S T I R P E

VARIE

POESIE PER LA NOTTE

VAMPIRI

L'orsacchiotto di pezza.
Un piccolo orsacchiotto di pezza
gettato all'angolo di una strada,
giace in una torbida
pozza d'acqua piovana,
tra foglie morte e spazzatura.
Il suo pelo
un tempo morbido e colorato,
ora e' tutto sporco,
ispido e liso.
Una zampa penzola malamente,
un fianco e' scucito.
Un'orbita e' vuota,
mentre nell'altra,
un pallido occhio di vetro verde
fissa sinistro il cielo grigio,
oltre il pelo dell'acqua.
Chissà per quante mani sarà passato!
Compagno di giochi
di un bambino capriccioso,
il regalo di un innamorato,
o soltanto un caro ricordo,
per farne bella mostra
sulla mensola di un camino.
Chissà quante coccole,
quante carezze o maltrattamenti
avrà subito!
E quanti segreti, sogni o paure
avrà condiviso
nel suo silenzio di pezza!
Ma poi i bambini crescono,
gli innamorati si lasciano,
ed i ricordi svaniscono.
L'orsacchiotto finisce allora
dentro un anonimo cassetto
o in qualche cassa riposta
in un solaio polveroso.
C'e' chi lo getta via
come un oggetto inutile,
perché non e' più tempo di giocare,
non e' più tempo di segreti sussurrati
non è più tempo...
Ed eccolo là
in quell'angolo di strada
a far da compagnia,
ad ogni genere di lordura,
con il sole, la pioggia ed il vento
che pian piano lo rovinano
ne fanno scempio.
E mentre il suo occhio di vetro
continua a fissare immobile il cielo grigio,
ecco spuntare dal nulla
la mano guantata di un netturbino,
che artigliandone le povere membra,
lo fa scomparire
dentro un nero sacco dell'immondizia.

La Casa degli Spettri

Sotto il cielo grigio
cade la pioggia di Novembre,
mentre l'acqua limacciosa
gorgoglia tra le crepe dell'asfalto,
bruciato dal sole dell'estati passate,
ormai lontane,
gia' dimenticate...
La strada corre dritta
tra i filari dei vigneti
dove le zolle scure fumano
celando allo sguardo,
l'orizzonte lontano.
La Casa degli Spettri
e' alla fine della strada,
circondata da alberi spogli,
come tanti scheletri immobili
a svanir nella foschia.
Quanto tempo e' passato
da quei giorni lontani
dove noi fanciulli
giocavamo nel suo cortile,
rincorrendo i piccioni
che venivano a bere
alla fontana di pietra.
Quanto tempo inciso
nei muri ricoperti di muschio
o nelle sue finestre
come orbite vuote di un cieco
sbarrate dalle assi di legno.
La Casa degli Spettri geme
quando il vento passa
nelle sue aperture,
nelle sue ferite.
Un tuono lontano,
un lampo a rischiarare il cielo grigio
e mentre la pioggia di Novembre
continua a cadere tutta intorno,
rimango in silenzio
ad ascoltare il suo pianto...

Prefazione

Non tutto cio' che e' negativo
e' stato concepito per Distruggere.
Abbiamo bisogno del Buio
per apprezzare la Luce,
dobbiamo conoscere il Male,
per poi scegliere il Bene.
Toccare il fondo dello Spirito
cadere nell'Abisso,
per poi Purificarci
ed Elevarci cosi'
ad un livello Superiore.

LA SIGNORA

Io son la Signora
che mai non sorride,
che viene per dirti:
Ora devi morire!
Vengo per quelli senza speranza,
vengo per tutti
nessuno m'avanza!
Sono la Dama vestita di nero,
sono l'incubo in ogni pensiero.
Giungo alla fine
di ogni vita mortale,
nata nel bene
o nata nel male.
Arrivo in silenzio
con la falce sguainata,
se mi odi bussar
la tua ora
e' scoccata!

