Questo si può dire un tutorial
un pò "sui generis"... si tratta infatti di illustrarvi com'è avvenuta
la costruzione e il varo della barca che mi sono progettato e fatto
costruire.
Le dimensioni , la linea e il layout
interno sono stati scelti in base ai requisiti che ricercavo IO
dalla mia barca.
I requisiti?
Doveva avere un ottimo impatto con l'
onda corta e ripida delle mie parti (costa ovest della sardegna)
, doveva essere molto veloce pur contenendo la motorizzazione, doveva
essere semplice ed essenziale ma nel contempo non far mancare nulla
a bordo per godersi il sole e il mare.
Inoltre, a differenza degli scafi con
questa impostazione , doveva avere una piccola cabina per il sottoscritto..
Infine, cosa non trascurabile ,doveva costare meno di un Regulator
o similia....
Il progetto originario era di un 25
ft da motorizzare con una coppia di fuoribordo da 175 cv l' uno;
dopo aver visto i prezzi dei fuoribordo però ho dovuto abbassare
il tiro e accontentarmi solo di 1 fuoribordo; di conseguenza la
barca è stata riprogettata come 23 piedi, misura più adatta per
un solo fuoribordo.
Con l' ausilio di software CAD sono
giunto al progetto e allo sviluppo delle lamiere. Questa è stata
la fase più lunga Questa immagine non è altro che un rendering 3d
del disegno della barca.
Il materiale scelto è stato la lega
marina di alluminio: più duratura della vetroresina, più leggera,
più robusta, dal costo normalmente superiore alla vtr ma trattandosi
di una realizzazione non in serie i costi finali sarebbero stati
inferiori a quelli di un' unica barca in Vtr per cui si sarebbe
dovuto fare lo stampo , o anche utilizzando la costruzione "One
off", i tempi si sarebbero allungati troppo. Il limite dell' alluminio
sta nel fatto che non si possono ottenere certe curvature tipiche
della vtr, ma si è cercato di ovviare a questo calcolando al meglio
i raggi di curvatura per avere una linea gradevole e non "spigolosa"
tipica di molte barche costruite in questo materiale. Il lavoro
in cantiere si è svolto così: Per prima cosa la movimentazione lamiere
Le
lamiere sono state trasportate in un macchinario a taglio laser,
dove avendo a disposizione gli sviluppi in piano delle lamiere in
formato .dxf si è potuto tagliare con precisione il tutto. Gli errori
di sviluppo sono stati azzerati.
Per
prima cosa si è proceduto a tagliare le lamiere della carena, poi
la murata e il bordo. Si cercava comunque con la tecnologia di "nesting"
di ricavare da un foglio di lamiera quante più parti possibili e
minimizzare gli sfridi. Qui è disposto lo sviluppo del bordo e dello
specchio di poppa.
Poi, una volta tagliate tutte le lamiere
dello scafo, si è provveduto a saldarle insieme, in modo da far
prendere forma allo scafo. Chiaramente per tenere meglio insieme
tutta la struttura, si è provveduto a disporre dei supporti e rinforzi
esterni provvisori. All' inizio lo scafo è stato saldato "a punti".
Una volta unite le lamiere dello scafo,
si è proceduto a disporre e saldare le varie ossature di rinforzo.
Lo specchio di poppa l' ho voluto basso
per avere una facile risalita, e per poter svuotare facilmente un
eventuale grossa onda.
Credo che un' eventualità così non si
presenti mai, però avere meno volume d' acqua contenibile a bordo
è sempre una sicurezza in più.
Inoltre , ho previsto un piccolo bracket
per alloggiare il fuoribordo e non avercelo "in mezzo ai piedi"
nello specchio di poppa, e far lavorare il motore in un fluido meno
perturbato ottimizzando così prestazioni e assetto.
Lo specchio di poppa è stato rinforzato,
sono stati utilizzati spessori maggiori rispetto allo scafo ed è
stato costruito con doppia lamiera.
Dopo aver completato lo scafo esterno,
si è trattato di saldare le lamiere della coperta, il piano di calpestio,
il ponte prendisole, la murata interna etc.
La struttura a doppio scafo aumenta
la robustezza , e gli spazi vuoti della murata, dello specchio di
poppa e a prua sono stati schiumati per garantire l' inaffondabilità
in ogni condizione.
Sono stati lasciati gli spazi per il
serbatoio, pozzo catene, ed è stata prevista una cassa di zavorra
stagna da 400 litri per avere un assetto variabile che si adattasse
meglio a ogni condizione meteo; infine la suddetta piscinetta è
utilizzabile anche come vasca per il vivo.
La cassa stagna è servita da 2 grosse
pompe di sentina che consentono di imbarcare in pochi secondi i
litri desiderati e di svuotarla in meno di 2 minuti.
