I RACCONTI DI FILO

 

 

.....breve storia.....

“Curioso!” ….pensava Alberto, davanti ad un corteo in silenzio.
Aver voglia di sorridere, e non doverlo fare …aver voglia di ringraziare il cielo, magari con un lacrima.
Sentiva una lacerazione dei sentimenti mai provata prima.
Tutti quelli che seguivano dietro di lui, controllavano ogni suo gesto, ogni suo sguardo.
Si aspettavano che crollasse i un pianto a dirotto, occhi rossi dietro gli occhiali neri, nonostante il cielo da vecchia miniera.
Quella mattina di fine carnevale, non poteva che essere così ….strade e marciapiedi ancora piene di coriandoli e strisce di carta colorata, calpestate da piedi tristi che accompagnano una bara.
Il cuore di Alberto era come quella giornata ….triste e sereno, definirlo allegro sarebbe stato troppo, ma sereno …si, era sereno.
Sapeva che suo padre ora non poteva che stare meglio …dopo quello che aveva passato, povero papà.
Oggetto di studi terapeutici ….”….ci sono cinquantapercento di possibilità” gli avevano detto i medici.
Povero papà, così lontano in vita e così vicino in morte.
Povero papà, con il cielo che minaccia pioggia, su una terra che ha consumato allegra il rito della maschera.
Il ricordo che gli veniva in mente, era solo e soltanto uno …forse l’unico gesto di affetto che suo padre ebbe per lui, tanti anni fa, quando aveva cinque anni.
Pioveva quel giorno, e sua madre aspettava con il viso triste l’arrivo del papà …che ancora non tornava.
L’appuntamento con gli amici del circolo era d’obbligo dopo il lavoro ….e a volte, il tempo scorre con un diverso ritmo ….al circolo, non come a casa.
Per la fretta, Alberto uscì senza prendere l’ombrello ….corse tanto, che ancora gli sembrava di volare.
Incontrò il suo papà che veniva verso casa …..grande, importante, con il cappotto ed il bavero alzato, il cappello a tesa. Lui si che non teme la pioggia.
“Mamma ti aspetta” ….ma non riuscì a dirlo, se non a bassa voce, coperto dal cappotto del papà.
Sentiva ancora la gamba forte ….e lui che sentendosi protetto, cercava di mantenere il passo lungo e sicuro, di quell’uomo incrollabile, i suoi cinque anni erano piccoli come i suoi passi.
Il corteo avanzava lento, e già qualche goccia cadeva ….povero papà!
Non ebbe mai la voglia di chiedere a quelli che lo guardavano e gli stringevano le mani, cosa abbiano pensato del suo viso sereno, con gli occhi che guardavano lontano.