autore: Lacrima Nera 
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DENTRO SHARON
Un abbraccio di stelle a tutti i figli della notte e non solo... sono Giada Maria Azzurra Isabelle ovvero Lacrima Nera, ho sedici anni e studio al liceo linguistico, una scuola che odio. La vita mi ha fatto molto del male e le ferite non sono più rimarginabili ormai. Spero che questo racconto vi piaccia, mentre lo scrivevo ho pianto molto... Un bacio dalla Nera Vestale.
Sharon è una ragazza di sedici anni, una biondina, filiforme e minuta, d'una bellezza nordica delicata e infantile. Sharon ama l'arte, scrive poesie, legge tantissimo. Non è come tutte le altre, lei è fragile e indifesa. 

Sharon soffre di anoressia, non ce la fa a mangiare nulla, o meglio a tenere dentro nulla. Via, fuori quella schifezza, tutto nel water, si tira lo sciacquone, e via.

Ogni mattina Sharon va a scuola, aspetta l'autobus nella piazzetta con gli altri ragazzi, anche se non ride con nessuno, sorride di circostanza, sembra stia per scoppiare. Non è molto brava a scuola, non ascolta mai i professori, e studia poco. Preferisce pensare solo al suo meraviglioso ragazzo, il suo oscuro amore, il suo cavaliere borchiato, Orlando. Come nelle favole, ogni notte lui sguscia attraverso il giardino della casa della piccola Sharon e arriva fino alla sua finestra. Lei è lì, che lo aspetta, trepidante e ansiosa, agitata e impaurita, impaziente ed eccitata. 

Sharon lo vede. Salta su dal letto, lo aiuta ad entrare, lo abbraccia, lo bacia, lo guarda con gli occhi luccicante di amore. Com' è bello lui! Così oscuro, con quei capelli lunghi e neri, sembra avvolto da un mantello di notte. Com'è bella lei,accanto a lui! Così chiara, così luminosa, così piccina. Sharon è l'alba, Orlando la notte, lei il principio di tutto, lui la fine. In quei momenti i cani ululano, le stelle piangono lacrime di luce, le ninfe ululano nei lontani boschi, perfino la luna si nasconde dietro una coltre di nuvole. I loro baci silenziosi presto si trasformano in languidi sguardi, in carezze peccaminose, i loro corpi si esplorano e presto il silenzio viene rotto dall'ansimare della Dama del Crepuscolo e Del Cavaliere della Notte. Si amano fino a farsi male, Sharon ama il leggero dolore che solo Orlando le può provocare, e lui ama vedere le sue lacrime scorrere lievi sulle sue guance di pesca. Amano il proprio sangue, è linfa vitale per i due amanti, consci che la notte non è sufficiente per la propria passione, perché è vero amore quello che unisce i due figli dell'oscurità, assetati l'uno del sangue dell'altro come pallidi vampiri. Ciò che una volta erano baci leggeri come becchetti di colomba, ora sono un connubio che poco ha a che fare con l'innocenza, un momento blasfemo di carezze sensuali come velluto scarlatto.

La notte è l'unica gioia della vita di Sharon, sempre così triste, così vulnerabile, chiusa in se stessa. Sharon è debole, sta male per poco, è un fuscello che anche il vento può uccidere. Le sue uniche energie spettano al suo cavaliere borchiato. 

Ma un giorno la piccola dama inizia a stare ancora più male, a nulla bastano gli oscuri abbracci del suo nero signore, le cure del medico, il cibo costretto ad ingoiare a forza. Perché Sharon aspetta un bambino, una piccola creatura nera come la notte e bianca come la luce, il frutto di quel folle sentimento. La piccola mamma desidera quel bambino, lo ama, perché è figlio della notte, del buio che si è fatto uomo per amarla, perché è figlio di Orlando. Lo brama, lo desidera, eppure sa di non poterlo tenere. Così decide di scappare, non ne parla con nessuno,nemmeno col suo fosco amore, prende il treno e se ne va, per la prima volta ad incontrarsi con la vita. Sente già la piccola vita nera che cresce dentro di lei. Sa che quel bambino è il figlio della Tenebra. Sa che da quando ha visto Orlando è entrata nella Valle delle Ombre. Conosce già il momento della nascita di quel bambino, sa già che quando le sue bianche cosce si apriranno per partorire la dolorosa creatura la terra si scuoterà, il sole non si farà vedere nel cielo per giorni, i morti si mischieranno coi vivi, nella folle danza del giorno del giudizio universale. E'un onore per lei, per la piccola Sharon. Sarà un giorno glorioso...

Dalle finestre del treno si vede il mare... Sharon ama il mare... le provoca una dolce malinconia... decide che mangerà, mangerà per la sua creatura, che sarà un guerriero come il padre, un grande guerriero coraggioso, Colui che conquisterà il Nero Trono... Avrà una degna signora un giorno... E insieme regneranno sui morti e sui vivi, sugli avi e sui futuri, e il mondo calerà nella coltre di tenebre dell'Inizio, nella coltre di tenebre della Fine. 

Sharon apre gli occhi, è stanca, molto stanca. Sente delle voci accanto a se. 

"E'andato tutto bene, signora. Sua figlia è salva, si riprenderà presto. Il bambino che aspettava, lo ha perso. Ma è così debole"...

La ragazza sussulta. Il vomito già raggiunge la sua bocca di rosa, le lacrime escono dagli occhi chiari. Si gira, non vuole più vedere il viso di sua madre, quel pallido sorriso che la riporta alla realtà. La realtà, la squallida realtà. L'unica cosa nera nella vita della piccola Sharon. Il suo cavaliere è lì, i capelli neri raccolti i una coda unticcia, gli occhi segnati, stanchi, di chi ha pianto. Un Orlando affranto, sconfitto, mal vestito, un guerriero ferito a morte. Si sforza di sorridere, ma non ci riesce. "Scusa, Sharon"... riesce solo a sussurare. 

Sharon chiude gli occhi. Oggi perfino la visione del suo Cavaliere Nero è troppo per i suoi occhi stanchi. 

Lacrima Nera 

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