In qualche tiepida sera verso il Solstizio di Primavera il Druido Bertrace aveva rivisto il calcolo astronomico verificandolo più volte con i numeri solo a lui conosciuti dell'Alfabeto Ogham, inoltre le sedici colonne e le 78 fasi lunari collimavano precisamente con le parole dell'oracolo. Nella prima fase di Luna piena un evento straordinario avrebbe cambiato per sempre il destino della nazione celtica. Ma esattamente cosa fosse questo fenomeno non era ancora chiaro a Bertrace, il capo della triade sacerdotale, così andò sulla collina ad interpellare il dio Cernnunos; aveva un presentimento verso la sua unica figlia Rouna, una ragazza sedicenne bella come la dea Frigga. Cernnunos disse al vecchio padre che Odino si sarebbe invaghito di sua figlia e nelle sembianze di un lupo l'avrebbe posseduta. Ma il dio della fecondazione non disse la verità, in effetti il grande cervo era geloso verso il capo di tutti gli dei. Bertrace non prestò fede alla profezia del suo santo protettore. Era convinto che questo non stava scritto nel segreto del calendario. Invece la verità era di ben altra natura. L'anno solare che andava dal 1 Novembre al 31 Ottobre 365 non combaciava con l'orbita dell'astro solare, ma il periodo siderale era più lungo di sei ore. Il consiglio dei sapienti celtici si riunì immediatamente per udire la relazione di Bertrace, dal volto assorto da umani pensieri: sua figlia e la sua conoscenza. - Eh! Bertrace che cosa è che assilla tanto? - gli chiesero malignamente i saggi - La tua tortorella Rouna sta forse per prendere il volo? - Ah! Ah! ridevano i compagni invidiosi della bellezza della figlia di Bertrace. - Per tutti gli Astri del Firmamento - urlò Accadranno eventi catastrofici nel giorno che non esiste, nel giorno che ha ingoiato 18 dei suoi figli, una giornata che esisterà ogni sedici Solstizi e sparirà per altri sedici. Ecco maledetti infingardi cosa dicono i miei calcoli e lasciate stare mia figlia o vi decapito con la mia roncola! - Ma si sa l'uomo pone dio dispone.
Odino scese veramente ed incontrò la fanciulla, che presa da un calore misterioso si recò allo stagno per rinfrescarsi, quando vide davanti a se un grosso lupo nero che si trasformò in un corpo di giovane uomo. Odino pose il suo seme nel ventre della ragazza. Ella partorì due figli maschi ma il suo corpo non resisti allo sforzo e morì poco dopo. Odino ebbe rimorso di questa fanciulla la cui vita svanì e mando ad allevare i due fanciulli una lupa la quale aveva appena perso i tre cuccioli che partorì allo stesso momento di Roana. I neonati si attaccarono alla nuova madre dal morbido pelo e dal nutriente latte. Gli imposero i nomi di Rommos e Remmos che significava i figli di Rouna e Odino. Come tutti i cuccioli di madre Gaia , il primo era più pretendente del fratello. Questa rivalità che la Natura impone, la sua ferrea legge della sopravvivenza del più forte verso il meno dotato. I due fratelli crebbero e si fecero forti in questo contesto naturale. Un giorno stanchi di accudire il nonno, lasciarono il villaggio sui monti per l'avventura verso terre ignote, oltre il grande fiume Po. I due nobili guerrieri celti arrivarono in un luogo deserto dove vi erano solo prati e tanti ovini allo stato brado. Allevati come lupi diedero sfogo al loro istinto animale e fecero strazio di pecore e montoni. Invece di diminuire di numero i greggi aumentavano sempre, sovvertendo l'ordine dei lupi perennemente in moto in cerca di altri luoghi e nuovo cibo. I due semidei decisero di restare in quel luogo strano. Decisero in onore di Odino loro padre, di costruire un Recinto dalle alte mura in pietra così grande che tutto ciò che vi era all'interno del quadrato era all'appannaggio dei due eroi e quello che rimaneva fuori era solo disordine e incertezza. Ai due lati due cime per i riti notturni alla dea della Luna, ma anche per attirare le femmine degli umani, la cui curiosità femminile le soggiogò alle voglie di Rommos e Remmos. La popolazione crebbe in fretta nel Recinto dell'amore e senza saperlo nacque una città alla quale fu imposto il nome di Roumma in onore della madre naturale dei due fondatori. Molto ma molto tempo dopo le profetiche parole del nonno si avverarono e questa nuova nazione fu portatrice di disgrazie e dolori per il popolo celtico "il giorno che non esiste".