Morte esorcizzata,
mercificata,glorificata,
spesso evitata,
oppure cercata…
Evanescente, irriverente,
fai finta di niente,
Eppure mi guardi
mi aspetti paziente.
Con la mano fredda
mi dai una carezza
senza dolcezza
ma cupa tristezza…
Morte del corpo,
morte della mente,
morto inutilmente,
non sei stata clemente
ma sol prepotente.
Oscura signora
senza nemmeno un segno
sono qui nel tuo regno,
tra le ombre più nere,
tra perdute scogliere,
dove i sogni hanno infranto
dove c’è solo pianto…
Morte baldracca
Sei stata vigliacca
Solo tu sei venuta
Solo tu l’hai goduta,
ed il mio corpo sospeso
adesso qui giace steso,
che stolto son stato
adesso so
mi hai fregato…


Ti ho cercata
Tra le pieghe
Delle lenzuola sfatte
Col tuo odore ancora forte
Di liquidi umori
Nel letto ancora tiepido
Ma vuoto…
Per lungo tempo
Nella stanza buia
I nostri corpi
hanno danzato
avvolgendosi,
avvinghiandosi
Come le spire di serpenti,
Ebbri di passione
Al ritmo di melodie lontane
Sotto il profumo dell’incenso
Bruciato e consumato
Come il nostro amplesso…

Un inverno al mare

Nel freddo grigio
mi ritrovo a passeggiare
senza una meta precisa,
per la spiaggia deserta
mentre la sabbia gelata
scricchiola sotto la suola delle scarpe.
Cataste di ombrelloni e sdrai
abbandonati a ridosso
dei capanni colorati,
che sotto il cielo nuvoloso
appaiono tutti grigi ed informi.
Le barche dei pescatori
sono tirate in secca,
come carcasse morenti
di enormi creature marine,
che fan da rifugio ai gabbiani.
Ed i gabbiani spiccano in volo,
lanciando strida
trasportate dal vento
che gelido soffia dal mare
e muove pesantemente le onde.
Volevo vedere il mare d'inverno
quando il sole non bacia le sue rive.
E mentre fisso le sue acque lattiginose,
mi accorgo di amarlo
per la malinconia che ispira,
ma un istante dopo
sento d'odiarlo,
perché mi accorgo
di essere solo...

Il diavolo e l’angelo

Pazzo io ad amarti per un momento,
oh dolce angelo dalle candide piume.
Tu solo puoi spezzare le catene
che m’imprigionano
in questo corpo trasfigurato
corrotto dalla buia tristezza
e sofferenza eterna…
Un tempo eravamo uguali
tu ed io,
fatti della stessa luce,
presi dallo stesso amore.
Ma io accecato da una cupa conoscenza,
ho voluto farmi grande,
ho voluto esser più divino,
e per questo sono stato punito
e relegato
in questo mondo di tenebra…
Mi hanno schernito,
sono stato deriso,
dalle stesse creature
prima amiche,
che hanno semplicemente
voltato le loro spalle,
per non vedermi più
e dimenticarmi,
diventando invisibile
ai loro occhi….
Ma tu adesso guardami
e se puoi
prova ancora compassione per me
dammi ancora un sentimento,
e cerca con la tua gioia
un’ultima scintilla di bene
che arde ancora nel mio petto,
per ricordare come ero,
come noi volavamo felici…
Perché se anche tu
oh dolce angelo
ti dimenticherai di me,
io soffrirò qui per sempre,
tra le fiamme di questo inferno…

NEVE (dal sogno di un'amica)

La neve scendeva silenziosa
in quella notte grigia e nuvolosa
ricoprendo col suo candore ogni cosa…
Non ho potuto dirti niente
che m’eri già scappata
fuori sul prato già innevato
solo con la vestaglia e null’altro.
Correvi sulla neve
mentre tutt’intorno il suo bagliore
riflesso di luci ormai lontane
ti avvolgeva,
ti abbracciava
ombre nitide
Bianco sul nero…
Il viso pallido
le guance arrossate
le labbra rese scure dal freddo,
col capo rivolto verso il cielo
gli occhi tuoi socchiusi
come ad assaporare ogni fiocco che cadeva…
A piedi nudi tu danzavi
muovendoti sinuosa
lasciando dietro te
spirali sulla neve fresca,
incurante del gelo che saliva
fino al tuo cuore…
In quell’istante ho capito
che cosa hai ricercato
sul prato innevato
così chiaro e pulito.
La bianca coltre ha coperto
ogni tua ferita
un taglio ancora aperto
di un anima graffiata dagli artigli della vita…
Ti ho raggiunto senz’esitare
ed ho preso la tua mano
stranamente calda,
un brivido è salito fino al mio cuore,
mentre tu mi trascinavi
in quel folle girotondo…
Poi le mie labbra
si sono schiuse
cercando il tuo sapore
in un bacio caldo ed appassionato.
E quando poi mi son staccato
allora mi hai guardato,
ed io ho visto sul tuo viso
la neve sciogliersi
come tanti brillanti
mischiandosi alle lacrime…

