Pare che, di anno in anno, le manifestazioni estreme quali il NoMercy festival e il X-Mass perdano pubblico e interesse. Sarà forse a causa delle scalette dei gruppi, che mi paiono sempre più scarne (oltre che più corte), ma a questa edizione 2002 del NoMercy di gente ce n’era davvero poca (o comunque ben al di sotto degli standard).
I cancelli questa volta sono stati aperti in orario (15.30), sebbene non ci fosse ancora quasi nessuno...ma meglio così: ho potuto girarmi in santa pace gli stand senza dover "lottare" per guardare i cd; tanto più che la stanchezza post-viaggio cominciava a farsi sentire (per inciso la mattina mi trovavo in centro a Milano, dove una marea di tifosi del Feyenoord cantava e beveva, colorando le strade di bianco-rossa ubriachezza eheheh...).
Fatte queste premesse, veniamo ai gruppi: tenetevi saldi perché ne avrò parecchie da dire!
Cominciano gli OBSCENITY (7), fautori di un brutal-thrash non molto originale, ma efficace. Devo ammettere che, per essere i primi a salire sul palco, hanno regalato un ottimo show, cercando di scaldare il pubblico non ancora numeroso. Buona la prova del cantante, un po’ meno quella dei chitarristi, statici quanto si confà ad un gruppo di tal genere:)
Seguono a ruota, dopo poco, i CATASTROPHIC (6), che invece mi sono piaciuti meno dei loro predecessori. Forse, come qualcuno che li aveva già visti mi suggeriva, hanno suonato un po’ sotto tono, e d’altra parte è piuttosto normale che un gruppo non renda alla perfezione in ogni suo live. In sintesi, ci siamo sorbiti qualche decina di minuti di un deathrash poco melodico e molto diretto (e semplice), buono a mio parere come "antipasto".
Giusto una pessima e costosa birra presa nell’orrendo chioschetto interno (devo ricordarmi, cazzo, di portarmi qualche litro di Tennent’s da casa, la prossima volta!), ed ecco "pronti" sul palco i
DESTROYER 666 (7). Dico "pronti" tra virgolette perché il missaggio non è stato decente fino a metà della seconda canzone, e i blackster di turno non hanno potuto godere per nulla dei suoni adatti. Tuttavia, benché il volume della voce del chitarrista fosse inesistente, e la doppia cassa impastata più che mai, i Destroyer 666 hanno spaccato come si deve, alternando le parti veloci a quelle più cadenzate (e noiose). Una performance onesta e apprezzabile, quantunque io non sia minimamente intenzionato a comprare un loro album...
Terminato anche questo show, noto con piacere che finalmente posso uscire dal tendone per tornare temporaneamente in auto, cosa che, non so per quale assurdo motivo, non è stata permessa fino ad una certa ora. In sostanza coloro che erano entrati nel tendone non potevano uscire dalle recinzioni esterne; non chiedetemi il perché dato che non saprei rispondere...posso solo ipotizzare che l’organizzazione avesse paura di qualche falsificazione del timbro di entrata, o roba del genere.
Ad ogni modo, ci prendiamo un po’ tutti una pausa (e un po’ d’aria fresca) per poi rituffarci sotto il palco, laddove i
MALEVOLENT CREATION (8) iniziano il loro spettacolo. Hanno eseguito, per la verità, poche canzoni, ma tutte d’un fiato, pestando in maniera adeguata, con il pubblico che mi è parso veramente apprezzare. Grandioso il frontman della band, mai stanco, ottimi i tempi di batteria e i riff omicidi, poi la grande esperienza del gruppo ha fatto il resto. Insomma, l’impressione è che la band non sia stata posta nella giusta posizione in scaletta, tenendo conto anche del fatto che molta gente ancora non era entrata al Palacquatica, e avrebbe voluto assistere allo show dei Malevolent.
E così, dopo un gruppo valido, ecco esibirsi la ciofeca della serata: i
DISBELIEF (5). Subito non mi ero reso conto a quale noia stavo andando incontro, nel rimanere sotto il palco a sentire questo gruppo, anche perché se devo essere sincero alcune parti vocali e alcuni riff melodici non erano affatto male. Ma ragazzi, è un po’ poco per meritarsi il quarto posto in scaletta! Tanto più che le ultime canzoni sono risultate soporifere, causa una cadenza lenta e ripetitiva, senza un minimo cambio di tempo né di velocità...insomma, che palle! A questo punto credo sia lecito che io mi domandi: ma come fa un gruppo come questo ad aver pubblicato già 4 (quattro!!!) album? Forse basta nascere in scandinavia o in quei posti per avere il contratto in mano? E soprattutto: per quale motivo io con i miei Gaia’s Vestige devo penare per trovare uno straccio di produzione, e poi mi ritrovo al NoMercy festival questi Disbelief, che oltre ad annoiare non sono neanche dei mostri di tecnica? (e questo vale per il mio gruppo come per molte altre bands italiane). Ai posteri l’ardua sentenza...e nel mentre che i posteri ci pensano, vado ad ascoltarmi Infernal Poetry, Edenshade, Coram Lethe e naturalmente Gaia’s Vestige!
