Una nuova filosofia costruttiva
per il gommone smontabile. Questo è quel che rappresentarono
i Radhial alla loro apparizione, alla fine degli anni '70.
Il concetto di fondo era allo stesso
tempo molto semplice e rivoluzionario ...
separare la funzione di tenuta pneumatica da quella estetica e
strutturale.
I tubolari dei Radhial erano in sintesi
costituiti da due oggetti distinti
inseriti a "matrioska" l'uno dentro l'altro.
All'interno si trovava una serie di
semplici camere d'aria in PVC non armato, la cui funzione era
esclusivamente quella di trattenere l'aria all'interno e dar galleggiamento
e rigidezza al gommone.Esse costituivano altrettanti compartimenti
stagni distnti ed indipendenti, soistituibili singolarmente.
Esternamente,
una "pelle molto resistente all'usura ed abrasione, fissata
meccanicamente allo specchio di poppa , costituiva la parte visibile
del gommone, soggetta ad urti, sfregamenti e stress meccanici
varii.
Le camere d'aria erano semplicemente
infilate all'interno della "pelle" esterna, e potevano
abbastanza facilmente essere estratte per la riparazione e sostituite
in caso di danno grave.
Per permettere un agevole accesso
ai compartimenti , ecco l'innovazione che più colpì
l'immaginario del pubblico di diportisti .... LA CERNIERA.
Perimetralmente al gommone, era
montato un parabordo molto strano, realizzato con placche in
VTR, che si comportava come una vera e propria cerniera lampo,
e permetteva di "svestire" il gommone per manutenzione
e riparazioni senza dovrer "squartare " i tubolari.
La parte pneumatica era interamente
giuntata mediante saldatura ad alta frequenza, procedimento
reso popolare dall'Eurovinil, che impose di riùnunciare
al tradizionale Hypalon-neoprene a favore del'allora misconosciuto
PVC.
Questo influì probabilmente
non poco negativamente sull'immagine del marchio, penalizzandone
la diffusione.
L'intera parte gommata era invece
resa solidale a quella rigida (specchio di poppa, ed in
seguito carena in VTR) tramite bullonatura perimetrale,
senza incollaggio.
Questa soluzione, adottata anche
dalla Eurovinil, permetteva di superare il rischio di cedimento
degli incollaggi misti, all'epoca ancora reale e che numerosi
dispiaceri ha dato a marchi blasonati come Zodiac.
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Dal punto di vista strettamente
"gommonautico", i Radhial adottavano un disegno dei
tubolari a "ferzi radiali", poco armonioso, ed una
carena con paramezzale rigido in legno, che conferiva discrete
doti di naviogazione, nonostante le linee dell'opera morta,
per forza di cose a pochi settori e molto "spigolose"
A differenza di quel che si potrebbe
pensare, il sistema non rimase confinato a dimensioni da pram
o poco più, ma arrivò ad equipaggiare battelli
semirigidi di notevoli dimensioni, come quello delle foto sotto
(tratte dal sito del cantiere Zaniboni) , ottenuto adottando
la carena di una scafo della Zaniboni, il Nimbus.
In questo caso siamo davanti ad una
accezione del semirigido la più distante possibile dal
gommone classico.
Di fatto, come si rileva facilmente
notando la notevole altezza della murata in VTR, il tubolare è
NON LAVORANTE, ovvero sia da fermo che in velocità non
viene a contatto con l'acqua, e la sua sola funzione è
assicurare stabilità e riserva di galleggiamento.
By Camillo
Last updated 06.03.07
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