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Realizzazione AKES 23

Questo si può dire un tutorial un pò "sui generis"... si tratta infatti di illustrarvi com'è avvenuta la costruzione e il varo della barca che mi sono progettato e fatto costruire.

Le dimensioni , la linea e il layout interno sono stati scelti in base ai requisiti che ricercavo IO dalla mia barca.

I requisiti?

Doveva avere un ottimo impatto con l' onda corta e ripida delle mie parti (costa ovest della sardegna) , doveva essere molto veloce pur contenendo la motorizzazione, doveva essere semplice ed essenziale ma nel contempo non far mancare nulla a bordo per godersi il sole e il mare.

Inoltre, a differenza degli scafi con questa impostazione , doveva avere una piccola cabina per il sottoscritto.. Infine, cosa non trascurabile ,doveva costare meno di un Regulator o similia....

Il progetto originario era di un 25 ft da motorizzare con una coppia di fuoribordo da 175 cv l' uno; dopo aver visto i prezzi dei fuoribordo però ho dovuto abbassare il tiro e accontentarmi solo di 1 fuoribordo; di conseguenza la barca è stata riprogettata come 23 piedi, misura più adatta per un solo fuoribordo.

Con l' ausilio di software CAD sono giunto al progetto e allo sviluppo delle lamiere. Questa è stata la fase più lunga Questa immagine non è altro che un rendering 3d del disegno della barca.

 

Il materiale scelto è stato la lega marina di alluminio: più duratura della vetroresina, più leggera, più robusta, dal costo normalmente superiore alla vtr ma trattandosi di una realizzazione non in serie i costi finali sarebbero stati inferiori a quelli di un' unica barca in Vtr per cui si sarebbe dovuto fare lo stampo , o anche utilizzando la costruzione "One off", i tempi si sarebbero allungati troppo. Il limite dell' alluminio sta nel fatto che non si possono ottenere certe curvature tipiche della vtr, ma si è cercato di ovviare a questo calcolando al meglio i raggi di curvatura per avere una linea gradevole e non "spigolosa" tipica di molte barche costruite in questo materiale. Il lavoro in cantiere si è svolto così: Per prima cosa la movimentazione lamiere

 

Le lamiere sono state trasportate in un macchinario a taglio laser, dove avendo a disposizione gli sviluppi in piano delle lamiere in formato .dxf si è potuto tagliare con precisione il tutto. Gli errori di sviluppo sono stati azzerati.

Per prima cosa si è proceduto a tagliare le lamiere della carena, poi la murata e il bordo. Si cercava comunque con la tecnologia di "nesting" di ricavare da un foglio di lamiera quante più parti possibili e minimizzare gli sfridi. Qui è disposto lo sviluppo del bordo e dello specchio di poppa.

 

Poi, una volta tagliate tutte le lamiere dello scafo, si è provveduto a saldarle insieme, in modo da far prendere forma allo scafo. Chiaramente per tenere meglio insieme tutta la struttura, si è provveduto a disporre dei supporti e rinforzi esterni provvisori. All' inizio lo scafo è stato saldato "a punti".

 

Una volta unite le lamiere dello scafo, si è proceduto a disporre e saldare le varie ossature di rinforzo.

 

 

Lo specchio di poppa l' ho voluto basso per avere una facile risalita, e per poter svuotare facilmente un eventuale grossa onda.

Credo che un' eventualità così non si presenti mai, però avere meno volume d' acqua contenibile a bordo è sempre una sicurezza in più.

Inoltre , ho previsto un piccolo bracket per alloggiare il fuoribordo e non avercelo "in mezzo ai piedi" nello specchio di poppa, e far lavorare il motore in un fluido meno perturbato ottimizzando così prestazioni e assetto.

Lo specchio di poppa è stato rinforzato, sono stati utilizzati spessori maggiori rispetto allo scafo ed è stato costruito con doppia lamiera.

Dopo aver completato lo scafo esterno, si è trattato di saldare le lamiere della coperta, il piano di calpestio, il ponte prendisole, la murata interna etc.

La struttura a doppio scafo aumenta la robustezza , e gli spazi vuoti della murata, dello specchio di poppa e a prua sono stati schiumati per garantire l' inaffondabilità in ogni condizione.

Sono stati lasciati gli spazi per il serbatoio, pozzo catene, ed è stata prevista una cassa di zavorra stagna da 400 litri per avere un assetto variabile che si adattasse meglio a ogni condizione meteo; infine la suddetta piscinetta è utilizzabile anche come vasca per il vivo.

La cassa stagna è servita da 2 grosse pompe di sentina che consentono di imbarcare in pochi secondi i litri desiderati e di svuotarla in meno di 2 minuti.

