. : ALBUM DESIDERIUM : .
La paura del buio mi ha sempre affascinato. Il buio è sempre stato il simbolo delle paure, il terrore dell'ignoto; e dopotutto cos'è il buio su non una delle metafore più esplicite della vita ?
La vita è un qualcosa di misterioso, la vita è la continua ricerca di certezze, di sensazioni comprensibili. E la paura del buio, con la sua irrazionale motivazione, è la trasposizione psicologica di quelle che sono tutte le incertezze della vita.
Ed è come la paura della morte: inesistente. La paura della morte infatti è irreale, la vera paura che l'uomo prova nasce dall'essere conscio che prima o poi morirà, non dalla morte in se come entità.
E' per questo che la paura del buio è soltanto la paura di vivere.
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Anche i Vampiri Hanno Paura Del Buio

TI SENTO

Ti sento...
Entra nel buio del mio io,
entra nel vuoto lasciato da un non-dio
e baciami.
Baciami ancora.
Guarda i miei occhi
e rispondi:
Perchè il tuo amore
ha un prezzo
che pago col sangue,
soltanto con l'oscura speranza
di un mortale
ed eterno amore.
Mi hai dato la morte.
Ti chiesi salvezza.
Ebbene,
Il tuo bacio,
la morte,
il tuo dannato amore,
mi hanno liberato.
Per sempre.
Con te.


SORSEGGIA

Sorseggia,
nel caldo buio
di candele.
Inneggia,
la ove il sole
non sorge.
Vivi,
la ove la vita
non può arrivare.

ALZATI

Alza il capo,
togliti i capelli dal volto,
togli le smorfie di noia dal viso
e prega la luna
affinchè ti dia pace.


BRINDA COL MIO SANGUE

Brinda col mio sangue
in coppe d'avorio e d'argento
rimbombanti di fetore di morte
e con la mano
bianca come vuoto più profondo
pulisci il rosso dalle tue labbra
rosse come il dolore stesso.


ETERNO

Speranza
non è tua parola;
soltanto una cosa può dirti
la tua vita morta:
eterna esistenza.
Eterno dolore.


TU

Uno spettro
deve chieder perdono;
è appena un'anima triste.
te invece
puoi udir solo il suono
del sangue che macchia la veste.

DOLCE IL SUONO

Dolce il suono
della vita che chiama
quando a te
poco importa
della stessa veglia
essendo figlio
di una notte
che da tempo
ti ha ormai rinnegato.
Figlio degenere
triste la tua sorte.
Il fato ti ha deriso
ed ha deciso
con maligno sussurro
il tuo futuro.
Tristezza ti attende
figlio del male,
pene su pene
dovrai or pagare.
E non credere
che il crepuscolo
e la stizza fatale
trapelino luce.
Tremate mortali,
a troppa tregua
recupereremo,
e dai voi sangue trarremo
per riempirci otri.


SPERANZA

Speranza
aveva bellicapelli
e viso asciutto.
Io non l'ho mai vista
ma me la ricordo;
mi ricordo bene
quando non la vidi:
capelli neri
come la paura
e delle labbra
che mai rividi più.
Speranza
aveva un bel vestito,
nero,
come i suoi bellicapelli,
ma mai io la vidi;
solo quando la incontrai
la vidi piangere.
Erano lacrime
nere,
come i suoi bellicapelli,
e mai più la vidi,
come mai
l'avevo vista prima.


IL CORVO

Vola Pecenera,
dal becco sole
e dal corpo notte.
Voce insulsa, gracchiante, tremante,
piena di noia e dolore.
Vai Pecenera, vai e vola,
vai più in là del monte
e torna quando
la carestia sarà finita.
Allora sarà il tuo tempo.
Vola Pecenera,
Vola.


ODE AL SONNAMBULO

Morfeo,
prego te.
E non è un caso;
ti chiedo solo
cosa da poco:
ti prego Morfeo,
rendimi i sogni.


INNO

Tremate miei prodi,
arriva sciagura;
perchè da stanotte
avrete paura.


SOLE

Risplendi,
dall'alto del tuo vuoto,
e dimmi;
la dove io non vedo,
risuona il tuo calore ?
Chi gode il tuo tepore ?
Tra genti,
stagnanti in questo posto,
chi vive la tua luce,
è morto ormai da tempo.


VEDI

Vedi,
fluttuare nel vuoto un tutto mai nato.
Vivi,
fluttuando nel vuoto di un tutto mai nato.
Credi,
in tutto.
E non in te


EPITAFFIO DI UN GIOVINETTO

Mamma,
ti prego perdonami
per ciò
che nella vita
non ho vissuto.
Mamma,
non sono triste,
mi dispiace solo
di non aver vissuto
abbastanza.