Dopo aver sistemato i portelli, realizzato
il piccolo tientibene, saldato i pattini hunt e saldato in maniera
continua tutto lo scafo, si è proceduto a smussare i cordoni di
saldatura e levigare lo scafo, fino a conferirgli un aspetto pronto
per la verniciatura.
In ultimis, è stata realizzata la consolle
, il t-top , il sedile di guida. Tutte le misure del posto di pilotaggio
in fase progettuale sono state prese dal sottoscritto con il metro
da sarta per avere la massima ergonomia.
Sono stati montati gli accessori quali
bitte e verricello , e lo scafo è stato verniciato con vernice per
alluminio. Le mani di vernice sono state numerose; infatti il processo
di verniciatura è durato quasi 2 settimane.
La barca finita è stata poi trasportata
dal concessionario Mercury per il montaggio del motore, dell'impianto
elettrico e della timoneria.
Il motore scelto è stato un 200 Optimax
2t a iniezione diretta; sicuramente meno costoso dei fratelli a
4 tempi, collaudato, veloce, e con consumi contenuti, paragonabili
a quelli di un 4 tempi.
La velocità di progetto era stimata
intorno ai 40 nodi . All' inizio avevo scelto un elica revolution4
da 21 pollici di passo, però, non avendola in magazzino, dovendo
aspettare troppo se l' avessi ordinata, ho optato per la Suzuki
3 pale inox da 20 pollici disponibile presso il concessionario,
che gentilmente me l' ha prestata per prova.
Montato il motore , la barca si presentava
così:
Giunse finalmente il momento del varo!!
Per il trasporto e il varo mi sono servito del mio fedele Jeeppone
CJ7 Laredo del 1982, e di un mega carrello biasse.. La barca infatti
ha un peso e una larghezza tali da poter essere carrellabile senza
l' obbligo di patente B+e, a dispetto delle dimensioni che possono
apparire in foto...
Il momento del varo come potete immaginare
è stato emozionante.. mettere in mare una barca fatta da sè ...anche
se devo dire gli istanti prima che la carena toccasse l' acqua sono
stati vissuti con un pò di apprensione , sarà perchè l' acqua del
mare è salata, o per altri motivi, o perchè in mare ciò che si calcola
spesso lascia il tempo che trova, o la scaramanzia , che non si
rompesse la bottiglia.... ma tutti questi veloci dubbi sono stati
fugati appena la barca è stata varata, e ho potuto constatare che
il galleggiamento in mare era esattamente quello che avevo calcolato
in fase di progetto.
Dopo il varo tutti i meccanici sono
voluti a salire per il test drive, anche se ormai era quasi buio,
in più amici e parenti , per un totale di 8 persone... meno male
che la barca era grandicella !!!
Appena usciti dal porto il capomeccanico
accelerava gradualmente e io sentivo i giri del motore aumentare,
e il rumore pure, ma non la velocità, e non avendo mai usato un
Optimax non sapevo proprio nulla di come il motore si sarebbe comportato,
se ce l' avesse fatta a tirar fuori dall' acqua quella massiccia
carena con tutte quelle persone sopra..
A quel punto l' altro meccanico che
era davanti alla consolle ha tirato verso di sè la leva del gas,
il rumore è cambiato improvvisamente , molti presi alla sprovvista
hanno rischiato di cadere, io afferrato bene al t-top ho visto la
scia che si staccava e il contamiglia che prendeva nodi: con un
accelerazione bruciante siamo arrivati a 40 nodi secchi in 8 persone!!!
E.. si è scatenata la festa a bordo,
lo spumante è sceso a fiumi, e l' opera si poteva dire compiuta.
Via a cena a berci sopra!!!
Un paio di foto in mare
Le prestazioni rilevate non si sono
discostate da quelle previste da progetto, anzi.
La velocità max con elica da 20" è stata
di ben 46 nodi in 2 persone, solo che quest' elica aveva un rendimento
assai scarso ai bassi regimi , inoltre mi era stata prestata dal
concessionario, e ho ordinato l' elica definitiva.
Dopo aver provato la Vensura 4 pale
da 19 , e la Laser II da 19 3 pale , ho optato per quest' ultima.
La prestazione massima con quest' elica
è di 44 nodi @ 5400 giri, e la velocità di crociera si aggira intorno
ai 30 nodi @ 4400 giri.
Il consumo orario a velocità di crociera
è di 32-33 litri /ora, quindi si fa circa 1 miglio con un litro
e l' autonomia col serbatoio da 300 litri è di quasi 300 miglia.
La tenuta di mare è ottima , ho provato
con 2 metri e passa di maestrale e la sensazione è quella della
prua che infrange l' onda con possenza.
Con un metro d' onda corta e ripida
si può tranquillamente andare contromare a 40 nodi. Ottimo.
Insomma, che devo dire... sono soddisfatto!!!!!
Akeswins
Last update 10.10.2006
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