STORIE DI STIRPE

La fanciullezza del Diavolo

Le pietre mi avevano colpito improvvisamente,
lasciandomi una lunga ferita sullo zigomo,
ora gonfio e sanguinante.
Voci che ridacchiavano
dietro le grandi siepi,
mentre la vista si faceva sfocata,
tra le lacrime che scendevano copiose
ed il dolore.
Mi avevano preso alla spalle
Anche se con la coda dell’occhio
Non mi erano sfuggiti i loro riccioli dorati…
Il Vecchio con la barba bianca
Si era avvicinato in silenzio
Poi aveva appoggiato la sua grande mano calda
sulla mia testa
accarezzando dolcemente
i miei capelli neri: Perché piangi Lucifero?
La sua voce era dolce
compassionevole
ed un calore diffuso s’espanse
nel mio corpo.
“Mi hanno fatto male…”
Risposi tra i singhiozzi,
mentre nascondevo il viso tra le pieghe
della sua veste candida,
lasciando una vermiglia traccia col mio sangue.
“Tu li perdonerai per questo non è vero?”
Alzai il mio sguardo verso il Vecchio
Ed i nostri occhi s’incontrarono per un solo istante,
e compresi tutto.
Il Vecchio versò una sola lacrima
mentre io vedevo le Tenebre
e Lui la mia sete di Vendetta…

(2)Era solo un’ombra,
un profilo scuro sul rossastro tramonto.
Seduto sulle rocce,
Lasciava che la brezza marina
attraversasse il suo corpo,
spruzzandogli in viso
le gocce salate delle onde
che s’infrangevano sulla scogliera…
Spesso restava solo
ed allora raggiungeva il mare
che lambiva la spiaggia cristallina
del Paradiso Terrestre,
osservando la vastità delle acque
che si perdevano all’orizzonte…

“Perché sono così diverso dagli altri?”
aveva domandato al Vecchio
mentre passeggiavano nel Giardino.
“Tu non sei diverso” gli aveva risposto
appoggiando la sua mano sulle sue spalle
“Sei il mio figlio prediletto.
In te ho riposto grandi speranze Lucifero”
Ma quelle parole non erano servite a consolarlo
ed era scappato via,
attraversando in volo tutto il Giardino,
finchè Michele e Gabriele
non lo avevano trovato.
I tre angeli si erano guardati con aria di sfida,
poi si erano gettati su di lui
e mentre uno lo teneva stretto
l’altro lo riempiva di colpi.
Il sapore del suo sangue era dolce
e nello stesso tempo amaro
mentre sentiva di perdere i sensi.

Era solo un ombra adesso,
mentre le stelle risplendevano nel Firmamento.
Dispiegò le sue ali
Ora nere e lucide come la notte
E volò via verso la sua Rivincita…

(3)Le Schiere Luminose
sorsero ad Est
in tutto il loro splendore
con le spade di fuoco
e le lance sguainate
che mandavano riverberi diamantini
sullo sfondo scuro del Firmamento.
Gli angeli ribelli
Si strinsero contro Lucifero
come a cercarne protezione.
Il volto dell’angelo,
ancora segnato dalla battaglia,
puntava verso l’alto
ed i suoi occhi profondi
si erano fissati
su quel lontano bagliore,
che giungeva come un rombo di tuono.
Altri sarebbero scappati,
d’innanzi alla gloria del Vecchio
ma lui no,
non sarebbe scappato
ed al contrario avrebbe ancora una volta
sfidato la sua Forza.
Un piccolo cherubino pianse,
un altro si rannicchiò a terra
cercando di sparire,
Lucifero alzò la sua Spada
Ed urlò con quanto fiato aveva in gola
mentre le schiere degli Arcangeli
si gettavano su di loro
sopraffacendoli…

(4)I rumori della battaglia alla fine erano cessati,
ed un sinistro silenzio aleggiava nel Giardino.
Corpi scomposti,
giacevano tra le erbe curate del prato
e le aiuole fiorite
ora lorde di sangue rubizzo,
un sangue che non doveva essere versato…
La lunga Notte volgeva al termine
e le stelle erano state le uniche testimoni
dello scontro tra le due diverse schiere angeliche.
Un sole pallido sorse tra le alture
Mentre gli uccelli iniziavano il loro canto
Ma non c’era gioia in quel mattino..
Il Vecchio scrutò imperterrito
ogni cadavere che si dissolveva
dopo il suo tocco,
così ben presto il Giardino
riprese la sua originale forma…
Il suo corpo non era tra quelli,
non era da nessuna parte,
possibile che gli Arcangeli Maggiori
ne avessero trafugato le spoglie?
Chiuse gli occhi
e concentrandosi cercò di avvertire
l’aurea di Lucifero,
ma per quanto si sforzasse
nessuna risposta, nessuna energia
e questo lo spaventò
come non mai gli era capitato prima…

(5)La sconfitta bruciava
Ma non c’erano lacrime
Questa volta a bagnare le sue gote.
Aveva volato per parecchie ore
allontanandosi dal Giardino,
finché non aveva perso il senso dell’orientamento
e ritrovarsi su di uno scoglio abbandonato,
in mezzo alle acque scure del mare.
La battaglia era stata cruenta
E le schiere di angeli ribelli
Alla fine erano caduti sotto i mortali colpi
Delle spade degli Arcangeli.
Gli aveva persi tutti
uno alla volta
e nemmeno la sua forza
unita alla rabbia non erano servite a nulla,
loro erano troppo numerosi.
Lunghe ferite segnavano il suo corpo
ed il sangue macchiava col suo colore vermiglio
la sua pelle divenuta più oscura
simile alle scaglie di un serpente.
La sua aura era scomparsa
svanita come la neve al sole,
mentre nuove forze si scatenavano nel suo essere,
una nuova coscienza
molto più perversa…
La Luce si era spenta del tutto
ed aveva ceduto il passo alle Tenebre
Così intime, accoglienti e invitanti.
Sapeva che il Vecchio lo stava cercando,
sondando tutto il Giardino
alla ricerca della sua aura,
ma questa volta non avrebbe sentito nulla.
Lucifero sorrise;
un sorriso sinistro, liberatorio
ci sarebbero state altre battaglie da combattere
e prima o poi il Vecchio
ne avrebbe persa una…
Gettò un ultimo sguardo al cielo stellato
respirando a pieni polmoni l’aria frizzante della notte,
poi infilandosi in una stretta fenditura della terra
iniziò la discesa verso il basso,
verso il suo nuovo regno…