PERDONO

Ho fatto di tutto...
Ho rievocato il mio passato,
pur non volendo.
Ma no, non le è bastato;
Mi ha fatto soffrire,
seguire strade che portavano
soltanto al nulla.
E non le bastava ancora.
L'assecondai, le chiesi
perdono, ma no,
ancora non le bastò.
Andai nel fango e nella melma
per lei,
ma ancora non le bastava.
Poi vidi qualcosa,
un arcobaleno.
Lo vidi sorgere
ed ergersi
tra la selva.
Allora capii.
Lo vidi sorgere
e vivere
sopra la melma.
Allora ho capito.
A lei sarebbe
potuto bastare meno di me,
ero io
che non mi bastavo.


FIGLI DI UN DIO VIOLENTO

Ho creduto a lungo
a tutte le stupidaggini
che venivano dette.
Voialtri eretici
dispendiosi di spazio
e tempo,
creature di un
qualunque volere
e speranzose
di vivere
con la compassione di chi
vi ha visto nascere.
Sputate il sangue
che avete versato
dai calici che
avete dichiarato sacri.
Pentitevi di ciò che
avete creduto impossibile.
Il futuro è passato,
preparatevi a
vivere un nuova vita,
una vita in cui
avete sempre sperato,
ma che vi donerà
soltato
dolore e disprezzo,
razzismo , egoismo
e qualunqu'altra cosa
abbiate cercato
nella vita precedente.
Preparatevi
figli di un dio violento.
Ora mi diverto io.


PENSIERI DI UN GIOVANE ADOLESCENTE PAZZO

Trasudate paura
miei cari,
la vita vi ha forse deluso ?
e per quale altro che sia
motivo avete evitato 'sì
accuratamente la felicità
che potevate avere
tanto facilmente ?
Avete capito bene
fratelli,
non è stata la vita crudele
con voi,
ma voi con voistessi.
E sapete che vi dico ?

Vi sta bene.


IL SONNO

Ho vissuto il mio tempo
in un sonno perenne
fatto di psichedelici
incontri tra buio e oscurità
i quali creavano
sulle mie palpebre chiuse
colori anch' a me ignoti.
Un giorno poi
ho aperto quest'occhi
che sempre aveo tenuto al riparo.
Non so e non saprò
se ho fatto poi così bene
so solo una cosa
ne ho viste, un poco
e a me già bastano.


xxxx-†xxxx

Era lucida.
Così lucida che attraverso
riuscivi a vederti.
Una lucidità cupa,
ma d'uno splendore
che pochi riescono
tutt'ora a sentire.
Era lucida,
e per questo piaceva.
era bella,
lo ametto,
ed anche per questo piaceva.
Ma una lucidità
così tetra,
che io chissà,
l'avrei amata.
E mai io l'ho vista
in luoghi diversi da quelli.
Mai io l'ho vista,
senza aver appresso
com' amici
cipressi e biancalle.


DOLCE LUNA

Il giorno svanisce,
con lui
il Padre si ritira
e la Madre
si addobba i capelli
e si prepara a venire.
La luna è alta stasera.
La luna brilla stasera.
Luna piena d'amore,
di nostalgie,
d'avventure mai vissute
ma importanti,
e con lei in cielo,
il mondo
s'illumina di buio,
il calore del sole
è ormai svanito,
ma la luna mi abbraccia,
mi riscalda.
Pian piano poi
la luna s'eclissa
scende,
ed il Padre,
col nuovo giorno,
fa capolino
dietro ad un branco di stiracchianti colline.
E a me,
non rimane nulla,
apparte il desiderio,
di un nuovo plenilunio.


PER I TUOI OCCHI

Ti ho fissata a lungo,
sono penetrato nei tuoi occhi,
ho scrutato il tuo ignoto,
il buio della tua anima,
i colori della tua vita;
ma niente sono riuscito a vedere
tranne te.
Sempre.


ESTATE

Straziato, al suolo,
il corpicino di
un infante trucidato
squartato e
scorticato.
E' morto.
D'estate.


ESTASI

Dopo la vita
di una giornata frenetica,
i pensieri volano lenti,
nella mia mente,
Mentre il mio corpo
muove a stento le mani
per baciare con queste
il mostro chiamato futuro,
la mente vaga,
vaga in un vuoto ricolmo
di un nulla
saturato da pensieri insulsi,
e raggiunge l'apice
l'apice della purezza,
della felicià,
della calma del silenzio
accompagnato
da una musica leggera
che ti persuade
e ti porta lontano.
Sono pronto.
Un pensiero.
Mille pensieri;
il vuoto;
l'estasi.