LA BELLEZZA

La Bellezza era una gran baldracca,
quando me ne accorsi
era già troppo tardi;
ed ella aveva già incatenato il mio spirito
alla sua sottana di trine,
sotto cui celava
ogni immonda natura.
Il suo grembo così accogliente,
ne aveva conosciuti di avventori
e già si sentiva l’odore di marcio
sotto quel profumo da postribolo,
di cui ne faceva ampio uso.
Ho accarezzato i suoi fianchi,
ho baciato la sua bocca
ed un senso di nausea
è salito da dentro,
perché la sua saliva
aveva mille gusti diversi
e la sua lingua ruvida
cercava avidamente la mia.
Che puttana!
Mentre slaccia il suo stretto corsetto
Ed i seni prima sodi
Le ricadono sul petto
e si avvicina sinuosa
iniziando le fusa,
come una gatta in calore...

L'AMORE

L’amor mi colse un po’ distratto,
mentre con lei giacevo
su quel prato,
tra la frescura della rugiada
ed il frinir delle cicale.

Tanto fù l’ardor della passione
che già per l’emozione
a lei gli pianse il cuor.

Lo strale di Cupido
entrambi avea trafitto
conficcandosi ben dritto
nei nostri caldi cuor.

Io che non volevo amar
Per non cader travolto
di colpo mi son trovato
a lei incatenato!

A carnevale ogni scherzo...vale!

A vliva eser elt e drett
Invece a saun bas e strecc.

A vliva eser nerboru
e pin ed pel in abundanza
invece a saun megher
e con du pel insemà la panza.

Insamà a vliva eser bel,
eser un fost,
invece a sun caschè
in mesa ai piò brot.

Sol in un quel
me medra la m’ac cuntitè:
in dal carater
e la sinceritè!






 

 

 

Il villaggio dei morti.

Piccole case dai muri candidi,
ornate di fiori
e finestre colorate.
Un paese silenzioso,
immobile sotto la calura estiva
che ti soffoca il respiro,
dopo il lungo peregrinare
in cerca d'avventure.
E da dietro
quelle imposte tirate,
all'ombra e riparati dal sole inclemente,
mille paia di occhi
ti spiano maligni,
attendendo che la luce cali,
che avanzi il crepuscolo.
Ti ristori all'unica fontana
in quella piazza deserta,
e non ti accorgi
che il sole e' gia' tramontato
dietro le alture.
Solo allora gli abitanti del villaggio,
escono dalle loro case,
con quel loro incedere lento
e trascinato.
Ti si fanno intorno
col loro sguardo spento,
le braccia protese in avanti
le bocche nere e spalancate
bramose solo del tuo sangue fresco.
Ormai e’ tardi per fuggire
da quell'incubo!
E mentre si fanno piu' vicini,
alzi lo sguardo disperato al cielo
per l'ultima preghiera...


Ristorante Termine dell’Universo

Seduta qui alla fine dell’Universo
dove soli morenti oltre la vetrata
emanano bagliori rossastri
Nell’oscurità profonda,
e galassie lontane collassano…
Il tuo profilo appena pronunciato,
illuminato dalla tenue luce delle candele
mentre sei sola stasera
al tavolo d’angolo,
il tuo posticino preferito
quasi intoccabile…
E’ sempre un piacere vederti lì
mentre sorseggi lentamente champagne
da una coppa di cristallo
che luccicando si riflette nei tuoi occhi…
Sei bellissima stasera
lo sei sempre stata,
nel tuo abito scuro
lungo e sinuoso,
che ti avvolge e ricade morbido
sul tuo corpo
esaltandone le forme…
La tua presenza basta già
a riempire questo strano ristorante
al termine dell’Universo
oggi vuoto perché non ho fatto entrare nessuno
ho chiuso la porta,
perché volevo restare solo con te,
invitarti a ballare
e stringerti tra le mie braccia.
Mentre fuori la Luce
ripiegandosi su se stessa
fa terminare l’infinito…

Lussuria

Ti ho udita nel buio
sussurrare parole di lascivia
trascinandomi in perverse spirali di passione
dove la tua morbosità mai sazia
l'amplesso ed il mio seme
hanno fecondato progenie d'incubo...

