corto il maltese
a) padre persona squallida, orribile, quanto di
peggio ci possa essere al mondo, il cumulo dei vizi e della crudeltà
b) madre persona stupenda
c) due figli, assolutamente trattati nello stesso modo dal padre (indegnamente)
e dalla madre(meravigliosamente)
d) un figlio diventa elinquente, l'altro uno scienziato.
Il quesito è:
che un figlio sia diventato delinquente è demerito del padre?
che l'altro figlio sia diventato scienziato è merito della madre?
paperaselvaggia
il merito e il demerito sono
necessariamente da attribuirsi ai genitori ???
in tal caso penso si tratti di due opposti sviluppi di una comune reazione
alla paradossale unione del bene del male
ssserpe
E se per caso lo scienziato fosse il modo
per dimostrare al padre che i figli possono essere diversi?
Per contro il delinquente potrebbe essere vittima di una meravigliosa madre
pronta a perdonare tutto.
skydive
se il figlio cattivo è il più piccolo dei due il demerito è della madre
corto il maltese
partendo da presupposti diversi io sono arrivato a conclusioni coerenti con le conseguenze ultime del tuo ragionamento: alla fine chi decide sempre e comunque è l'individuo. Adolf Eichmann cercò di nascondere le proprie responsabilità adducendo a ragione del proprio comportamento l'appartenenza ad una gerarchia militare che contemplava "l'obbedienza agli ordini" tra i suoi valori portanti. Giustamente la sua tesi non fu accolta. Si è buoni o cattivi(ammesso che si possa ancora parlare in questi termini) per scelta propria: sempre e comunque. Nei campi di sterminio ci furono ebrei che decisero di fare i Kapò:il giudizio sui nazisti non cambia, il giudizio sugli ebrei non cambia. Sugli individui, tanti preferirono morire, alcuni preferirono passare con i nazisti. Quegli individui, indipendentemente da tutte le ragioni che possiamo trovare a sostegno del loro comportamento, per un principio di responsabilità individuale, sono censurabili. Questo non significa dire che il popolo ebraico è un popolo di traditori. Sono idee le mie anche scomode, me ne rendo conto. E ancora adesso causano reazioni fastidiose e generano insulti. Ma l'aver attraversato un mare così profondo da consentirmi di avvertire la bellezza della navigazione mi dà serenità, mon amie. E questa tranquillità d'animo mi conforta nella scelta irreversibile che dò alla mia vita. Ho fatto mio il verso di De Andrè, te ne ho già parlato:" di respirare la stessa aria del secondino non mi va". E non la respirerò...:-) E se vorranno insultarmi, mi insultino. Ci sono scelte che per un principio di responsabilità individuale non possono conoscere deroghe. Costi quel che costi.
davar
Chi vede attraverso gli occhiali si
ritiene più sapiente di quanto in realtà non sia perché il suo senso esterno
è sbilanciato rispetto alla sua capacità di giudizio; per equilibrare in
qualche misura la verità interiore con la falsa verità proveniente
dall'esterno occorre una cultura davvero superiore.
L'uomo è soggetto all'errore, e quando persevera nell'errore, diventa subito
falso, verso se stesso e verso gli altri.
Fa male vedere come un carattere forte, per restare fedele a se stesso, per
essere vero con se stesso dichiari che il vero è falso e ostenti una perfetta
indifferenza quando viene giudicato ostinato, caparbio e assurdo.
Tuttavia il carattere rimane carattere, e le idee, idee.
Le tue, ma anche le mie.
Quindi, non le discuto più. Ti lascio nella convinzione che la scelta di
Eichmann sia uguale a quella dei Kapò.
corto il maltese
Non l'esito della scelta: hanno avuto pesi
abnormemente diversi. Il principio di responsabilità è identico:scelsero.
Avevano possibilità diverse di comportamento. Scelsero loro, come scegliamo
noi. Tanto ti dovevo.
Corto
P.S. Se tu ritieni che io abbia messo sullo stesso piano Eichmann e Kapò, temo
proprio di essere stato ermetico. Credo però che se i kapò avessero
partecipato direttamente allo sterminio(come accadde) e le RESPONSABILITA'
individuali fossero state accertate (come accadde), tutti possiamo ritenere eque
le condanne comminate a quegli INDIVIDUI, che furono GIUSTAMENTE di eguale
pesantezza: feroci assassini e tutti dalla stessa parte. Che siano arrivati per
sentieri diversi non è rilevante ai fini di ciò di cui discorro. Può essere
rilevante in altri contesti, ma non sul piano delle responsabilità individuali.
Se pensi che questa sia distorsione della realtà per giacobinismo morale,
pensala come vuoi...
ector2
Non esistono gli assoluti
nell'universo, non esiste il bene assoluto così come non esiste il male
assoluto.