E' TARDI

Di cori apocalittici
sento solo il sussurro,
ma basta
a far scatenare
l'inferno dentro di me.
Oh dolci stelle,
quante volte ho scrutato il cielo
in cerca di un volto;
per me... Per voi,
e quante volte ho pregato
per poter salire
l'eterna scala che conduce a voi.
Ma ora è tardi,
sono stanco.
Ora non è possibile,
è tardi,
e la stanchezza
che vi portate dietro da quando siete nate,
è tanta.
Allora, buona notte.
Sogni d'oro e d'avorio.


DI NOTTE

L'odore della nebbia di ghiaccio che posso soltanto percepire
punge il mio naso illuminato dalla sfera di cristallo che è in cielo
e mi fa sentire vivo.
Camminando scorgo i rami degli alberi che invocano un dio
come braccia di scheletri nella notte del giudizio finale.
Vago stordito dalla mia stessa tristezza
cercando invano un varco familiare.
Sono soltanto un'ombra nascosta dietro il mondo.
Ho buio e paura.


IL DANNATO

Guardi nel vuoto coi tuoi occhi d'argento.
Guardi nel vuoto ascoltando il silenzio.
Viso spento,
dimmi che pensi
quando guardi il tuo mondo
col tuo sguardo attento
che scruta minuziosamente
il buio del tuo passato.
Viso spento,
dimmi che pensi
quando urli le tue pene
contro il vento.
Non credere a chi ha detto
che Speranza è morta.
Speranza è viva,
è viva
in ogni tua lacrima,
in ogni tuo pianto,
in ogni pioggia.
Non credere a chi a detto
che la speranza è morta.
La speranza è viva,
basta che tu lo voglia.
E la speranza vivrà
su ogni tua ruga.


DELIRIO

Lo senti questo odore irritante di noia
che ricopre la vita?
Io si,
e ne ho piene le palle.
Sarà bene che me ne vada,
ora,
prima che questo puzzo m'impregni l'anima.


IL RISVEGLIO

Titubante,
la mia mente diviene consenziente
mentre le paure di ieri,
lasciano spazio
ai turbamenti di oggi
elemosinati dalle speranze di domani.


CREDO

Drasico,
irruento,
lo spazio si fa spazio nel vuoto
e, mentre i miei pensieri vacillano
turbati da idee d'indole indolente,
io vedo, intorno a me
le paure di bambino
farsi leggende di adolescente
e follia di adulto.
Mi muovo,
a stento,
in un credo composto
da parole minuziosamente affiancate,
affiacchite,
dai terrori di un odierno orrore
per il quale sono stato generato
e non creato, ed
al quale non sono pronto.
Nell'attesa,
volano le mie dolci speranze
sul mondo e sui mari.
Scendono sulle popolazioni,
come piogge d'una gentilezza
femminea, vellutate come
giovane amore
sbocciato da una rosa
e donato a un'ape
che ne addolcirà ancor
più il sapore.
Ed intanto,
mentre i sogni s' abbindano
pronti a sfilare sulle passerelle
della mia inquieta mente,
io continuo a vivere,
sapendo di non pensare,
ma di credere solamente.


LE PAURE

Le mie paure vivono,
come sogni,
colla mia fantasia.
E più vola la mente,
più il terrore si fa spazio.
Più vola la mente,
più il sogno si fa grande.
Le mie paure vivono,
come sogni.
Le mie paure vivono.
E le mie paure,
son sogni.
Solo insulsi sogni
di vitale importanza.


LA VITA DI OGGI

La vita di oggi
mi piace.
Sempre così diversa,
Così fine a se stessa.
La vita di oggi
proprio mi piace.
Perchè la vita di oggi
ti guarda,
ti sorride,
e poi muta.
La vita di oggi
è proprio bella.
Perchè ti guarda,
e tu, a tua volta,
la puoi vedere,
te la puoi giostrare,
ci puoi giocare.
E poi,
muori.
E' buffo l'uomo...
ha paura della morte,
quando lui stesso
ne è portatore sano.


IL TUO VOLTO

Vedo il tuo volto
che guarda nel vuoto
aspettando la fine.
Ma vivi quel poco
che hai, ti dico.
La notte è ancora lunga.


CONTINUA LA DANZA E LA VITA VA AVANTI

La notte dei giochi
è appena iniziata.
Danzano i morti
su prati invernali
e danzano ancora
con fuochi fatati.
Il rintocco rimbomba
e tutto va bene,
la casa è comparsa
e i lampi nel cielo
la rendon più bianca
come se avesse un'anima propria.
Un'anima in pena di chi
a stento avanza
e continua la danza
continua il silenzio
coi tamburi ed i tuoni
che ne scandiscono il tempo;
continua la danza
del fato che tutto può
e che nulla si aspetta.
E spera.


