chiara D., Erika, Valentina R.

 

Su una enorme nave di pirati, ci sono tre amici che hanno il grosso desiderio di trovare un tesoro, magari scomparso nel nulla per poter così diventare ricchi e famosi.

Salpano di notte sotto un cielo cupo, buio e nero.

Ad un certo punto arrivano nei pressi di un’isola abitata solo da selvaggi.

Impauriti e tremanti scendono dalla nave.

Nel buio della notte si perdono, ma ognuno di loro inciampa in un tronco.

All’improvviso da questo tronco spunta un selvaggio che però così selvaggio non è.

Ha in mano una mappa.

E’ la mappa dell’amicizia che serve ai nostri tre pirati, a volte nemici tra loro, ad imparare a dividersi tutto, sia il bello che il brutto, le difficoltà e le gioie.

Questo è il tesoro che i tre pirati hanno trovato e che li ha resi molto più ricchi.

Tornati sulla nave decido di cambiare il nome delle stessa, da “Terrore di tutti” a “I pirati amiconi”.

 

 

Appendice di Marco e Simone

(maturata in un caldo pomeriggio tra un Vegeta ed un Venusaur, tiranneggiando una sorella)

 

In una fredda e buia notte di febbraio, la pirata Mafalda ed i suoi quattro amici Dagoberto, Gioacchino, Ludovico e Raffaello, stavano festeggiando il loro compleanno in una taverna con cinque bottiglie di rhum.

All’indomani avrebbero dovuto partire alla ricerca di un tesoro e l’agitazione era a mille.

Quando stavano per stappare la quinta bottiglia, un tuono scosse l’aria e una folata di vento entrò nella taverna rovesciando le candele e spegnendo le loro fiamme.

Un uomo dal volto coperto apparve sulla soglia e ridendo ululò: “E’ arrivata la vostra ora”.

Con un balzo catturò i quattro pirati e non si accorse di aver risparmiato Mafalda.

Scappò velocemente e scomparve nel buio della notte.

Mafalda, benché ubriaca, non era per niente spaventata e decise di mettersi immediatamente in viaggio, alla ricerca dei suoi compagni.

Navigò per tre mesi senza risultati.

Un giorno, una violenta tempesta si abbatté sulla nave che fu distrutta e

Mafalda fu trascinata dal mare per essere, poi, abbandonata senza forze su un’isola apparentemente deserta.

La pirata si risvegliò a causa della fame e decise di perlustrare l’isola alla ricerca di un rifugio per la notte.

Mentre camminava per la giungla, un coniglietto, un orsetto, un gattino e un topino dall’aria simpatica le si avvicinarono e cominciarono a farle le feste.

Mafalda non riusciva a capire il motivo ti tanta gioia e continuò la sua ricerca.

Arrivò ad una grotta e la perlustrò, sempre seguita dai quattro animaletti.

Improvvisamente Mafalda si imbatté in un viso conosciuto: era l’uomo dal volto coperto che tre mesi prima aveva rapito i suoi amici.

“ Dove sono? “ gli chiese

“ Ma cara: sono attorno a te “ rispose.

Eh sì. Dagoberto era stato trasformato in un coniglio, Gioacchino in un orso, Ludovico in un gatto mentre Raffaello in un topo.

“ E adesso tocca a te. Che ne dici di diventare una bella papera? “ la provocò l’uomo.

“ Mai!! “ e nello stesso tempo lo ferì a morte.

Con la sua morte svanì l’incantesimo e Dagoberto, Gioacchino, Ludovico e Raffaello tornarono uomini e, dopo aver costruito una nuova nave, partirono alla conquista del tesoro.

Chiamarono la loro ricerca “ Missione Mafalda “ in onore della loro piccola ma grande amica che aveva salvato la loro vita.

 

FAVOLA DEL MARE

BREVE STORIA DI PIRATI, MOSTRI, FANTASMI E SELVAGGI

Scritta e realizzata dal laboratorio “bambole”

 

SCENA 1

 

Al tramonto di un giorno qualunque, su una grossa nave che batte bandiera pirata, ci sono 4 uomini e due donne che si alternano a guardare l’orizzonte. Il capitano ha in mano una mappa che spiega come raggiungere un tesoro che si trova su una lontana isola deserta.

1.     Avanti tutta!-                 

2.     33 gradi ad ovest!-         

3.     10 gradi a sud!                

4.     Molla la vela!-                

5.     Che cosa c’è laggiù?-     

6.     Andiamo a vedere!-        

 

  SCENA 2

 

Tutta la ciurma, con il capitano in testa, si affaccia al parapetto della nave e scruta il mare. Laggiù si staglia il profilo dell’isola

che stanno cercando, ma i tre mostri marini che le fanno da guardia del corpo, guardano con occhio vigile e curioso la nave che si avvicina.

 

1.     Chi sono quelli?-           

2.     Sembrano pirati!-          

3.     Sì, lo sono.                     

4.     Rovesciamo la loro barca!-  

 

SCENA 3

 

Sarà difficile per i pirati da soli raggiungere indenni la riva, ma ecco che da una nuvola arrivano alcuni fantasmi di pirata.

 

1.     Guardate. Ci sono dei pirati in difficoltà-  

2.   Aiutiamoli distraendo i mostri-                   

3.     Io salgo a bordo e cerco di dirigere la nave a riva-   

  1. Blee. Cucù. Marameo!   

                            

SCENA 4

 

Sulla spiaggia alcuni selvaggi, che hanno seguito tutta la scena, accendono un falò per permettere ai pirati, una volta sbarcati, di riscaldarsi.

 

1.     Il fuoco è bello alto, venite che vi aspettiamo!-         

2.     Ma non preoccupatevi, non vi vogliamo mangiare!-  

3.     Siano dei selvaggi vegetariani!-                                  

4.      

SCENA 5

 

I mostri marini capiscono che non possono farcela e si immergono negli abissi. La nave approda indenne a riva ed i pirati si scaldano attorno al falò dei selvaggi, mentre i pirata fantasma indicalo loro l’ingresso della grotta dove è sepolto il tesoro.

 

 

1.     Guardate, guardate!-                           

2.     I nostri amici ci indicano il tesoro-      

3.     Corriamo a vedere                                

4.     Il tesoro è laggiù                                  

5.     Andiamo a prenderlo                           

6.     Non dimentichiamo le pale?                

7.     Quanta bella roba!                                

8.     Ce n’è per tutti                                      

9.     Dividiamolo in parti uguali                  

    10. Grazie, amici