La spiaggia dei trenta

            

            Sensibilmente nella gente,

come ago di bussola,

vibro agli umori altrui.

 

Come fronda al vento,

aleggio ai fremiti che

scorromi intorno.

 

Mi carico, mi scarico

d’energia che brucia,

che consuma il mio cervello.

 

Energia cosmica ci avvolge,

ci unisce e come filo invisibile,

ci permette di comunicare.

 

Non con la vana

parola, è possibile

il colloquio.

 

Ma guardando la gente,

ascoltando i loro

fremiti.

           

            L’energia che da

 essi parte e,

come scariche elettriche,

colpiscono il nostro

cervello e,

da noi ripartono e,

            girano nell’aria.

 

            Alla ricerca d’antenne

che pronte, che disposte,

tramutano energia, in

sentimenti, in semplici

e più comprensibili segni.

 

Guardando la gente,

attraverso i loro occhi,

il loro corpo, mi arrivano

messaggi infiniti,

vibro d’emozioni

primordiali e con

inconscia partecipazione,

si genera vita, odio,

amore.

 

Concetti sillabici di

un’umanità ancora

giovane, inesperta,

ma pur semplice,

nuova, diversa e

viva.