LUNA VELATA. AMANTE PERDUTA.

PROGETTO DI LETTERA. MAI SCRITTA. 

Sono le 0,32, ora suggerita dal mio personal.

Il vino è finito.

"Ricordi sbocciavano le viole", inutilmente laceranti questi versi.

Alzo gli occhi sul ritratto che mi ha fatto Serena, sulla mia eterna sigaretta, sirena e cassandra dell’incombente dolore, e su quella mutanda femminile, grottesco e allegro sipario semiaperto sulla mia faccia, compiaciuta del rinvio allusivo a qualche bella donna.

Vado alla finestra occupata dall'abside della Sinagoga.

Le sue forme mi rinviano alla cupa memoria di freddo esistenziale di Anvers.

In automatico mi entra Brel con il suo chant dei vecchi amanti.

E un improvviso, lancinante dolore mi prende.

Irrompe nella memoria il metaforico, ma non per questo meno scudisciante, schiaffo che oggi mi hai dato.

E penso a questa ultima intensa settimana.

A chi mi aspetta timidamente alle Tremiti, sapendo che non mi vedrà arrivare.

A chi vuole essere aiutata a raggiungere un improbabile orgasmo via etere.

A Lucky, innamorata(ma sarà vero?) di un troppo giovane biologo, eppure intenzionata a baciarmi sul collo a titolo di anticipo su torridi saldi.

A Silvia, impiegata a basso stipendio, che ha cominciato a risparmiare per comprare un computer e rintracciarmi nelle debordanti notti petroniane.

A Claudia, inconsciamente affascinata da questa figura romantica di maudit, roso dal male.

A chi mi ha introdotto nel suo sito segreto per sussurrarmi "capitano, mio capitano".

Penso alle doviziose Pandora che hanno attraversato la mia vita reale.

Penso alle Morgana che ho incontrato e incontrerò nella rete.

E finalmente capisco cosa mi fa più male.

Non ti sei mai sentita Esmeralda e con me non sei stata neanche Irene.

Sei stata solo un nick, da uno a otto, a seconda delle scelte e delle circostanze.

Tranquilla: mai avuta l'intenzione di attraversare la tua vita reale(borghese a scelta ricca a scelta satolla) e, nella speranza che la cosa ti agiti, più non sfiorerò neanche quella virtuale.

Non hai alternativa.

Se ti sentirai Esmeralda cercami.

Altrimenti affidami alla deriva.

Corto di Malta

Ora son le quattro del mattino. Ascolto uno che canta. Mi sento esattamente come lui: angoscia, un po' di vino, voglia di bestemmiare.

Se non avrò più occasione o desiderio di dirtelo, adieu mon amour, mon doux, mon tendre, mon merveilleux amour.