LA NOTTE

E' dolce la notte
che mi accarezza
e mi addolora.
E' dolce la notte che renga
nel più intenso buio.
Ed è così dolce,
che quasi la posso
toccare,
è così intensa,
che quasi la posso
baciare.
Ed è così buia,
che quasi mi ci posso
cullar dentro.


VUOTO

A stento riconosco
quel che sono
e ciò che faccio.
Davanti al pensar
rifuggirei confuso.


DOMANDE DI GIOVANI PENSIERI INERMI

E' questa vita
che mi ha voluto a se
come dama
di compagnia.
Forse non è così.
Ma anche se
non la si vuole,
una dama 
di compagnia in più
fa sempre comodo.


SPAURACCHIO DI PAURA

Volteggia nell'aria,
gira e rigira.
Contorta si contorce
quasi a spauracchio
di paura.
Corre quasi
come fosse
un ruscello in fuga.
Ma poi,
scura scura,
cupa cupa,
torna sempre da te.
Volente o nolente.
E morto.


MI E' STATA DATA LA VITA

Mi è stata data
la vita,
e per questo
la vivrò fino in fondo,
godendomela al massimo.
Ma non prendetemi per eretico
se vi dico
che la morte
non è poi così terribile.


IL GABBIANO

Ho visto il puro di mare
vincere la terra
arrivando a toccare il sole;
ed io,
figlio di un popolo
che si autodichiara
padrone del mondo,
l'ho invidiato.


IL PESCATORE DI IDEE

Viaggiava per mare
il giovane vecchio
stolto sognatore.

Non vedeva il suo occhio
non pensava la mente
e il suo corpo era storpio.

Non credeva più a niente.
Lo spazio ed il tempo
perdevano il senso.
Realtà soggettive incrociavano
i sogni.
E nulla restava per l'uomo di scienza,
ma nell'illogico tutto era chiaro;
le tre dimensioni non eran più
quattro:
ora erano cinque
ora erano sette o anche nove.
Un lampo di luce e colori
rintrona il suo capo
e gli occhi socchiusi
ora illuminano il viso;
l'attrito è scomparso,
la massa non conta
e il moto pian piano
diviene perpetuo.
Ora ha capito
il povero uomo:
la legge non conta,
è stata qui infranta!

Ed il vento trasporta la flotta
solitaria, tristemente raminga,
e che piano, un vecchio morto trasporta.


IL SILENZIO

Le ossa cigolano,
e con gran piacere
sia fisico che morale
si troncano e spezzano
come selce tra le mie mani,
sotto i miei piedi.
Intorno a me,
dopo attimi interminabili
impregnati di urla e paura,
regna solo il silenzio
come un re
che gusta
la propria vittoria.


IL DECISO

Non ho paura,
so bene ciò che voglio.
Non ho paura,
so bene ciò che faccio.
E poi ?
E dopo ?
Niente.


SOLE D'OMBRA

Sole d'ombra
che riscaldi i miei incubi,
alimenti le mie paure,
dona il buio
a questo mondo accecato
della troppa luce.
Rendi titubanti
quei bastardi sbruffoni.
Origlia alle porte
e ascolta ciò che li tormenta.
Dona la vita a chi
l'ha odiata e
vivi e
lascia vivere.
E poi,
la notte.


RINGRAZIA I TUOI DEI

Ringrazia i tuoi dei
per ciò che hai ottenuto;
vita perpetua
da morte irrequieta.
Sei solo, lo so,
ma non è mancanza d'affetto
nè la vita cattiva;
è stato solo l'effetto
di una morte creativa.


LIBERO

Confusione.
Scintille di vita
ch'escono dallo stanco PC
e ch'entrano nei miei
occhi in egual modo stanchi.
Come la vita che s'apre
mi volto al vento e chiedo
perdono. Guardo in basso
e a voce scura, spenta,
urlo il mio Dio e gli
sputo nel viso, gli chiedo
perdono. Fletto le gambe,
apro le braccia,
e volo.


NEL TERRORE

Nel terrore della vita e dello sterco
vivo contrariato dal mio sogno.


PAURA DEL BUIO

Buio,
è buio,
ma non ho paura.
Nel buio
più cupo,
sono io
la mia luce.


VERSO L'ADE

Naviga Caronte
senza sosta verso l'ade,
così naviga il dolore
in un mare senza forma.
Ode il marinaio
d'un infante il dolce pianto
tanto acuto, tanto forte
tanto tutto e poco o nulla.
E tanta è la speranza
di chi naviga di notte,
con Caronte, colla morte,
e con tutta la sua gente.
Tanta è la speranza
mossa da disperazione
e senza tempo, senza spazio
questo pianto canta ancora
senza musica od orchestra
canta storie senza nome
d'un passato ormai sepolto
tra macerie delle case
accanto al corpo di un amico.

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