DIALOGHI

Si dice che dialogare con la luna sia un modo complice di raccontar a se stessi cose altrimenti indicibili:sepolte
nell’inconscio.
E’ proprio del poeta il ricorso a simili artifici. Per distinguersi dal guaito e dall’ululato di chi scompostamente manifesta il proprio turbamento.
Io non sono cantore, né randagio o lupo; eppure alla pallida testimone della negata ipocrisia riesco a parlare del cosa e del perché.
E nelle notti in cui il cielo è accecato dalle nuvole la mia solitudine si accentua, alleviata solo dall’attesa dei futuri colloqui.
Mi piace parlare con la luna.
Per tanti motivi.
Ma soprattutto per l’acume delle sue pronte risposte.

 

CECITA'

Dietro occhiali neri a specchio ci sto proprio bene
Vedo ciò che normalmente non mi è consentito
Vedo il deserto delle piazze affollate e i volti affrescati,

angoscia sotto il sorriso della circostanza
Vedo il pianto costruito da continue prove ed esibito con magistrali,
acrobata;emozioni
Vedo le precisazioni del confuso e le lacerazioni dei contorni
Vedo i corpi fissi e le anime oblique
Vedo le assenze di me stesso
Dietro occhiali neri a specchio ci sto proprio bene
Lenti buie che completano le mie occhiaie
Irrimediabilmente cave


 

GIRA, GIRA

E’ così irreale che un assassino possa aspirare al suicidio?

spaccia intrugli
di sogni
è abile nel costruire allucinazioni
con ciliegine di malinconia arruola discepoli
bisognosi di carezzevoli differenze
vive al confine dell’esistere d’altri
e dell’esistere d’altri conosce il desiderio
d’occupazione
spaccia intrugli
di sogni
e senza sogni ne consuma la pluspart

EVVIVA I ROLLING STONES

Back in USSR
Sento crescere l’angoscia
Eppure il barbera è ancora troppo giovane
Non dà effetti collaterali
Di norma
Come l’angoscia da vuoto di ricordi

Instabili equilibri
Di gente ben piantata su gambe salde
Instabili equilibri
Di gente ben piantata su solide certezze

Eppure son lontano da desideri
Distante da soglie di tramonto
Avvezzo alle assenze di riflessi
In fuga da sorrisi acuti

Instabili equilibri
Di gente ben piantata nel desiderio di sé

Oh bladì oh bladà
E la vita riapre il suo allegro girotondo

Di merda

 

DIALOGHI IMPOSSIBILI E PER QUESTO PROBABILI

(et le déviant d'aujourd'hui est parfois le modéle de demain!)

 

1il blu è blu?


Perché non ti cerchi più?

E’ faticoso cercarsi. Non voglio più recitare.

Recitare?

Si sa quel che si è. La ricerca di se stessi è un gioco.Credevo che fosse una finzione; invece è molto di più. E’ pensiero aggiunto e rappresentato.

Si recita sempre, allora. Anche con se stessi.

Meglio così. Saremmo travolti da quel che siamo.

Ehi, ma stai piangendo.

Fingo il pianto. In realtà mi sento ridicolo.

E lo sei?

Non so. Chiedilo al regista.

 

 

2Ah, l’amour!

a. Mi baceresti in bocca ?

b. Mi fa un po’ effetto. Ma se proprio lo desideri.

a. Non è un bel modo di rapportarsi. Mi sembra così…come dire?…così. Ecco, mi sembra così.

b. Così, come?

a. Allora lo fai apposta. Vuoi mettermi in imbarazzo. Posso avere anch’io una defaillance. Il lessico può aver cedimenti, mostrare incompletezze o approssimazioni. Ma comunque non si sfugge alla questione vera:non mi desideri.

b. Il solito esagerato. E anche se fosse, sei sufficientemente bravo per risolvere la questione senza baci.

a. Ma vuoi mettere l’atmosfera che crea il bacio?

b. Che fa un bacio? Genera lampi e tuoni? Fa spuntare archi di colore all’orizzonte?

a. Non esagerare…qualche sommovimento però lo crea.

b. D’accordo. Ma devi accontentarti di un bacio di routine.

a. Mi spiace, ma io non sono per le mezze misure.

b. Va bene: vuol dire che ti farò uno sconto sul prezzo.

