REALTA' Il folletto che ho dentro, quell'inquisitore
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OGGI......STO
Sono le 9:00 e son quasi desto
mi rigiro nel letto e poi mi vesto
annaspo in cucina, non è mai un pretesto
mi faccio il caffè bello robusto
e me lo gusto.
I due gattacci con passo lesto
escon dal loro cesto
dicon d'avermi visto
e attendono il loro pasto.
Apro una scatoletta, ma che trambusto
oh mamma, gli ho rifilato il pesto
loro, schifati, mi guardan con disgusto
faccio lo gnorri come un bellimbusto.
Là fuori il cielo ha un colore mesto
il sole s'è nascosto
ed il mio umore è un misto
di malinconico contrasto
L'ansia è in arrivo, sarò lesto
ad ingollar la pillola col gusto
di saper che presto
25 mg di xanax fanno il resto.
L'umore torna e allor non mi rattristo.
E io resisto.
Dirsi tutto Fra esigui spazi d’attimi silenti dove s’acquieta il respiro nel fremito celato d’un rimpianto, per cose mai dette, per cose mai fatte, là, c’è il dolce tepore del ricordo. Là siamo noi. Nella mente un pensiero e sulle labbra qualcosa da dire. |
Piove
Gocce d’acqua leggere
invadono i tuoi capelli
e scivolano liete
ad accarezzare il tuo viso.
Piove.
Amo e odio quest’acqua
che come rugiada
bacia la tua pelle
senza neppure chiedermelo.
Colori d’autunno In questa fredda domenica la bicicletta è il mio destriero indomito. Le ruote lentamente si arrotolano sul viottolo sterrato e il fiume, lì accanto, non si affanna ad inseguirne il passo mentre scivola lentamente fra levigati sassi avvolti di muschio. I salici, abbarbicati sul molle terriccio, coi loro bracci nella cheta corrente inventano, ad ogni giro, gorghi nuovi. Fronde che il pioppo, l’acero e la rubinia hanno abbandonato, si confondono sotto il velo dell’acqua e giocano fra loro, figli smarriti e memori d’un tempo caldo e perduto. In ogni dove vedo foglie. Sembrano, mentre volano infine libere, uno stormo d’uccelli impazziti e stanchi. Si lasciano carezzare da un fohen tiepido e atteso che le sparge e poi le adagia in un manto soffice sulla via... e più in là, nei campi, dove ieri il granturco salutava, coi suoi pennacchi, il volo dell’airone. Rallento il mulinar di gambe, il fiato arranca e sbuffa in un fumo caldo che si frammischia al respiro nebbioso d’un mattino acerbo. Lo sguardo indugia sulle sponde, irte di rovi ormai spogli di more, e si fa sedurre dal silenzio. Là in fondo l’alveo sinuoso scompare, la linea dell’orizzonte degrada indefinita e confonde declivi lontani, verso il mare. Le vette disegnano eterni profili cerei che il sole al vespro, nel suo lieve morire, imporporerà d’incanto. Questi colori d’autunno che si confondono in tenui e fulve sfumature, adombrano la mia mente e s’insinuano nel respiro fino allo stomaco. Colori che sono miei, li sento incombere su questo lento cammino e li amo come s’amano i desideri sopiti e i rimpianti dell’estate. |
Il Veliero
Non era mai fermo il mare.
Avevi lunghi e dorati riccioli ed un sorriso fresco splendeva,
sulle tue gote vermiglie.
Salivi, il passo già ardito, sul Veliero dove il fato t’attendeva ignaro.
Onde lievi frangevano il nostro novello incedere e sfioravano
le tue prime carezze
Non era mai immoto il mare.
Un gelido maestrale spazzava la livida tolda lasciando solo, alla deriva, il mio
arido cuore.
Ispiravi la mia mano ed il timone s’aggiogava lieto.
Onde fresche e i primi refoli d’un vento nuovo sfioravano
i nostri baci.
Non era mai immutato il mare.
Vele forti e tenaci si sono gonfiate impettite e altere
nel volo di gabbiani, cormorani e procellarie.
Spruzzi di prora, lacerando l’aria, hanno tracciato
la nostra rotta.
Onde calde e impetuose si perdevano sulle sartie,
rafforzando il nodo di novizi marinai.
Non era mai lo stesso il mare.
Porti e approdi abbiamo scoperto, indagato, abbandonato senza rimorsi.
Altri lidi attendono il nostro osare, faremo un rogo dei tristi respiri.
Onde quiete di risacca si spengono ora sul morbido
e solido legno delle murate e c’intonano l’arcano canto delle Sirene.
Gemme e ori indugiano nel cuore segreto del Veliero.
Sarà mai nostro il mare?
SPILLI M’insegue.
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Spilli e spille Andrò in riva al Ticino a
bear lo sguardo nel volo d'aironi e pungere la pupilla nel brillar dell'acqua ai
raggi di questo sole pigro.
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Nessuna ricchezza Ode a Bada a l'aire C’era una volta, un tempo ormai
lontano
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Un ritratto
C’è nella memoria
e nel mio cuore
l’immagine nascosta e viva
del sorriso felice di mia madre
al mio primo vagito.
Farò un ritratto un giorno,
con gli occhi chiusi
errando fra le stelle.
Mauroz & David Parte - nopea e parte no pea.
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C'è
C'è smepre un motivo
c'è sempre un momento
c'è sempre il tuo sguardo
c'è sempre il mio sorriso
c'è sempre il suo cipiglio
c'è sempre il nostro andare
c'è sempre loro amarci
c'è sempre un attimo di noia
c'è sempre un attimo di gioa
c'è sempre chi chiede
c'è sempre chi dà.
Ci siamo noi.
E questo è già un buon punto di partenza.
L'orizzonte Tace l’impavido cuore d’ogni
quercia
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Nulla
Non c’è l’ora del tè,
nemmeno esiste l’ora del riposo.
Nulla ha un tempo
Nulla ha un modo
Nulla ha uno spazio.
Le cose accadono, si susseguono, ci travolgono
mentre noi cambiamo d’abito
ogni giorno che ci ritrova qui.
Il lento cammino non riguarda le cose compiute,
ma ciò che ci attende tra un breve attimo.
Una carezza, un sorriso, uno sguardo, un bacio.
Nulla è importante, se non le piccole cose.
Quello che non sai Sguardi accennati, distratti, insospettati, impudenti e cercati, d’un tratto hanno illanguidito il corpo, hanno solcato e travolto i detriti di questo errare. Hanno spiegato vele stinte e immemori hanno inondato le secche riva. d’un greto scosceso e spento. Sussulti d’un autunno avaro si sono adagiati nel lieve sorriso d’occhi umidi e sedotti. E hanno levato il drappo rosso dalla mente sopita, e hanno braccato l’anima, raccontandole quello che non sai. |