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RIDRACOLI

 

 

Lago di Ridracoli.jpg (90145 byte)          Il Ponte e l'Osteria del Terrore .jpg (101279 byte)

 

 

Ridracoli, frazione del Comune di Bagno di Romagna, sorge a 12 chilometri circa da Santa Sofia, a 433m d’altitudine, sulle rive dell’omonimo Bidente in prossimità del confine del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

L’origine del nome si fa risalire al toponimo Rivus de oraculi: rio dell’oracolo (in latino oraculum = orare, pregare) che indica la presenza di un piccolo oratorio: l’Eremo di San Lorenzo che, soppresso nel 1652 perché in rovina, fu poi annesso alla Chiesa parrocchiale di San Martino.

Le prime documentazioni che riguardano Ridracoli risalgono al 1216 quando il “Castrum Radiracoli” faceva parte dei possedimenti dei Conti Guidi di Modigliana; più tardi, nel 1371, venne censito dal Cardinale Anglico come possesso dei Conti di Valbona.

Successivamente la proprietà di Ridracoli fu alternativamente in mano ai Malatesta, ai Guidi, ai Valbona e al Monastero di Camaldoli, finché nel 1440 divenne Comunello del Capitanato della Val di Bagno, sotto il dominio fiorentino, dotato di propri statuti rurali.

Nel ‘500 il castello, i cui ruderi ancora visibili sono arroccati su uno sperone di roccia a monte della Chiesa, venne abbandonato e si iniziarono a costruire le case sparse di legno e pietra.

La Chiesa, il Palazzo Giovanetti, il Ponte, il Mulino di Sotto e l’Osteria del Terrore costituivano il nucleo del villaggio di Ridracoli, poco distanti le case rurali sorte sui ruderi del castello e numerose le abitazioni disseminate nel territorio compreso tra il crinale di Casanova dell’Alpe e quello di San Paolo in Alpe fino in prossimità della foresta della Lama.

Negli anni ’50 ebbe inizio un progressivo spopolamento: dei 231 abitanti del 1951 oggi se contano solo 7.

Negli anni ’60 si iniziò a parlare della futura costruzione della diga; nel 1882 furono terminati i lavori iniziati 7 anni prima e nel 1988 cominciò l’erogazione dell’acqua.

Il muro, lungo 432m e alto 103,5m, ha creato un lago con una superficie di oltre 1 kmq che può contenere fino a 33 milioni di metri cubi d’acqua.

La fauna si è adattata al cambiamento apportato al paesaggio naturale, inoltre la pescosità del lago ha attirato nuove specie di uccelli quali aironi cenerini, cormorani, nitticore e garzette, mentre il muro della diga offre rifugio alla rondine montana.