La 'Ndrangheta

'Ndrangheta Il termine (dal greco andragathía, "virilità", "coraggio") indica il fenomeno criminale della mafia di origine calabrese; indica anche l'insieme dei gruppi (detti “cosche” ) che la costituiscono. La struttura della 'ndrangheta è analoga a quella della mafia siciliana e della camorra campana: non c'è un'organizzazione unitaria ma i gruppi – detti anche “famiglie” o “'ndrine” e organizzati su base familistica – gestiscono in modo autonomo l'attività criminale sul territorio controllato attraverso l'intimidazione e la violenza (omicidi, attentati ecc.). La cooptazione dei membri avviene attraverso riti di iniziazione e l'imposizione di codici e regole.

ORIGINI E SVILUPPO DELLA ‘NDRANGHETA 

Le interpretazioni sulle origini e gli sviluppi della ‘ndrangheta calabrese sono varie. Per lo storico Lucio Villari essa nacque come organizzazione contro lo stato e la legge, per politicizzarsi in un secondo tempo e usare lo stato e la legge ai propri fini. Lo storico Gaetano Cingari, che ha studiato a fondo il fenomeno della mafia, afferma che prima dell’unità d’Italia la ‘ndrangheta non si contrappose direttamente allo stato borbonico, ma si fondò piuttosto sul banditismo ed fu garante della giustizia popolare nelle zone rurali. Secondo Eric Hobsbawm, invece, la ‘ndrangheta nacque come associazione populista di ribelli e venne alimentata dall’intreccio tra la parte dei movimenti massonici e carbonari di epoca risorgimentale e il banditismo locale, che ebbero modo di incontrarsi e allearsi nelle carceri borboniche. Per l’antropologo Luigi Lombardi Satriani, infine, il fenomeno mafioso affonda le sue radici in un’economia caratterizzata dalla scarsezza di risorse e nella cultura contadina, individualistica e familistica.

Dopo l’Unità la ‘ndrangheta assunse una nuova e più moderna configurazione, ancora attuale: quella di un’organizzazione criminale che da una parte si scontra con lo stato, dall’altra se ne avvale. Infatti, in quegli anni l’organizzazione mafiosa calabrese iniziò a sfruttare la collusione tra funzionari statali e fattori (coloro cioè che amministravano le proprietà agricole per conto dei nobili latifondisti) nelle procedure di assegnazione dei primi piccoli appalti per la costruzione di opere pubbliche sovvenzionate dal governo centrale. Cresciuta lentamente, ma inesorabilmente, la ‘ndrangheta venne sottovalutata dai governi dell’età giolittiana e da quelli del periodo fascista.

Se all'origine la 'ndrangheta fu un fenomeno prevalentemente rurale e i reati commessi furono di tipo tradizionale (furti, estorsioni, sequestri di persona), a partire dagli anni Sessanta del Novecento essa visse un forte sviluppo e, diffondendosi nel Nord dell'Italia e anche in altri paesi, passò alla gestione di attività criminali complesse come il controllo del traffico internazionale di armi e stupefacenti (vedi Narcotraffico), il racket della prostituzione e quello delle scommesse, fino a infiltrarsi efficacemente nell'attività economica pubblica attraverso la gestione degli appalti, nell'attività finanziaria e nella stessa vita politica e amministrativa delle zone sotto il suo controllo. Recentemente si è parlato di coinvolgimento delle sue cosche nell'organizzazione dell'immigrazione clandestina.

Lo scontro tra cosche rivali per il controllo del territorio è la causa principale della violenza in Calabria, che dal 1980 ha causato oltre 1500 vittime.


La 'ndrangheta è oggi una delle organizzazioni criminali più potenti. Non priva di rapporti con uomini politici e servizi segreti deviati, è meno esposta, rispetto a Cosa Nostra, alle infiltrazioni esterne ed al fenomeno del pentitismo, ma soprattutto ha ramificazioni in mezzo mondo : dalla Lombardia, al Piemonte, dalla Valle d'Aosta alla Liguria, dalla Toscana al Veneto, dall'Emilia Romagna alla Francia, dalla Germania alla Russia, dalla Spagna alla Svizzera, dalla Bulgaria all'ex Jugoslavia, dalla Bolivia agli Stati Uniti, dal Canada all'Australia. Una delle più efficaci definizioni sulla mafia calabrese l'ha data Julie Tingwall, sostituto procuratore dello Stato della Florida a Tampa : "È invisibile, come l'altra faccia della luna". Se alla capacità di mimetizzarsi, soprattutto all'estero, si aggiunge la sottovalutazione del fenomeno, soprattutto in Italia, si può capire come la 'ndrangheta sia riuscita a prosperare, quasi indisturbata. Fino a qualche anno fa, infatti, molti la ritenevano un'accozzaglia di criminali, dedita al pizzo ed ai sequestri di persona. Secondo una recente relazione della Dia, la Direzione Investigativa Antimafia, conta 155 cosche e circa 6.000 affiliati. Il rapporto tra popolazione/affiliati ai clan è del 2,7%. Nelle altre regioni il rapporto è rispettivamente di 1,2% in Campania, 1% in Sicilia e del 2% in Puglia.

Nasce e si afferma nella seconda metà dell'Ottocento la 'ndrangheta in Calabria, una regione dal tessuto economico fragile, priva di un significativo apparato industriale e con deboli ceti imprenditoriali. Clan di picciotti, da cui il nome Picciotteria vengono segnalati nel circondario di Palmi (Maropati, Gioia Tauro, Sinopoli, Iatrinoli, Radicena, Molochio, Polistena, Melicuccà, San Martino di Taurianova, la stessa Palmi), nella Locride (San Luca, Africo, Staiti, Casalnuovo) e nella cintura di Reggio Calabria (Fiumara, Villa San Giovanni, la stessa Reggio Calabria). Uno dei documenti più interessanti di quel periodo è una denuncia anonima inviata nel 1888 al prefetto di Reggio Calabria, Francesco Paternostro, che rivela l'esistenza a Iatrinoli, uno dei tre borghi che poi dettero vita a Taurianova, di una "setta che nulla teme"