La struttura della Sacra Corona Unita

E' organizzata orizzontalmente, con una serie di clan autonomi nella propria area di influenza ma tenuti a rispettare gli interessi comuni . L'ordinamento che il boss Giuseppe Rogoli dà alla Scu è simile a quello della 'ndrangheta, dalla quale mutua gradi, gerarchie e formule di affiliazione, che vengono opportunamente adattate alla realtà pugliese. A capo del crimine Rogoli mette il suo braccio destro Antonio Dodaro. L'investitura avviene con una lettera dell'aprile 86 : "Sei tu", scrive Rogali, "il capo Crimine che devi dare conto solo a me e a nessun uomo al mondo". E' un pentito Cosimo Capodieci a spiegare il perché di quella denominazione mistico-religioso che evoca il Rosario della liturgia cattolica, i cui grani sono legati l'uno all'altro, come i membri del sodalizio : "L'organizzazione è Sacra, perché la Sacra Corona Unita, se si leggono i suoi statuti, quando si riunisce o affilia qualcuno, consacra e battezza (tipo il prete durante le sue funzioni religiose) ; Corona, perché è come la corona, cioè il Rosario, quello usato in genere in chiesa per fare la Via Crucis, uno accanto all'altro ; Unita perché si doveva essere uniti come gli anelli di una catena". Farneticazioni criminali ? Tutt'altro. È emerso invece dalle indagini giudiziarie che gli associati danno a tali riti "un valore ed un significato effettivo e non solo simbolico". Simile a quello della 'ndrangheta è il giuramento che consiste perlopiù nella recitazione un po' melodrammatica di domande e risposte e nell'evocazione di personaggi immaginari. Caratteristiche peculiari della criminalità pugliese sono anche quelle relative al ruolo delle donne e alla giovanissima età degli affiliati. Scrive Gianluigi Pellegrino su "L'Espresso" : È grazie ad una donna, la sorella del boss Giosuè Rizzi, che nei primi anni '80 nel Foggiano prende avvio il grande commercio di stupefacenti. La signora canta nel quartetto piuttosto affermato dei Milk and Coffee. Le esibizioni all'estero, e soprattutto in Sud America, sono l'occasione buona per dedicarsi all'import-export di droga. È ancora una donna dalla tempra d'acciaio e dai pochi scrupoli, la moglie di Giuseppe Rogoli, Domenica Biondi, che in seguito all'arresto del marito ne ha permesso con un impegno diretto la permanenza ai vertici della Sacra corona".