Morte di un Angelo

Un turbine di candide piume
dove l'angelo e' caduto
precipitando dal cielo.
Riverso a terra
con i lunghi capelli dorati
e le grandi ali scomposte
distese sul suo corpo.
Mi avvicino piano
a quella figura ancora luminosa,
gli occhi sono chiusi
la bocca immobile,
mentre un filo di sangue vermiglio
esce dalle labbra piene.
E' morto quando il mio dardo
ha trafitto il suo cuore puro
spezzandolo in due
come un frutto maturo.
Chino sull'angelo morto
accarezzo il suo volto leggiadro
con la mia mano corrotta,
e dentro di me
nella mia anima diabolica
si accende un ricordo lontano.
Ma e' tempo di andare,
aggiusto la mia faretra,
rinfodero il mio arco
e con un rapido battito d'ali nere,
me ne torno giù...
all'Inferno!

Creature del Buio

Veniamo da un mondo
fatto di ombre
che si ridesta
quando il Sol si nasconde.
Viviamo di Notte
in quella più nera,
tristezza e paura
son la nostra bandiera.
Del dolor e del pianto
noi facciam nutrimento,
ed il nostro grido
è per tutti un tormento!
Sussurriamo all'orecchio
di ogni mortale,
seminare terrore
che gioia infernale.
Noi siamo i demoni,
noi siamo i reietti,
portiamo menzogne,
malefici,sospetti!
Noi siamo le furie,
le nere tempeste,
siam come una falce
sulle vostre teste!

Il cimitero al Tramonto

Ombre si allungano
tra le lapidi ed i tumuli
illuminati dalla Luna
nella citta' dei morti.
Il silenzio percorre i viali
lastricati dal pianto
mentre la brezza notturna
muove le fiaccole dei lumi
accesi nel ricordo.
Mille fuochi ardono nella notte,
tra il profumo dei cipressi
e dell'incenso
che ricopre quel sentore di morte
appena appena percepibile,
ma sempre presente.
Il cimitero giace
nel suo sonno eterno,
i defunti dormono
nel suo freddo grembo.
La Morte appollaiata sul cancello,
anche stanotte veglia...

Capelli tra le corde della chitarra.

Mi sono avvicinato in silenzio,
alla porta socchiusa
della tua stanza
ed attraverso il piccolo spiraglio,
ti ho guardata
mentre assorta suonavi la tua chitarra.
Seduta sul letto,
col capo chino sullo strumento
ed i lunghi capelli
a sfiorarne le corde,
mentre le tue dita esperte
danzando su di esse,
strappavano calde note
di una triste canzone.
Volevo essere io la tua chitarra,
per sentire le tue braccia stringermi
con lo stesso amore,
e sentire le tue mani
accarezzarmi dolcemente.
Ho continuato a guardarti in silenzio
nascosto dietro alla porta,
senza fare rumore,
senza respirare,
per non disturbare con la mia presenza
quel momento magico,
che avevi saputo creare
col tuo strumento.
Quando stanca
hai smesso di suonare
e sei andata via,
sono rimasto a fissare
il vuoto che avevi lasciato
alle tue spalle.
Non più le note
nell'aria della stanza,
ma soltanto un pò del tuo profumo
ed alcuni capelli...
Lunghi capelli biondi
tra le corde della chitarra.

Ho freddo

Ho freddo
mi hai detto quella sera
e le tue parole
come un maglio
han colpito
qui nel fondo del mio cuore.

Per un attimo
ti ho vista
fragile e spogliata
da quella veste di mistero
che ti ha sempre accompagnata.

Non credevo fossi tu,
proprio non me l’aspettavo
perché sempre abbiam scherzato,
sempre abbiam giocato
diventando i personaggi
di una buffa
e strana storia…

Non potendo accarezzarti
per darti un po’ del mio calore
mi è rimasto che parlarti
E cantarti una canzone.

Non so quanto sian servite
quelle piccole parole
o se il freddo è andato via,
ma tutto quel
che ho detto e fatto
mi giungeva qui dal cuore.

Ti ringrazio
mia cara amica
per avermi anche mostrato,
quel tuo lato sconosciuto
che non avevo immaginato…

Dodici rintocchi

Don! Don! Don!

Dodici rintocchi
per fare Mezzanotte,
poi giunto sarà il tempo
ed usciremo a frotte
dai nostri oscuri anfratti!

Don! Don! Don!

Dodici rintocchi
che risuonan tra le case,
pazientate mie creature
e nostre saran le strade.