Per fortuna che a risollevare le sorti della serata è toccato ai grandissimi
VADER (8), i quali, pur non offrendo la migliore delle loro performances, hanno portato una sana ventata di death metal! La classe con cui suonano questi polacchi, senza mai strafare, senza atteggiamenti pacchiani né commerciali, mi è sempre piaciuta, e ogni volta mi rivedo i Vader molto volentieri. Chissenefrega se al batterista (una macchina, per la verità) sfugge la bacchetta, o se il cantante stecca di voce mentre si lancia in un killing-solo! Questo è death: se vi piace, bene, altrimenti statevene a casa!:)
Lunga pausa di sound-check prima della storica creatura capeggiata da Peter Tagtgren: ecco a voi gli
HYPOCRISY (8)!!!
Devo ammettere che la curiosità di vedere questa band dal vivo era proprio tanta...avevo quasi completato la loro discografia, ma l’occasione di vederli on stage non mi si era ancora presentata, purtroppo. Detto, fatto: i tre svedesi (più un chitarrista session, devo dire, molto bravo) non deludono le attese, e ci propongono alcuni tra i brani più famosi: "The Gathering", "Roswell 47", "Dominion", "Penetralia", "Pleasures of Molestation" e altri. Vengono ripercorsi un po’ tutti gli album, mentre l’atmosfera che si percepisce sotto il palco è del tutto particolare...alla gente da troppo tempo mancava questo gruppo! Unico appunto, se proprio ce ne fosse bisogno, è che sono stati eseguiti molti brani lenti, atmosferici e cadenzati, mentre le canzoni più brutali hanno avuto poco spazio. Fa nulla, a me son piaciuti e Peter sul palco ci sa fare; rammento un urlo dilaniante che sarà durato almeno 15-20 secondi! Eheheh.
A questo punto ho pensato: ok, fino ad ora è stato un buon festival, ora tocca agli Immortal superare la prova del nove. Meditavo, a dire il vero, anche sul fatto che gli ultimi album dei norvegesi non mi erano piaciuti, o perlomeno, non erano certo black metal. Cosa ci avrebbero proposto? Un black sparato alla Marduk o un thrashone trascinante? Niente di tutto questo: gli
IMMORTAL (5) mi hanno deluso definitivamente ed ora sono qui a rimpiangere la dipartita di Demonaz, colui che nella band era il vero compositore black. So che gli Immortal ora vendono centomila copie ad ogni album, so che hanno più fans adesso (e molti erano presenti al NoMercy) che ai tempi di "Battles in the North", ma io sono un blackster ora come lo ero nel 94, e non posso accettare uno spettacolo scandaloso come quello che mi è stato proposto. E’ forse accettabile che un pagliaccio di nome Abbath faccia il buffone sul palco portando il nome storico degli Immortal? E’ forse accettabile che non sia stata proposta NEANCHE UNA CANZONE DA "PURE HOLOCAUST", neanche una da "Blizzard beasts" e due canzoni (di cui "Mighty Ravendark" troncata) da "Battles in the North", suonate tra l’altro con una lentezza inaccattabile e "heavymetallizzate" all’inverosimile? E poi voi del pubblico, che seguite i riff delle canzoni con degli "OOH OOH OOH!", neanche fossimo al concerto degli Iron Maiden!!! Volete ancora farmi credere che questo è black metal? Questo è uno sputtanamento vero e proprio: dove sono gli Immortal freddi come il ghiaccio di "A Sign for the Norse Hordes to Ride" e di "The Sun No Longer Rises", quelli con i riff taglienti come il vento gelido, quelli che salgono sul palco, rompono il culo a tutti e se ne vanno, quelli con DUE CHITARRE? Sono stati sostituiti da dei circensi, che giocano a fare le rockstar, che strappano gli applausi ogni due minuti anche in mezzo alle canzoni (fermandole), che se ne vanno, si fanno acclamare, se la tirano, e poi tornano sul palco più buffoni che mai.
Questa per me è stata l’umiliazione, grazie Immortal, ora me ne vado in camera ad ascoltarmi "The Shadowthrone" a luce spenta.
Arrivederci al prossimo concerto.
Gabì-DarksomePoet
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