Enzo era
intellettualmente curioso e attento, con grande spirito democratico ed un grande
senso di responsabilità. Era fortemente attaccato alla sua arma; il soldato "Frank"
era stato uno dei fondatori dei Gis e aveva accumulato ore e ore di volo e
decine di lanci col paracadute. Per un problema alla spalla causato da uno
sfortunato lancio, passò nei Nas come comandante.
Certo...l'età della pensione si stava avvicinando, eppure aveva ancora tanto da
dare.....
Straordinario cultore della storia dell'arte cominciò a interessarsi ai
saccheggi dei siti archeologici in Iraq.
Fremeva, Enzo, doveva fare qualcosa, doveva portare il suo carico d'umanità in
quella terra martoriata dalla guerra, e coglie l'occasione al volo. Parte per
l'Iraq convinto che doveva e poteva contribuire a rimarginare le ferite della
guerra in uno sforzo di costruzione di pace.
Gli era stato affidato l'incarico di ufficiale di collegamento all'ospedale
pediatrico per il rifornimento di farmaci tra l'Italia e l'Iraq, anche se il suo
ruolo principale era quello della salva guardia del patrimonio archeologico
.....ma doveva fare di più......di più.....
Aveva molte conoscenze nel mondo delle imprese farmaceutiche così, rompendo le
scatole a tutti, riuscì a far arrivare a Nassiriya, oltre ai farmaci per i
bambini dell'ospedale civile, anche un'incubatrice, e si adoperava senza sosta
per ridare ossigeno al reparto pediatrico.
Ma questo lo sapevamo solo noi, la famiglia e gli amici più vicini.
Per rispetto alla religione di Paola, la moglie, si era avvicinato alla comunità
ebraica e, sebbene non fosse ebreo, partecipava ai nostri incontri sempre con
grande sensibilità; la sua disponibilità e attenzione aveva conquistato
tutti....e il suo nome rimarrà indelebile, così come per Rabin e Papa Wojtyla,
con un bosco dedicato alla sua memoria.
Ho visto i suoi figli (uno dei quali compagno di viaggio dei miei in Israele)
d'un tratto adulti scaraventati in una vicenda così grande da affrontare.
Pensare che lui sia morto perché così hanno voluto i "BIG" significa sminuire il
suo grande valore e umanità.
Enzo non avrebbe mai consentito che sentimenti e passioni sconfinassero
nell'odio e a noi spetta di mostrare riconoscenza ed orgoglio.
I primi fiori davanti al portone sono presto spariti; al loro posto Paola ha
fatto circolare una sottoscrizione a favore dei bambini iracheni, perché così
avrebbe voluto Enzo Fregosi.