Fatta questa premessa, espongo quello che per me, cioè per il mio modo di
essere, e un concetto cardinale: giudicare è molti difficile, tanto da
rasentare l'impossibile, o meglio, il giudicare in modo asettico senza mettere
in gioco elementi di emotività o, in qualche misura, di partecipazione a
qualsiasi livello extrarazionale.
Certo sul tema proposto si potrebbero fare lunghe disquisizioni analizzando
sotto vari profili: etico, psicologico, ecc.., ma sarebbe comunque assai improbo
vedere sotto un ottica priva di distorsioni.
Insomma la storia esistenziale di ciascuno di noi congiunta alla propria conformazione
psicologica e culturale ci porta ad assumere parametri di giudizio validi solo
relativamente a noi stessi e non in assoluto.
skydive
Concordo ector… concordo. Due individui rispondono alla stessa sollecitazione in modi differenti… per cui l’azione di ritorno dell’effetto sulla causa che l’ha prodotta modifica a posteriori il principio che ha attivato il processo. Non è possibile quindi che la madre abbia dato ad entrambi i figli la medesima risposta
paperaselvaggia
(x corto) - Hai fatto un esempio estremo
dove gli uomini si sono eretti a poteri che non gli appartenevano , ne mai gli
apparterranno, sbagliando quindi inevitabilmente.
La ricerca e la conseguente conoscenza implicano la trasgressione, la forza di
accettare è quasi impossibile e la consapevolezza del potere è un utopia alla
quale i poveri di spirito credono di accedere.
E' quindi l'individuo a decidere e sono daccordo con te per quanto riguarda
l'aria che si vuole respirare.
Quel mare profondo lo conosco , ma non ho la tua cultura, il mio è istinto e
spesso mi accorgo di non saperlo gestire fino in fondo.
skydive
Cari amici permettetemi di estendere
il concetto precedentemente espresso.
L’individuo passa attraverso delle fasi di crescita che la psicanalisi, in
modo rigorosamente scientifico, ha delineato nei suoi aspetti generali. E’
indiscusso il complesso edipico, è indiscusso il processo d’identificazione
prima e d’introiezione dopo; imprevedibili, poco riconducibili a
classificazione ma nel contempo decodificabili, tutti quei parametri che
s’inseriscono nel processo di formazione e che originano personalità a se
stanti e poco riconducibili a stereotipi (ssserpe, ne hai centrati almeno due!).
Se poi il prodotto finito risulta conforme o meno ai criteri sociali, spetta
alla morale stabilirlo. Questo approccio, avulso da ogni pregiudizio, ci pone
come osservatori imparziali e ci permette di capire i meccanismi che
disciplinano i rapporti interpersonali dell’individuo ed il suo relazionarsi
con il sociale. Capire, non giustificare. Il livello di valutazione è
d’ordine superiore rispetto a quello ove risiede la morale. In questo contesto
non è più lecita una distinzione tra merito e demerito in quanto l’azione
educativa impartita è figlia dell’imprintig familiare ricevuto e del
conseguente sviluppo psicologico dei genitori. Una madre troppo remissiva che ha
usato la femminilità per stringere alleanza con i figli contro il padre-padrone
ha ovviamente scatenato in loro delle dinamiche per i favori affettivi di una
donna che è mortalmente attratta dalla stessa tipologia di uomo che odia.
Paradossalmente il più sano è il “cattivo”... complimenti paperella! Fino
a che punto è lecito parlare di colpa? E’ la stessa storia che si
ripropone… ricordi davar quando ti chiedevo informazioni circa la rivolta
degli dei?
Ma un’aggregazione sociale ha le sue norme e non può fare troppi
“distinguo” pena l’anarchia per cui… capisco un Eichmann cresciuto con
un ideale dell’Io abnorme perché derivante da un processo d’identificazione
con un pensiero politico o un sacerdote della santa inquisizione o
un’integralista islamico o una madre con un figlio buono ed uno cattivo, ma
non li giustifico affatto! Per concludere, corto, è vero che alla fine è
sempre l’individuo a decidere… ma l’ha fatto in piena libertà?
corto il maltese
I tuoi ragionamenti sono
ineccepibili e li sottoscrivo in pieno. Detto questo, rispondo alla tua domanda:
comunque l'ha fatto! ha scelto! ha deciso! è responsabile delle sue decisioni!
Io voglio dire solo questo:nello scorrere anche quotidiano della vita
l'individuo (formato come si è formato) fa delle cose. Delle conseguenze di ciò
che fa deve pur rispondere? Nel bene o nel male o nell'indifferente? Io non mi
rassegno all'idea che una madre giusta o un padre sbagliato, o un contesto
economico e sociale, possano aver deciso per me. Hanno contribuito a formarmi,
anche a sformarmi, ma io sono comunque possessore di un cervello e di un animo,
e non delego ad alcuno (mi scusino i credenti) e neanche a Dio la responsabilità
delle mie decisioni. Peccato d'orgoglio? Viva Prometeo!