Boris Vallejo, figlio di un illustre procuratore legale di Lima (Perù), aspirava alla carriera di violinista anzichè a quella del pittore. Tuttavia decise di interrompere, dopo sette anni, lo studio del violino, per dedicarsi alla Medicina. Non soddisfatto, dopo due anni, si rivolse alla Scuola Nazionale delle Belle Arti, un collegio d'Arte dove studiò per cinque anni con notevole profitto e con vari riconoscimenti per le sue opere artistiche.
Nel 1964 raccolse tutti i suoi lavori ed emigrò negli Stati Uniti. Sperava in una carriera più promettente di quella che avrebbe avuto a Lima.
Il suo primo lavoro come illustratore fu in un ufficio pubblicitario di una catena di magazzini dove la sua permanenza fu di otto anni.
Avuto il lavoro per la Warren e la Marvel, due riviste umoristiche dove Vallejo disegnava le copertine e le vignette, cominciò a lavorare su delle copertine di libri per diverse compagnie editoriali.
Come si può ben notare, Vallejo apprezza molto la perfetta struttura del corpo umano, in particolar modo lo attrae il corpo femminile che cerca di disegnare in più maniere possibili: muscoli sodi e perfetti, corpi sensuali in scene selvagge e d'effetto, personaggi del mondo fantastico/mitologico che con la loro presenza saziano la fantasia dell'osservatore. Queste sono le caratteristiche delle illustrazioni di Boris.
A far di lui uno degli illustratori più popolari di questo tempo, comunque, è stata anche la sua professionalità e perizia come illustratore. Dalla fine degli anni settanta, da solo ha disegnato oltre 300 copertine, inclusi i lavori come "Tarzan", "Conan" e la rivista "Heavy Metal".
Le illustrazioni di Boris Vallejo non sono schematiche, piatte o senza vita. Il suo stile non è comune e tantomeno somiglia a qualche altro artista fantasy, sa trovare sempre maniere diverse per stuzzicare l'immaginazione del suo pubblico. Boris è noto per le le sue rappresentazioni di eroi nelle guerre barbare, per i suoi ambienti misteriosi e poetici, per le creature romantiche integrate con bizzarri esseri e mostruosi alieni, un misto esplosivo di colori che fanno vivere i quadri nella mente di chi osserva.
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