Don! Don! Don!

Dodici i rintocchi
che avvertono il mortale,
indugiar non è più tempo
o preda tu sarai del Male!

Don! Don! Don!

Dodici rintocchi
ed il tempo fugge via,
tu non hai che udito il primo,
ecco...
è già scoccato l'ultimo!

AL TRAMONTO

Frammenti di tempo
persi nel vortice del crepuscolo
che incalza,
dove la luce rifugge
ormai stanca.
Il silenzio accompagna le ombre
avvolte nei sudari,
mentre voci lontane
elevan nel buio preghiere,
intonano canti.
Anime grigie
sfuman dai sepolcri di pietra
e come polvere svaniscono,
volano via,
in aliti di vento.

Il Cacciatore di Demoni

La Bestia stava acquattata nell’ombra,
non la scorgevo,
eppure ne avvertivo la presenza,
come se la sua malvagità
avesse accarezzato la mia pelle.
Artigli affilati
che avrebbero lacerato le mie membra,
così fragili,
quasi tenere al suo confronto.
Il fiato caldo della Bestia
formava piccole nuvolette di fumo
nell’aria gelida della notte,
una notte senza Luna,
dove il nero pareva ricoprire ogni cosa.
Potevo correre
allontanarmi in fretta,
fuggendo via,
ma sapevo che con un solo balzo
la Bestia mi avrebbe preso
afferrandomi stretto…
La lama d’argento
Finemente cesellata
Su cui era inciso S.Giorgio
mentre uccideva il Drago
Era l’unica arma in grado di
uccidere la Bestia.
Alzai il pugnale
puntandolo contro le tenebre
mentre il grido della Bestia
riempiva l’aria
ed un rombo assordante avanzava
aprendosi un varco nell’oscurità.
Rimasi immobile,
il pugnale stretto nella mano
lo sguardo verso la Bestia
che con le sue fauci spalancate
irte di zanne
stava caricando…

OLTRE LA SOGLIA (il Nulla)

Oltre la soglia
l'oscurita' e' in agguato,
con le sue liquide ombre
di nero inchiostro
che scivolano sinistre
attraverso la porta spalancata.
Qui al centro
della stanza illuminata
sono al sicuro,
mi sento protetto,
mentre le ombre svaniscono
sciogliendosi sul pavimento...
Ma là
dietro alla porta,
oltre la soglia,
cosa si cela nel buio?
































Il volo del pipistrello

Chiudi i tuoi occhi
non ti serviranno
per seguirmi nella Notte,
dove le mie ali di velluto
morbide e leggere
fendono silenziose le Tenebre.
Lasciati andare e non temere,
ti condurrò nel regno delle Ombre,
nel Giardino dell'Oblio,
dove la Morte
coglie i suoi frutti più dolci.
Afferra i miei artigli
e stringili forte
per non cadere nell'Abisso,
quando spiccheremo in volo lassù,
tra le livide nuvole.

un haiku vampiro

Rifuggo luci
aglio, specchi e croci
e bevo sangue.



Un desiderio innocuo (insano)
Un desiderio insano
guida la mia mano
mentre mi appoggio piano
e mi avvicino al tuo collo
per succhiarti tutta
fino al midollo!

ALLE PRIME LUCI DELL'ALBA

Alle prime luci dell'alba
la città si risveglia
anche se non si è mai addormentata del tutto...
Qualcuno ha camminato nel buio
passeggiando per le vie illuminate dai lampioni
dove i barboni sonnecchiano negli angoli
avvolti nei loro stracci
e le "lucciole" dal sesso imprecisato
ammiccano ai passanti
con le loro pellicce colorate
sotto cui portano ben poco
ed a volte nemmeno quello...
Un gruppo di ragazzi
in un vicolo male illuminato
stanno picchiando qualcuno
si sentono gemiti soffocati
oltre le loro urla d'incitamento,
il "branco" è uscito a caccia
ed ha trovato una preda.
Alle prime luci dell'alba
la notte scivola via
portando con se
ogni bruttura
ogni malvagità concepita
nell'oscurità...
Vorrei vedere sorgere il sole
non ho mai visto un'alba
in quanto mi ucciderebbe
mi dissolverebbe.
Passo la lingua
sulle mie labbra
ancora sporche di sangue
assaporando per un'ultima volta
il suo sapore dolciastro
mentre il mio corpo freme
in un lunghissimo brivido...