 

3a. Dimmi che mi vuoi bene.
b. E’ importante per te?
a. Non so, ma se non me lo dicessi mi mancherebbe.
b. Ti voglio bene.
a. Non sembri convinta.
b. Non è importante la mia convinzione. Lo è la tua.
a. Non sono convinto.
b. Cosa dovrei fare per rassicurarti?
a. Non intendo essere rassicurato. Intendo essere amato.
b. Nessuno lo è. Si ama se stessi e si finge di amare l’altro. Si sceglie il pezzo che manca e per completare l’assieme ci si dedica. Ecco perché amare è facile e difficile nello stesso tempo. Ecco perché si soffre se non si è amati: si perde la parte che ci manca.
a. L’amore folle allora è il massimo dell’amore per se stessi?
b. Certo.
a. Mi amo alla follia, allora.
b. Non sei un caso limite.
a. A me sembri un po’ scema, se devo essere sincero.
b. E’ importante per te che io sia scema?
a. No. Dimmi che mi vuoi bene.

4il bello delle recite


Non c’è più tempo.

Perché mi dici questo? Il tempo c’è sempre, lo si cerca, lo si trova. Se del caso, lo si scova.

Non c’è più tempo. Per noi.

Per noi, dici? E perché?

Perché le storie hanno bisogno di sguardi amorevoli, e tu sei strabica ormai. I tuoi voleri
puntano maledettamente sulla punta del bisogno. E a me concedi solo arie stupite. Benevoli.
Condiscendenti. Ma…

Sempre queste avversative. Ti piace divagare. Ciondolare nelle parole. Gironzolare nelle
certezze mascherate da speranze. Sei barocco, amore mio.

Per questo ti stupisco ancora. Riesco a vendere bene me stesso. A porgermi senza offrirmi.
A decantare le mie virtù, suscitando appetiti da gourmant. E mi rendo indispensabile.

Indispensabile tu? Come al solito pessimista.

Pessimista?

Certo. Non riesci ad immaginare quanto danno fai alle persone che ti stanno più o meno vicine.
Hai un alone di dirocco. Rompi fisici e sentimenti. E il coinvolgerti, l’immergerti nello sfascio,
non ti salva. Anche quando alla fine la ruina ti pertiene. Sì, mi stupisci, anzi, a dire il vero,
mi stupisce la tua automobile.

La mia automobile? Ma qui stiamo parlando di vita e di sentimenti e di emozioni e di lacrime
e di sangue e di…

Appunto: si parla della tua automobile.

Sempre luoghi comuni spacciati per metafore. Purchè utili a ferirmi, a giocarmi, a scommettermi
alla roulette del sì o del no, comunque in culo. Una marea semprebassa la mia vita.

Suvvia, ammettilo, l’unico posto adatto a te è il mercato delle pulci, ormai. Fra le carabattole.
Rintanato nei sogni, defraudati del reale.

Non c’è più tempo.

E smettila con il Bardo. Dedicati al sarcasmo: fa rima con orgasmo.

5il piacere dell’ablativo


Perché non ti fermi?

Perché non voglio diventare una stoppia, un moncone di belle speranze mozzate.

Se sospendi il tuo viaggio, anche solo per poco, pensi di ridurti in uno stato simile?

La sosta porta con sé il frantume. C’è anche la piacevolezza di scheggia, non lo nego. Ma non appartiene alla mia esperienza. Non mi sono mai accontentato. Il godere del poco è del credente. Io sono dannato al tutto. Per quel piacere che non avrò nel tempo dell’assenza.

Allora te ne andrai?

Che vada o che resti è irrilevante per gli altri. Non per me.

