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e-mail : athlanthis@libero.it

ALBA.DI.LUCE


Un lampo di otto lettere 
Ed una penna incapace
In un'alba di luce
Che asciuga l'inchiostro
Nero di pianto
E di tuoni impensati.
Trema una mano
Nello sfondo di una stanza
Piange un cuore
Che la richiama a se
Negli occhi la guerra
E polvere polvere polvere;
Sale sulle ferite
Cola:
Lacrime mai piante


ALBERI.MORTI


Un urlo di dolore e lacrime 
Contro un uomo che non conosco pių;
Ghiaccio umido di ricordi spenti,
Mano dura di sangue di acciaio. 

Difese di carta bagnate da me,
Silenzio reale in un coro di 
Fate. Bruciano gli occhi nel fumo
Del camino di Babbo Natale che

Mi volta le spalle e non c'č pių.
Mani protese che sanno di latte,
Seno materno che piange al buio.

Giorni felici che non torneranno,
Muffe sui muri che sanno di addio.
E lungo le rive alberi morti.


BAMBOLE.DI.PEZZA

(occhi che si spengono, malinconia di ieri) 


Mani di cenere si sciolgono al Sole
Nel vento di maggio
Zaffiro č lontano
Farfalle felici in ali di polvere
Note nell'aria che muoiono piano

Bambole di pezza in occhi di bimbo
Sorridono tristi
Leggono dentro
Fibre di lana con un cuore che batte
Pensieri scomparsi e neppure visti

Corpo di donna si staglia profumato
Di fronte allo specchio
Occhi di luce
Pelle di pioggia e di arcobaleno
Orecchie rivolte ad un lamento vecchio

Il fiume e il profumo di terra bagnata
Ricordi o radici
Crescono dentro
Frutti maturi che cadono al suolo
Zucchero e sale diventano amici.


FRAGILE.UTOPIA

Voli di farfalle,
Nel bagliore del giorno:
Lucide sete
Mi sfiorano la mente.
Veli nel deserto,
Sabbia cade in bocca:
Stride questo quadro
Di fragile utopia

ILARIA
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