Distesa sulla sabbia ascoltavo il mare, i suoi colpi
erano sulla riva e nella mia memoria, avevo gli occhi chiusi e i pugni pieni di
sabbia, il vento sfiorava il mio corpo dolcemente, lo sentivo respirare mentre
sollevava a tratti il mio vestito, era un sensuale segno di amore che mi piaceva
sentire sulla pelle, mentre il desiderio di immenso, lento e irrefrenabile,
anelava all'evanescenza del mio corpo.
Percorrevo, a tratti, i tanti ricordi e, talvolta, le immagini sembravano
parlarmi, ad una ad una, era come ascoltare la voce delle conchiglie.
Abbandonata al mio nuovo presente, sceglievo di vivere e sorridevo a quel sole
che, ora sapevo, non mi aveva mentito, ma , il mare, solo il mare, era sempre
stato in me col suo divenire, tanto simile al mio tempo.
Chiusi gli occhi e pensai al mio corpo, ora era vita, affondai i piedi nudi
nella sabbia e poi, lentamente, distesi le gambe, una carezza infinita, un
brivido confessato, rotolai con le braccia tese verso il bianco infrangersi e mi
fermai felice , persa in quel fragore, respiravo in un tempo fermo, lontano da
ogni riferimento, stavo vivendo il mio sogno.
Un caldo respiro e una carezza sul viso, un attimo di sorpresa e di gioia …
aprii gli occhi, come se fosse la prima volta, e ti vidi.
Eri maestoso e splendido, scuotevi la testa e mi guardavi, il tuo manto era
lucido, nero, come ogni sfida, mi alzai piano, non volevo fuggissi, mi avvicinai
.
Fermo, ti lasciavi accarezzare, avvicinavi il muso al mio corpo, cercavi il mio
viso e mi sfioravi delicatamente, percepivo il piacere infinito del desiderio e
imploravo il tempo affinchè si dimenticasse di noi.
Ti guardai, affondai le mie braccia nella tua criniera e poi percorsi il tuo
collo, fino a trovarmi al tuo fianco … un impulso e, come mi aveva insegnato
un ricordo, pensai di essere leggera, le mie mani sul tuo dorso, uno slancio
deciso e fui su di te.
Agitavi la testa , ti accarezzai, poi presi tra le dita la tua folta criniera e
strinsi le gambe nude sul tuo ventre, era il momento, bastava una piccola
pressione , ancora, solo, una piccola pressione … si.
Senza tregua, raggiungesti il galoppo in un momento, eri più veloce di quella
brezza tiepida, eccitato, senza confini di umana dimensione, possente e
intrigante, grande.
Serravo le gambe, sentivo ogni tuo movimento e la tua potenza saliva dentro di
me fino al cervello , una sinfonia a tre tempi, un galoppo sfrenato, il piacere
della follia e ti sentivo complice di un'avventura senza ritegno, ora il tuo
manto era caldo e sentivo quel sudore che copriva anche me, mentre il vento
assaggiava il nostro sapore.
Era meraviglioso toccare la tua corsa con la pelle e
farla mia, stringendo sempre più , donandoti tutto di me in un unico atto di
fiducia che incontrava il tuo, in quel ritmo incessante.
Di fronte ai grossi sassi che abitavano la sabbia, con una lieve indecisione, mi
chiedevi dove andare, segnavo la direzione e tu ricominciavi più veloce e
felice di prima, era un crescendo di emozioni che ancora scopriva il mio corpo
mentre cercava il tuo dorso , ad ogni ritorno, mi stavi regalando la totalità
del tuo essere ed io il mio, era una fiaba di pensieri al limite della
comprensione, lasciai la ragione alla sabbia e mi abbandonai all'istinto
perdendomi nella sensualità di quel contatto, nasceva così un' energia, sentii
la voglia di non fermarmi, respirai forte quel profumo.
Il sole era basso, contemplava il silenzio che raccontava quei momenti magici e
senza pianto.
Il mare allungava le sue onde per riuscire a toccarci, per racchiudere in una
sua goccia quello splendore, la risacca cantava la nostra gioia … era sogno.
Una grande roccia metteva fine a quella spiaggia, aumentai la pressione, pesai
sul tuo dorso, dovevamo fermarci.
Non avremmo voluto porre fine a tutto questo, il tuo galoppo adesso era piccolo,
indeciso … guardavo quel grosso sasso, il mare lo confinava alla riva,
compresi, strinsi ancora la tua criniera, ancora serrai le gambe al tuo ventre,
in un ultimo muto grido di libertà e ti dissi dove andare … fu un attimo
lunghissimo seguito dalla tua complicità in quella scelta.
Il freddo dell'acqua pervase desideri e pensieri e poi divenne caldo intenso,
mentre la paura nutriva il coraggio e i nostri corpi uniti si dissolvevano.
Ora, tu eri corrente ed io onda, di quello stesso mare, in un eterno sogno.