Mi sarei aspettato una risposta opposta a questa.

E’ la sorpresa il piacere della mobilità. Ed esiste anche il parlar rapido, il diniego di relative subordinate e coordinate.

Ti piaceva l’ablativo assoluto?

Grande scoperta. Anche per un anarcoide come me. La buona scrittura, i buoni sentimenti, i buoni propositi passano per gli anacoluti, non c’è che dire.

Stai sparando cazzate.

Sì. Ma almeno ne sono consapevole. E questo mi condanna di meno.

Te la racconti.

E’ l’aneddoto la mia amnistia.

Fanculo.

Ero prossimo a dirmelo. Per risparmiarlo agli apprestanti.

Adieu.

6Politically Correct


Cosa hai da ridere, me lo dici?

Meglio piangere, forse?

Non si risponde con un'altra domanda: è offensivo.

Meno che far domande: oltretutto insulse.

Non importa, io insisto: cosa hai da ridere?

Veramente non rido: così sembra a te: in realtà atteggio un volto, per puro caso il mio,
per non destare sospetti.

Destar sospetti? E per cosa?

Sei seccante con le tue domande. Ma cosa vuoi da me?

Quel che puoi dare. Poco o molto che sia.

Come al solito eccessivo.

Hai ragione, stavolta. Ma non riesco ad accontentarmi con te. Di te.

Non è vero, stai costruendo alibi alla tua disperazione. Sei integralmente fasullo.

Non dirmi così. Sei ingiusta. Come sempre.

Io sono l'unica a dirti quel che non vuoi sentirti dire: ti fa male conoscerti.

Non è vero. Ti va di masturbarmi?

Sì, molto.

7Le ragioni dell’ottimismo


Perché non parli?

Cosa vuoi che ti dica? A cosa serve?

Adesso discuti anche l’utilità della parola? Eppure sai che gli esseri umani sono tali
proprio perché parlano, comunicano, trasmettono idee ed esperienze.

Esperienze? A me sembra che dimentichino in fretta. E che scientemente non trasmettano
memoria. A volte ho il dubbio che ci sia un desiderio, neanche troppo inconscio, di
regredire allo stato animale.

Sarà così per te, ma non puoi negare il continuo progresso.

Chiamalo progresso: si costruisce miseria e dolore per poi dire che l’umanità ha una costante propensione al meglio. Vuoi mettere il gusto di sconfiggere morbi che con sottile perfidia
vengono costruiti? Vuoi mettere il piacere di “ ideare protesi funzionali per i poveri bambini
che per puro scherzo del destino lasciano arti su qualche piccola mina dimenticata”?

Sei il solito disfattista: non vedi il nuovo e il positivo.

E’ vero:questo mondo mi sembra un fotogramma non sviluppato. E hai notato come sia
beffardo il negativo di una bella immagine?

Forse la resa non sarà ottimale, ma anche nelle pellicole non ancora acidate c’è la traccia
della bellezza.

Sì, è vero:c’è la traccia di uno stupido modo di pensar il sé e il non sé.

Ripensaci per favore. Riprendi a parlare. E’ utile a te e agli altri. Non sei mica Mosè, che
anche nel silenzio della pietra trasmette la possanza dell’uomo e del divino.

Sì, io non sono una grande opera dell’ingegno umano, ma tu di certo non sei Michelangelo.

Parla, per favore, riprendi a parlare.

Forse domani. Se riscoprirò le ragioni del pessimismo

8Save the last dance for...


pioggia
gioco delle parti

scopi da dio

in fondo non ci siamo mai incontrati, io e te
ci siamo voluti
ci siamo presi
ci siamo ingannati

continua così

la tristezza è una condizione accettabile
c'è chi ci costruisce fortune
la disperazione ha un fascino malsano, attrae omaggi tisici

come potrei fare senza di te?

la serenità è noia perenne

dammi un gioco forte, dammi un motivo per stupirti ancora

posso darti un'arma o un pensiero
d'amore
di noia

fottiti