Dopo aver sistemato i portelli, realizzato il piccolo tientibene, saldato i pattini hunt e saldato in maniera continua tutto lo scafo, si è proceduto a smussare i cordoni di saldatura e levigare lo scafo, fino a conferirgli un aspetto pronto per la verniciatura.

In ultimis, è stata realizzata la consolle , il t-top , il sedile di guida. Tutte le misure del posto di pilotaggio in fase progettuale sono state prese dal sottoscritto con il metro da sarta per avere la massima ergonomia.

 

Sono stati montati gli accessori quali bitte e verricello , e lo scafo è stato verniciato con vernice per alluminio. Le mani di vernice sono state numerose; infatti il processo di verniciatura è durato quasi 2 settimane.

 

La barca finita è stata poi trasportata dal concessionario Mercury per il montaggio del motore, dell'impianto elettrico e della timoneria.

Il motore scelto è stato un 200 Optimax 2t a iniezione diretta; sicuramente meno costoso dei fratelli a 4 tempi, collaudato, veloce, e con consumi contenuti, paragonabili a quelli di un 4 tempi.

La velocità di progetto era stimata intorno ai 40 nodi . All' inizio avevo scelto un elica revolution4 da 21 pollici di passo, però, non avendola in magazzino, dovendo aspettare troppo se l' avessi ordinata, ho optato per la Suzuki 3 pale inox da 20 pollici disponibile presso il concessionario, che gentilmente me l' ha prestata per prova.

Montato il motore , la barca si presentava così:

Giunse finalmente il momento del varo!! Per il trasporto e il varo mi sono servito del mio fedele Jeeppone CJ7 Laredo del 1982, e di un mega carrello biasse.. La barca infatti ha un peso e una larghezza tali da poter essere carrellabile senza l' obbligo di patente B+e, a dispetto delle dimensioni che possono apparire in foto...

 

Il momento del varo come potete immaginare è stato emozionante.. mettere in mare una barca fatta da sè ...anche se devo dire gli istanti prima che la carena toccasse l' acqua sono stati vissuti con un pò di apprensione , sarà perchè l' acqua del mare è salata, o per altri motivi, o perchè in mare ciò che si calcola spesso lascia il tempo che trova, o la scaramanzia , che non si rompesse la bottiglia.... ma tutti questi veloci dubbi sono stati fugati appena la barca è stata varata, e ho potuto constatare che il galleggiamento in mare era esattamente quello che avevo calcolato in fase di progetto.

Dopo il varo tutti i meccanici sono voluti a salire per il test drive, anche se ormai era quasi buio, in più amici e parenti , per un totale di 8 persone... meno male che la barca era grandicella !!!

Appena usciti dal porto il capomeccanico accelerava gradualmente e io sentivo i giri del motore aumentare, e il rumore pure, ma non la velocità, e non avendo mai usato un Optimax non sapevo proprio nulla di come il motore si sarebbe comportato, se ce l' avesse fatta a tirar fuori dall' acqua quella massiccia carena con tutte quelle persone sopra..

A quel punto l' altro meccanico che era davanti alla consolle ha tirato verso di sè la leva del gas, il rumore è cambiato improvvisamente , molti presi alla sprovvista hanno rischiato di cadere, io afferrato bene al t-top ho visto la scia che si staccava e il contamiglia che prendeva nodi: con un accelerazione bruciante siamo arrivati a 40 nodi secchi in 8 persone!!!

E.. si è scatenata la festa a bordo, lo spumante è sceso a fiumi, e l' opera si poteva dire compiuta. Via a cena a berci sopra!!!

Un paio di foto in mare

Le prestazioni rilevate non si sono discostate da quelle previste da progetto, anzi.

La velocità max con elica da 20" è stata di ben 46 nodi in 2 persone, solo che quest' elica aveva un rendimento assai scarso ai bassi regimi , inoltre mi era stata prestata dal concessionario, e ho ordinato l' elica definitiva.

Dopo aver provato la Vensura 4 pale da 19 , e la Laser II da 19 3 pale , ho optato per quest' ultima.

La prestazione massima con quest' elica è di 44 nodi @ 5400 giri, e la velocità di crociera si aggira intorno ai 30 nodi @ 4400 giri.

Il consumo orario a velocità di crociera è di 32-33 litri /ora, quindi si fa circa 1 miglio con un litro e l' autonomia col serbatoio da 300 litri è di quasi 300 miglia.

La tenuta di mare è ottima , ho provato con 2 metri e passa di maestrale e la sensazione è quella della prua che infrange l' onda con possenza.

Con un metro d' onda corta e ripida si può tranquillamente andare contromare a 40 nodi. Ottimo.

Insomma, che devo dire... sono soddisfatto!!!!!

Akeswins

Last update 10.10.2006

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